Scontri in Turchia: sempre più lontana la Unione Europea
Ankara , 25 giugno: - Tre morti – due soldati e un civile – e 6 feriti e’ il bilancio di un attacco di militanti dl PKK contro una pattuglia nella provincia di Elazig. La guerriglia curda nelle ultime settimane e si e’ resa responsabile della morte di 19 militari e di due civili in scontri con militari turchi e anche con un attentato nella stessa capitale Istambul,
Si tratta di una netta inversione dalla scorsa estate, quando Abdullah Ocalan, il leader detenuto del PKK (Partito dei lavoratori curdi) – il principale gruppo anti-governativo ,ha proposto una “road map” per i colloqui di pace con il governo turco.
Ankara aveva risposto con qualche gesto conciliante: la televisione statale ha lanciato un canale in lingua curda, e il governo ha promesso riforme economiche e maggiori diritti civili per i 14 milioni di curdi che hanno subito discriminazioni sistematiche per decenni.
Un anno dopo, la situazione è in stallo, e la tregua è molto in forse. Erdogan, il primo ministro turco, ha promesso all’inizio di questa settimana che i combattenti curdi saranno soffocati nel loro stesso sangue ed ha esplicitamente escluso colloqui di pace con Ocalan e il PKK. il quale ha comunicato , a sua volta, all’inizio di questo mese, che il cessate il fuoco di un anno fa ormai è un rottame e che deve riprendere la lotta armata .
Ciascuno delle parti da la colpa all’altro per il
fallimento della tregua.
L’esercito turco ha detto che il PKK ha intensificato i suoi
attacchi in questa primavera con bombe telecomandate e imboscate. e
i leader del PKK dicono di essere stati presi di mira dalle operazioni
militari su larga scala uno delle quali ha anche
attraversato il confine nel nord dell’Iraq
Il fatto è che le aperture politiche hanno subito un
duro colpo a dicembre, quando la Corte Costituzionale della Turchia ha
messo fuori legge il “Partito della società democratica” a causa dei
suoi presunti legami con il PKK. Il partito aveva 21 membri al
parlamento che si sono dovuti dimettere scatenando cosi violenti scontri
in diverse città – soprattutto a Diyarbakir. Intanto le elezioni si
avvicinano e la politica conciliante di Erdogan è fatta oggetto di gravi
critiche da parte dell’opposizione che arrivano fino ad accusare il
premier di tradimento.
Erdogan ha promesso di non abbandonare la sua apertura verso i
Curdi ma la violenza è in rapido aumento e si troverà ad affrontare una
crescente pressione per un giro di vite contro i combattenti
curdi.
L’ingresso della Turchia nell’unione europea pare quindi allontanarsi sempre di più perchè la soluzione del problema curdo ne è una condizione necessaria : non possiamo ammettere in Europa una nazione in preda a una guerra civile che non permette gli standard democratici e dei diritti umani vigenti in tutti gli altri paesi. D’altra parte anche l’altro requisito fondamentale richiesto, la laicità. non pare più tanto sicuro per il diffondersi di movimenti di ispirazione islamista. L’assassinio di membri del clero cattolico viene attribuita a folli o fanatici isolati sia dalla autorità turche che dalla Chiesa Cattolica per sedare gli animi ma in realtà sono pure espressione della intolleranza fondamentalista crescente. Anche l’ episodio della nave turca assaltata dagli israeliani, comunque lo si voglia poi giudicare, ha evidenziato che non si trattava di pacifisti all’europea ma di elementi turchi animati da fervore islamico, sostenitori del fondamentalismo di HAMAS
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Nella foto: il premier turco Erdogan
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