Dal super-yuan a Pomigliano
E’ bastato l’annuncio che la Cina avrebbe consentito una moderata flessibilità di cambio dello yuan perchè le borse in tutto il mondo abbiano avuto significativi rialzi sognando un super- yuan La crescita è stata generale ed è stata guidata soprattutto dai titoli delle società più attive sul mercato dell’export. A fine giornata Londra ha guadagnato lo 0,92%, Parigi l’1,33%, Francoforte l’1,22% mentre a Milano lo Mib ha chiuso a +0,23%
E tuttavia la disponibilità cinese, come avevamo rilevato nel precedente articolo, era poco più di una manifestazione di buona volontà, quasi un contentino per i mercati internazionali e l’Occidente: non si precisava infatti entro quali limiti e in quali tempi lo yuan avrebbe potuto effettivamente fluttuare.
Nell’editoriale principale di oggi del “ Quotidiano del popolo” si rappresentano i timori dei produttori cinesi che l’apprezzamento dello yuan metta in difficoltà l’economia cinese e che le oscillazioni del cambi crei incertezza sui mercati mondiali e ostacoli la ripresa economica mndiale.
In conclusione Qin Gan, il portavoce del ministero degli esteri cinese ha dichiarato :“Continueremo ad avanzare costantemente sulla riforma del meccanismo di cambio dello Yuan in base al principio di autonomia decisionale, controllabilità e progresso graduale”
Nel complicato ed elegante frasario cinese In pratica una frenata agli entusiasmi delle borse che infatti si vanno spegnendo: addio super yuan!
In realtà la sottovalutazione dello yuan non è certo l’unico problema e nemmeno il più importante per l’economia mondiale. Il fatto è che la globalizzazione ha portato a imprese di livello internazionale che. per mantenersi concorrenziale sul mercato internazionale, devono produrre laddove i costi sono minori o, meglio. la produttività maggiore: da qui lo spostamento della produzione (a cui segue quello della ricchezza effettiva) verso tutti quei paesi che. a parità di capacita, abbiano costi più bassi. La Cina è solo il più importante di questi paesi ma non certo l’unico: basti pensare all’India e all’est europeo per noi cosi vicino e cosi concorrenziale.
Le conseguenze sono imponenti: l’est del mondo avanza (i paesi asiatici ed ex comunisti dell’Europa) il sud sprofonda ancora di più (l’africa e il mondo arabo incapace di competere tecnicamente e in preda a guerre intestine), l’Occidente arretra visibilmente e ineluttabilmente
Il dramma di Pomigliano è solo una degli infiniti effetti di un tale rivolgimento storico paragonabile, a nostro parere, a quello che qualche secolo fa, portò alla egemonia tecnica e culturale dell’Occidente.
Se, come giustamente affermava Marx, sono i rapporti economici a determinare le regole civili e non viceversa allora ci accorgiamo che molte delle nostre conquiste normative del lavoro non reggono più e, di fatto non sono più applicate nella maggior parte dei casi: malgrado tutto. alle condizioni – capestro di Marchionne non solo vorrebbe lavorare ogni operaio cinese ma anche una sterminata fila di italiani giovani. laureati, precari e sottopagati, dai call center ai villaggi turistici
———-
Foto dell’autore: stabilimento industriale della IKEA di Shanghai
number