La questione palestinese
Si può fare un lungo elenco delle malefatte degli Israeliani o di quelle dei Palestinesi e. secondo il proprio gusto o orientamento politico, dare più importanza alle une o alle altre: ma è un discorso inconcludente in cui i sostenitori delle due parti si cimentano ormai da tanto tempo. In realtà i governi e i popoli possono decidere o meno di fare le guerre ma i mezzi per farle sono quelli necessari per non soccombere e vincere: le scelte sono poche
Non avendo i Palestinesi carri e missili devono ricorrere ad attentati indiscriminati o ai Kassam e gli Israeliani per bloccarli devono innalzare muri e bloccare navi: non ci sono molte alternative.
Il problema vero è: ma la guerra fra Palestinesi e Israeliani è necessaria? In realtà il conflitto può avere una e una sola soluzione che tutti conoscono: la divisione in due stati con il riconoscimento reciproco: la guerra che si trascina da tre generazioni è inutile.
Perche mai allora essa continua inarrestabile e implacabile? Il motivo fondamentale è che i due campi restano divisi e per motivazioni soprattutto religiose. Un parte degli israeliani, quella più laica , sarebbe disposta alla formazione di uno stato palestinese in cambio della pace ma un’altra è mossa dall’ideale politico religioso di riunire tutta a la terra che Dio avrebbe promessa al popolo eletto ai tempi di Mosè: i territori occupati sono, in effetti,. parte della Palestina storica che si vorrebbe ricostituire: da qui gli insediamenti ebraici in Cisgiordania, fondamentale ostacolo a qualunque accordo.
Nel campo dei Palestinesi i più laici che fanno capo ad Abu Mazen sarebbero disposti a riconoscere Israele in cambio di un proprio stato ma un’altra parte che fa riferimento, soprattutto ma non solo, ad Hamas invece vede nella guerra anti israeliana una “guerra santa “ (jihad) una occasione per l’unità e la rinascita di tutto l’islam (non solo dei Palestinesi) sul vero sentiero della fede.
Ovviamente ambedue le parti religiose sono assolutamente convinte che, al di la di qualsiasi apparenza contraria, Dio assegnerà loro la vittoria e che nulla volgono le forze degli eserciti in campo contro la volontà di Dio perché, come si sa, per definizione Dio è onnipotente ( Allah akbar)
E’ come se in Palestina si combattessero due guerre contemporaneamente :una laica e risolvibile con considerazioni realistiche e terrene e un altra religiosa che si richiama a una presunta volontà divina e che non tiene in nessun conto gli avvenimenti terreni.
Da questo intreccio nasce la difficoltà di una soluzione ragionevole che è tale solo per chi, come noi occidentali, vede la questione solo in termini laici e terreni.
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