L’occidente della Cina

domenica, aprile 18, 2010
di Giovanni De Sio Cesari

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La repubblica cinese si compone di due parti che possono essere nettamente distinte: la parte che costituisce storicamente la Cina  abitata quasi esclusivamente da Han (cinesi) definita da noi come “Cina interna”  e in Cina  come” province orientali ”: una altra parte è costituta da province che entrarono a far  parte dell’impero  dal ‘700 abitato originariamente da etnie diverse, definite da noi come Cina Esterna e dai cinesi come province occidentali . Questa seconda parte è costituita da un territorio vastissimo ma in genere inospitale formato  da monti e deserti, scarsamente abitato. Di questa  parte fa parte  per esempio il Tibet storico  che da solo costituisce quasi un terzo dell’intera superficie cinese ma che ha solo meno di 10 milioni di abitanti contro i 1.200 milioni di Han che affollano la Cina Interna

La mancanza di risorse naturali, di terre coltivabili  ha reso questi territori  particolarmente poveri. lontani dallo sviluppo agricolo della Cina storica. Lo sviluppo cinese moderno si è concentrato poi solo una parte della Cina storica sulle città prospicienti la costa.

Tuttavia negli ultimi anni il governo cinese ha iniziato un grande sforzo per migliorare le condizioni economiche del suo occidente  impiantando  industrie e sfruttando, ove possibile, risorse minerarie. Nel complesso le regioni occidentali quindi hanno visto migliorare decisamente la loro condizioni economiche: popolazioni come i Mongoli, gli Huiguri, o i Tibetani vissuti da sempre in condizioni di estrema indigenza  hanno cominciato a vedere i segni di un benessere, limitato certo, ma lontano dai livelli di semplice sussistenza del passato.

Lo sviluppo, però, ha un risvolto etnico: esso  viene innescato essenzialmente dall’immigrazione in quei territori di Han che sono più intraprendenti, istruiti  e laboriosi: questo porta però a alterare la composizione etnica delle province  occidentali  le cui popolazioni originarie,  essendo estremamente  scarse,  facilmente diventano minoranze rispetto ai cinesi immigrati  e restano per di più in posizione subordinata

Da qui le agitazioni nazionalistiche, gli scontri etnici: paradossalmente lo sviluppo economico  portato dai cinesi diventa un fattore destabilizzante. Nel passato il dominio dell’impero in province remote si risolveva in un fatto formale che incideva poco sulla vita  reale di quei  popoli che continuavano a reggersi secondo le proprie tradizioni semplicemente riconoscendo la autorità di un imperatore lontano  e di pochi suoi funzionari.

La Cina moderna invece cerca di valorizzare queste regioni  incoraggiandovi la immigrazioni di propri cittadini  qualificati: si stupisce poi del fatto che queste etnie, invece di esser grate per il  loro  sviluppo economico al governo centrale  si mostrino invece insofferenti.

In realtà, pero, nessuna di tali agitazioni ha la possibilità di tradursi in risultati concreti: l’avanzata dei cinesi è anche la avanzata del progresso e dello sviluppo economico e quindi i movimenti nazionalistici sono solo il rimpianto  di un mondo ormai irrimediabilmente  superato .

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Il presidente HU nella regione autonoma del Ningxia abitata da Hui (mussulmani)

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