Modello di stabilità dello Yemen
Tiene nel complesso la tregua nello Yemen dopo 6 anni di conflitto fra il governo centrale guidato da Ali Abdullah Saleh e i ribelli Houthi del nord al confine con l’Arabia Saudita. Il gruppo formato da sciiti della setta Zaidi ha accettato l’accordo con il governo in 6 punti La svolta è venuta dalla riunione di Londra in febbraio
A parte i particolari la sostanza è stato che i ribelli si impegnassero in concreto a non aver nessun rapporto con i gli estremisti islamici e, in cambio gli occidentali non fanno pressioni sul governo locale e non intervengono direttamente
Lo schema pare funzionare ed è stato da molti osservatori considerato come un modello da seguire in tutto il Medio Oriente. Se i governi locali e i gruppi locali si impegnano a non dare aiuto ed ospitalità ad al Qaeda,a tutte le organizzazioni che predicano la Jihad contro l’Occidente in generale, l’America si impegna a non intervenire e considerare il radicalismo religioso un fatto interno di quei paesi
In realtà è il rovesciamento della dottrina Bush che invece si basava sulla idea che per combattere veramente il jihad del tipo al Qaeda bisognava trasformare il Medio Oriente importandovi la democrazia o meglio la modernità che avrebbe scalzato definitivamente il radicalismo religioso
Ma dopo otto anni il progetto di Bush appare sempre meno attuabile e sostanzialmente fallito: occorre una nuova strategia che comunque stenta a profilarsi
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Da al arabya: il premier yemenita Ali Abdullah Saleh