Avatar non è stato escluso dalle sale cinesi
E’ corsa voce in occidente che il film Avatar sarebbe stato escluso dalle sale cinematografiche cinesi e la notizia è stata riportata da tutta la stampa. In realtà pero si tratta di una inesattezza: è stata infatti ritirata solo la versione in 2D mentre continua regolarmente, e con grande successo, quella on 3D. Come è noto, la pellicola infatti ha il suo pregio maggiore negli spettacolari effetti speciali. E’ del tutto plausibile che, come comunicano le autorità cinesi, la versione in 2D abbia avuto scarso successo mentre i biglietti per quella a 3 D andavano a ruba
Una ovvia scelta commerciale quindi ,non una decisione politica
Si era ipotizzato che le autorità cinesi avessero boicottato la pellicola perché la sua trama,d’altra parte esile e semplicistica. avrebbe potuto essere letta come una denunzia della politica cinese in Tibet e nello Xinjiang: ma la cultura primitiva degli Avatar ha ben poco a che fare con le antichissime ed elaborate civiltà tibetana e degli Uinguri.
Si era anche pensato che si volesse fare più spazio a un produzione su Confucio: questa effettivamente assume grande importanza in Cina in quanto la figura dell’antico pensatore della Cina di sempre, era stata demonizzata in epoca maoista come espressione della società schiavista e feudale e la sua riabilitazione segna quindi una svolta epocale.
Dal 4 gennaio, Avatar ha incassato 550 milioni di yuan
(80 milioni di dollari ) superando un record del 2002 di 440
milioni di yuan, diventando il film con maggiori incassi in Cina di
tutti i tempi .
La Cina importa solo 20 film stranieri per il cinema ogni anno: la maggior parte di essi sono produzioni di Hollywood.
L’Organizzazione Mondiale del Commercio ha condannato la Cina per la
regolamentazione dell’importazione e la distribuzione di libri e
prodotti audiovisivi. Secondo la sentenza, la Cina dovrebbe aprire più
canali di importazione e commercializzazione di tali prodotti nel
paese. Ma la Cina non pare che voglia ottemperare: la apertura va
bene ma non a detrimento della produzione nazionale e senza metter in
pericolo la linea politica decisa dal Partito
Nel 2009, la Cina ha visto un incremento degli incassi dei
botteghini che ha raggiunto i 911 milioni dollari in aumento 42
per cento sul 2008. ma ancora molto lontana dai 10 miliardi di
dollari degli Stati Uniti.