La crisi iraniana si radicalizza
E’ difficile conoscere con esattezza cosa effettivamente stia accadendo in Iran dal momento che la stampa straniera è stata espulsa. Abbiamo quindi solo comunicati dell’autorità e notizie frammentarie fatte circolare dagli oppositori, le une le altre poco attendibili, parziali e lacunose
E tuttavia ciò che appare certo è che dopo sei mesi le proteste non accennano a rientrare e anzi si fanno sempre più radicali e una composizione fra le parti appare sempre più improbabile.
Le proteste iniziarono oltre sei mesi fa come contestazione all’esito delle elezioni che si diceva truccate: ma man mano questa prima motivazione è andata sempre più perdendo importanza di fronte e a una richiesta più generale di rinnovamento e di riforme nell’assetto generale politico dell’Iran che sono esplose clamorosamente occasione dei funerali del “grande ayatollah” Montazeri e dell’Ashura
Da una parte i sostenitori del governo sostenuti da Khamenei accusano apertamente gli oppositori di essere in combutta con i nemici stranieri dell’Iran, minacciano di passar alle maniere forti e a li accusano di “corrompere la terra di dio” , accusa gravissima che equivale a un nostro sacrilegio e comporterebbe la pena di morte
Dall’altra i riformatori non paiono affatto spaventati: la contestazione pare dilagare dall’originaria cerchia degli studenti e della borghesia colta a gruppi più ampi popolari scontenti degli scarsi risultati conseguiti dal Governo in campo economico e della lotta alla corruzione .
Il fronte dell’opposizione è molto composito e certamente viene fomentato anche dai tradizionale oppositori radicali della repubblica islamica. Ma la maggioranza pare fatta da sinceri credenti che gridano ancora “Allah akbar” (Dio è grande) e “noi combattiamo e moriamo per restaurare l’Iran”
Moussavi il cui nipote è stato ucciso nei disordini non si sa bene come, afferma che anche lui è pronto al martirio
Le parti paiono sempre più radicalizzarsi e incupirsi con conseguenze al momento non prevedibili. Su di tutto aleggia poi la pervicace ostinazione dell’Iran a costruirsi la mitica bomba atomica che innescherebbe la prevedibile reazione militare israeliana e americana
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Da Al Jazeera: foto di disordini