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La crisi iraniana si radicalizza

domenica, gennaio 3, 2010
di Giovanni De Sio Cesari

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E’ difficile conoscere con esattezza cosa effettivamente stia accadendo  in Iran dal momento che la stampa straniera è stata espulsa. Abbiamo quindi solo  comunicati dell’autorità  e  notizie frammentarie fatte circolare dagli oppositori, le une le altre poco attendibili, parziali e lacunose

E tuttavia ciò che appare certo è che dopo sei mesi le proteste non accennano a rientrare e anzi si fanno sempre  più radicali e una composizione  fra le parti appare sempre più improbabile.

Le proteste iniziarono oltre  sei mesi fa come contestazione all’esito delle elezioni che si diceva truccate: ma man mano questa prima motivazione è andata sempre  più perdendo importanza  di fronte e a una richiesta più generale di rinnovamento e di riforme nell’assetto  generale politico dell’Iran che sono esplose clamorosamente occasione dei funerali del “grande ayatollah” Montazeri e dell’Ashura

Da una parte  i sostenitori del governo sostenuti da Khamenei accusano apertamente  gli oppositori di essere in combutta con i nemici stranieri dell’Iran, minacciano di passar alle maniere forti e a li accusano di “corrompere la terra di dio” , accusa gravissima che equivale a un nostro sacrilegio e comporterebbe  la pena di morte

Dall’altra i riformatori non paiono affatto spaventati: la contestazione pare dilagare dall’originaria cerchia  degli studenti e della borghesia colta a gruppi più ampi popolari scontenti degli scarsi risultati conseguiti dal Governo in campo economico e della lotta alla corruzione .

Il fronte dell’opposizione è molto  composito e certamente viene fomentato anche dai tradizionale  oppositori radicali della  repubblica islamica. Ma la maggioranza pare  fatta da sinceri credenti che gridano  ancora “Allah akbar” (Dio è grande) e “noi combattiamo e moriamo per restaurare l’Iran”

Moussavi il cui nipote è stato  ucciso nei disordini non si sa bene come,  afferma che anche lui è pronto al martirio

Le parti paiono sempre più radicalizzarsi e incupirsi con conseguenze al momento non prevedibili. Su di tutto aleggia poi la pervicace ostinazione dell’Iran a costruirsi la mitica bomba atomica che innescherebbe la prevedibile reazione militare  israeliana e americana

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Da Al Jazeera: foto  di disordini

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