Il matrimonio nella tradizione cristiana è un sacramento: nell'Islam non esistono sacramenti e comunque il matrimonio (in arabo :Nikah) non è un fatto religioso anche se nella cerimonia naturalmente viene invocato l'aiuto di Dio. ma rientra nei contratti e precisamente nei contratti di vendita (in arabo " bay"'). In Occidente il matrimonio è retto dalle leggi religiose e/o civili e non è possibile introdurre clausole che sarebbero nulle: un tempo si usava il contratto di nozze ma esso riguardava esclusivamente la consistenza della dote della sposa ed era quindi un atto preparatorio che non faceva parte del matrimonio stesso. Nell'Islam invece il matrimonio è un contratto fra gli sposi che viene stipulato con l'aiuto di due "adoul" (legali) come ogni altro contratto. In esso è possibile introdurre delle clausole che generalmente sono a favore della sposa: si puo stabilire il suo diritto di chiedere il divorzio,il divieto al marito di sposare altra donna senza il suo consenso, l'entità della dote e altro ancora
E richiesto,il consenso degli sposi come da noi: tuttavia la sposa deve avere il consenso del wali (tutore ) cioè del parente maschio più vicino (ordinariamente il padre)
Nel mondo Islamico non è avvenuto l'evoluzione che si è avuto in Occidente nell'ultimo secolo e non è nato il concetto del così detto "amore romantico." Non vi è coeducazione dei sessi e quindi praticamente i giovani non si conoscono e non possono liberamente scegliersi . Non esiste il fidanzamento come periodo in cui i giovani possano frequentarsi liberamente: in generale non è permesso che donne e uomini si frequentino perchè secondo quanto affermano gli hadith del Profeta, "
| Quando, un uomo ed una donna sono insieme da soli, vi è una terza presenza (cioè Shaitani - Satana)" |
Il consenso degli sposi è quindi poco più che una formalità specie da parte della donna : non è tanto che ella voglia ubbidire alla famiglia ma in pratica non ha alternativa se non accettare il marito che le è stato destinato. Situazione analoga si aveva nel passato anche in Europa: si ricordi la situazione descritta dal Goldoni ne "I quattro rusteghi". Almeno in Occidente la donna poteva sempre scegliere il convento e nessuno poteva impedirglielo: ma nell'Islam non esiste nemmeno questa possibilità.
Viene tradizionalmente richiesta la verginità della sposa (ovviamente a meno che non si tratti di vedova o divorziata): la pratica però di verificare preventivamente questo stato da parte di una donna di fiducia della famiglia dello sposo non è una pratica Islamica ma è diffusa in alcune aree. Da noi invece era antica tradizione che dopo la consumazione del matrimonio venisse mostrata la biancheria macchiata di sangue verginale.
Le mutilazione genitali femminili non rientrano nell'Islam e per questo fenomeno tanto ripugnante alla sensibilità moderna i mussulmani respingono ogni responsabilità: tuttavia sono però praticate in zone Islamiche dell'africa (soprattutto in Corno d'africa, Sudan e anche in Egitto ) senza che le autorità religiose Islamiche vi si oppongano: ci pare che che almeno vi sia una responsabilità di "omissione".
Oltre al matrimonio vero e proprio a tempo indeterminato (in arabo :Nikah )di cui abbiamo fino ad ora trattato è anche previsto stranamente anche un matrimonio temporaneo detto Mut'a che rientra nella categoria giuridica dei contratti degli "affitti (ijara). Il matrimonio coè viene stipulato per un tempo determinato e rinnovabile scaduto il quale il matrimonio ha termine e gli sposi sono liberi da ogni vincolo. Questo istituto è contrastato una volta tanto dagli innovatori che dai tradizionalisti perchè in effetti viene ad essere una legalizzazione di un rapporto extraconiugale: si badi però che l'uomo puo essere sposato (essendo ammessa la poligamia ) ma non la donna.
Questo istituto, d'altronde ormai quasi del tutto abbandonato, è stato conosciuto in Occidente in anni recenti per fatti avvenuti in Algeria. Quivi infatti militanti del FIS (fronte Islamico) entravano in villaggi conquistati e sposavano "temporaneamente" ragazze del posto per qualche giorno fino a che andavano poi via. In effetti si trattava di uno stupro che veniva legalizzato. Da notare che la notizia è stata riportata dalla stampa algerina strettamente controllata dal governo: non ci è possibile controllare la veridicità e l'estensione del fenomeno.