Pubblicato in " Appunti " giugno 2011 n 6,anno VIII HOME
LE IDEE DEL 68
Giovanni De Sio Cesari
La carica ideale
I contestatori del 68 furono mossi da una grande carica ideale, spinti da una granitica convinzione di lottare contro il male a favore del bene: non si voleva tanto cambiare questo o quell’aspetto particolare ma si voleva una palingenesi universale, un cambiamento totale: la contestazione era globale
Per questo quelli che hanno fatto il 68 resteranno sessantottini per sempre perche quella grande carica ideale (che poi si combina con i ricordi della giovinezza), costituisce un momento magico, irripetibile, un ideale che mai si spegnerà nel profondo del loro animo: io c’ero
Al di la della stima e ammirazione per le intenzioni le cose del mondo si possono vedere anche in altro modo: non una lotta titanica del bene contro il male ma il bene il male non sono facilmente identificabili, anzi forse non si può nemmeno parlare di bene e di male. e comunque ogni bene comporta un suo male e viceversa
Si può esaminare ogni cosa non per stabilire se appartenga al campo del bene o a quello del male ma per valutare attentamente i suoi aspetti positivi, quelli negativi, rispetto a determinati principi o criteri, soprattutto bisogna aver il senso della misura e dei fatti reali.
Il nucleo politico
Le idee del 68 furono molto varie, spesso contrastanti per cui le lotte interne erano più vivaci che quelle verso i nemici esterni del movimento le cui ragioni, d’altra parte, non venivano nemmeno prese in considerazione. Difficile quindi identificare quelle idee se non si parte dal principio eminentemente politico intorno al quale si raccoglievano e trovavano giustificazione razionali tutte le altre e molte varie istanze.
Tale principio può essere identificato con il fatto che I contestatori si immaginarono che il capitalismo fosse il male radicale: abbattendo quello si sarebbero affermati la solidarietà, i diritti delle donne, dei bambini, la liberazione sessuale e tutti i beni del mondo, magari il buon funzionamento dei mezzi pubblici e i parcheggi.
Era un ritorno conclamato al “vero” Marx contrapposto al comunismo realizzato definito ( giustamente) capitalismo di stato : il vero comunismo era una società nella quale, caduta la divisione in classe, sarebbero anche cadute le catene del’egoismo: ciascuno avrebbe dato per quanto poteva e ricevuto per quanto aveva bisogno: una specie di paradiso in terra
In realtà con il senno di poi ( ma pure con quello del tempo) gli ideali marxiani erano già tragicamente falliti in Occidente nelle purghe staliniane e stavano fallendo in Oriente con il uno dei più grandi disastri della storia :la rivoluzione culturale in Cina e poi il genocidio del Kmer rossi in Cambogia.
Restava invece due modelli possibili: il capitalismo di stato (URSS) e quello del capitalismo privato dell’Occidente. In seguito il capitalismo di stato si è dissolto perche ha perso il confronto con quello privato. Gli ideali della contestazione erano pertanto fuori del tempo, guardavano un passato ormai superato: non erano il sole dell’avvenire ma un ritorno a un passato ormai definitivamente condannato dalla storia, un illusione possibile solo a chi all’analisi di ciò che era avvenuto e avveniva realmente nel mondo sostituiva una carica ideale, un sogno bellissimo
Non ha certo visto il futuro:proprio in quegli il PCI che era retto da persone ben più consapevoli invece bussava alle porte della DC con il compromesso storico anticipando quella trasformazione che poi sarà fatta 20 anni dopo con la svolta di Occhetto.
Però il 68, proprio per il suo carattere totalizzante, risucchiò in un vortice tante altre istanze e movimenti che si agitavano in quegli anni. Alcune di esse come il femminismo, la liberazione sessuale , il pacifismo, erano movimenti che poi ebbero successo e si affermarono nella società Per altre istanze invece si trattava di principi etici tradizionali sempre presenti nella storia: la ipocrisia, la corruzione, l’ingiustizia
In realtà i primi avevano un loro andamento, un loro sviluppo autonomo dalla contestazione e si affermarono anche nei contesti nei quali la contestazione non avrebbe avuto luogo o effetti: per i secondi si tratta di istanze di sempre contro dei mali di sempre presenti in ogni epoca e dei quali la stessa contestazione non può considerarsi esente
Per esemplificare esaminiamo tra i primi la cosi detta “liberazione sessuale” e tra i secondi la polemica conto la ipocrisia .
Liberazione sessuale
In passato, in tutte le culture, la sessualità veniva ristretta nell’ambito del matrimonio per l’evidente esigenza che la nascita di un bambini avvenisse nell’ambito di una famiglia pronta ad accoglierlo. Quando pero si inventano e si diffondono metodi efficaci di contraccezione, staccando cosi la sessualità dalla procreazione, il principio divenne praticamene impossibile da mantenere. Un mondo intero allora di antiche tradizioni e rigidi divieti cominciò a franare. Questo fenomeno avvenne prima nei paesi nordici: negli anni 50 Sordi nel film “ il diavolo” rappresentava lo stupore di un italiano a vedere la disponibilità sessuale delle ragazze svedesi. Negli anni 50 esiste anche tutta una letteratura di donne che descrivano le loro esperienze sessuali al di fuori del matrimonio, Già nel 1955 Eduardo DE Filippo in” la mia famiglia “ rappresentava addirittura una ragazza che, per sembrare moderna, fingeva di avere avuto rapporti sessuali che in realtà non aveva avuto Da noi tuttavia negli anni 60 la liberalizzazione sessuale (chiamiamola cosi) si diffuse lentamente e a macchie: più nella borghesia che nei ceti popolari, più nelle città che nelle campagne Negli anni 60, benchè resistesse il principio della verginità delle spose, tuttavia sempre meno spose lo erano poi davvero: perche dei fidanzati avrebbero dovuto aspettare per tanti anni “il grande giorno” per fare l’amore? Molta ipocrisia diciamo: in pratica pero si sapeva già
In questo quadro irrompe il 68: allora la liberalizzazione strisciante divenne all’improvviso tumultuosa e aperta, una bandiera, quasi un dovere.
La si collegò fantasiosamente alla lotta di classe, si proclamò che la repressione era di matrice borghese, senza comprenderne la causa reale
In realtà la liberalizzazione sessuale non c’entra assolutamente niente con il comunismo o il capitalismo: comunque era di matrice borghese , si è affermata in seguito in un società capitalistica : nell’ambito del comunismo cinese ( allora molto in voga ) invece trionfava la morale tradizionale mentre ogni liberalizzazione veniva bollata come decadenza borghese.
Il fatto era che ogni movimento nuovo veniva aspirato nel gorgo della contestazione con motivazioni fantasiose e irrealistiche
Nel 68 si diffuse idee estremistiche: si diceva che fare sesso doveva diventare facile come bere un bicchiere di acqua , si formarono comuni nelle quali il sesso era libero fra tutti i componenti senza limiti.
Questi posizioni estreme sono state poi in parte riassorbite: certo un cosa è dire che si può fare sesso con chiunque capiti e un’altra è che essa rimane comunque nell’ambito di un rapporto affettivo salvaguardando comunque la fedeltà
Ipocrisia
I giovani del 68 erano pieni di ansia di autenticità, come si diceva allora, e si dichiararono in particolari nemici irriducibili della ipocrisia che avrebbe invece caratterizzata la società borghese contro cui combattevano. La ipocrisia era interpretata come una espressione del capitalismo, abbattuto il quale sarebbe sparita anche la ipocrisia come tutti gli altri mali (veri o supposti)
Ma consideriamo la questione
L'ipocrisia non è un fenomeno solo degli anni 60, certamente: è presente nell’antichità come nel medioevo come nel 700, in Europa come in India come in Cina e dovunque e cosi ugualmente è presente anche la sincerità : e come sono presenti l’odio e l’amore, l’egoismo e l’altruismo, la fedeltà e il tradimento. Questo perche l’uomo per propria natura è ANCHE ipocrita, perche la società nelle sue strutture comporta ANCHE la ipocrisia ( cosi come tutto il resto che ricordavo )
Ora pensare che dei giovani scendendo in piazza , urlando slogan, cantando qualche canzone possano estirpare dal mondo la ipocrisia è ingenuità spiegabile solo con il semplicismo con cui si affrontavano i problemi del mondo senza alcuna comprensione dei fatti e delle cause dei fatti
In realtà non solo la ipocrisia non è stata estirpata nel mondo ma sostanzialmente è stata presente anche nei 68 come dovunque;a questo proposito forse è bene chiarire cosa sia
L’ipocrisia consiste nel fatto che si finge di avere opinioni che sono considerate positivamente dalla società: ovviamente se quelle opinioni perdono il loro prestigio sociale allora non c’è più ragione di essere ipocriti per quelle idee: ma ovviamente questo non significa che ci sia meno ipocrisia: si è semplicemente spostata altrove
Se predomina la religione o l’ateismo, il nazionalismo o il cosmopolitismo, la democrazia o il fascismo le persone saranno ipocrite a misura in cui fingeranno di aderire a quelle idee predominati senza pensarlo effettivamente
Cosi se un tempo era disdicevole per una ragazza parlare di sesso, molte ( o tutte, forse) che ci pensavano assai, fingevano disinteresse.
Ma quando questo tabu è caduto, con il 68 è e invece era considerato moderno ed emancipato parlare di sesso le ragazze ne cominciarono a parlare
Tutto ciò può dare l’impressione che si sia meno ipocriti
Ma sarebbe del tutto errato pensare che questo mutamento significhi una minore ipocrisia. Cosi divenne alla moda essere “contro” come mentre prima era apprezzato essere “ a favore”. Ma nulla ci fa credere che in effetti tutti i giovani e non più giovani che dicevano di aderire alle nuove idee vi aderissero veramente e fossero meno ipocriti dei loro padri che mostravano di aderire ad altre idee prima apprezzate
Esaminiamo per esempio il conformismo degli abiti
Essi considerarono giacca e cravatta come espressione di ipocrito conformismo e indossarono maglioni e jeans considerati più autentici. In realtà si può essere anticonformista o conformista sia indossando giacche che maglioni
Noi viviamo in un mondo di segni, nei quali comunichiamo agli altri quello che vogliamo essere considerati secondo il linguaggio proprio del momento storico
Per questo i sessantottini dismisero le giacche e indossarono maglioni: se avessero considerato indifferente l’abito avrebbero continuato a portare giacche : il conformismo dei vestiti tocco allora punte veramente altissime.
Conclusione
Gli anni 50 e 60 sono stati gli anni del miracolo economico:della speranza del progresso democratico: una età veramente eccezionale, l’età dell’oro, come la definì Hobsbawn, nella quale i lavoratori avevano raggiunto livelli di vita prima del tutto impensabili.
I più anziani vedevano stupefatti i cambiamenti, e non riuscivano a capacitarsene: in effetti nella storia non c’era mai stato un periodo tanto breve nel quale ci fossero stati progressi tanto grandi. L’Italia agricola e affamata di sempre era sparita per dar posto all’Italia dell’abbondanza e delle file sull’autostrade per le vacanze: del consumismo, come si disse.
Con gli anni 70 è iniziato il declino della nostra civiltà: qua e la siamo riusciti a resistere ma si teme assai e con angoscia che il primato economico e civile dell’Europa durato più di due secoli sia ormai alla fine: la Cina presumibilmente ci sostituirà a breve
In questa prospettiva allora come collocare il 68: potremmo discutere se sia una delle cause della decadenza o solo un sintomo della decadenza o magari pensare che la decadenza sia dovuta proprio al suo fallimento
In ogni caso è ben difficile considerarlo un momento glorioso che ha creato la nostra realtà .Se infatti ha inciso profondamente sulla nostra società vuol dire che ha pure inciso sula decadenza, se invece pensiamo che la decadenza non c’entra con il 68 vuol dire allora che esso non ha inciso molto.
Comunque nel valutare vedere le cose teniamo presente che sono passati 40 anni che il l’orizzonte sociale e psicologico attuale è lontanissimo da quelle di quei tempi.
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