Pubblicata v nuova edizione    dicembre    2015.    HOME          

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    L'esistenza storica  di Gesu detto il Cristo

     

    Nuova edizione con aggiunte

     

     Giovanni De Sio Cesari

     

    LA FIGURA DI GESU'  è sempre stata oggetto di dispute. Nell'ambito cristiano si è sempre  discusso della sua natura (questioni cristologiche);per gli Ebrei è un falso profeta, per i Mussulmani un vero profeta ma male interpretato, per i pagani e poi per i non credenti un impostore o anche un "uomo giusto" ma  mitizzato e divinizzato dai suoi seguaci. Fino al 1800 però mai si era dubitato della sua effettiva esistenza storica . Con lo sviluppo però della critica storica, con la ricerca della "fonte" ci si avvide o, meglio,si prese coscienza di un fatto che era sempre stato conosciuto: di Gesù non abbiamo alcuna notizia da fonte non cristiana. Più precisamente, abbiamo solo un piccolo passo di Giuseppe Flavio, storico ebreo non cristiano che parla di Gesù ma appare chiaro che il passo è una antica  interpolazione, segno questo che già nell'antichità si sentiva il bisogno di confermare l'esistenza storica di Gesù.

    In un contesto  di aspra polemica anticristiana si diffuse la teoria MITICA dell'origine del Cristianesimo: la maggior parte degli storici concluse che Gesù non era mai esistito veramente, ma che si trattava di un  MITO  creato in una certa cerchia di persone e in seguito, magari in buona fede o al fin di bene , trasformato in avvenimenti reali. 

    TEORIA MITICA - in un certo ambiente ebraico in fervida attesa  di un Messia, cominciarono a circolare delle sentenze, delle massime, delle parabole. Man mano esse vennero attribuite a un personaggio insistente ma del nome comune, Gesù e quindi si cominciò anche a inventare fatti della sua vita. In seguito poi si misero per iscritto alcuni di questi racconti e si ebbero i quattro Vangeli composti appunto di "fatti" e di "sentenze" e che furono poi in seguito ampiamente rimaneggiati. Altro materiale andò a formare altri Vangeli, quelli che poi furono definiti apocrifi che in parte ci sono pervenuti, in parte sono andati perduti. 

    Non si tratta propriamente di una impostura, di un imbroglio deliberato ma di un processo naturale molto comune nella storia, specie nella nascita delle religioni: la mancanza di uno spirito critico  (che è cosa propriamente moderna ) fa si gli uomini credano facilmente a quello che viene raccontato, e con il tempo racconti fantastici vengono presi per veri.

    I "fatti" narrati vanno allora  interpretati non come descrizioni di avvenimenti reali ma come "simboli" di verità etico-religiose, "miti" appunto, come facciamo con i miti pagani: il ratto di Proserpina allude alle vicende delle stagioni, la punizione di Prometeo rappresenta la sete di conoscenza dell'uomo, magari la leggenda di Edipo simboleggia pulsioni inconsce.

    Si cerca, quindi, la interpretazione di ciascun passo evangelico attingendo alla cultura, alla mentalità, alle attese del tempo.

    Abbiamo molte varianti di questa teoria con atteggiamenti di ogni gradazione sia positiva che negativa nei confronti del Cristianesimo. Si trovano poi infiniti collegamenti più meno verosimili con ogni sorta di avvenimenti e aspetti culturali dell'epoca  veri o presunti.

    Qualche esempio:l'Incarnazione rappresenta la divinizzazione dell'uomo, l'ultima cena rimanda a riti iniziatici orientali in cui ci si ciba magicamente delle carni di un dio. la resurrezione è la rinascita dell'uomo alla verità.

    IN QUESTO ARTICOLO non intendiamo entrare nel merito del valore , del significato storico del cristianesimo, nè delle interpretazioni che si possono dare alla predicazione evangelica ma solo fare il punto sul dibattito , da un punto di vista strettamente scientifico, sulla questione storica, ormai più che secolare: effettivamente è vissuto nel primo secolo della nostra  una uomo di nome Gesù detto il Cristo ?

     

    LE FONTI

     

    FONTI CRISTIANE

    I QUATTRO EVANGELI: si tratta di opere semplici essenziali, brevi, per nulla paragonabili alle vaste e organiche opere che l'antichità ci ha tramandato L'evangelo di Matteo fu scritto in Aramaico ma il testo non ci è pervenuto (molti dubitano che sia mai esistito), gli altri in greco, lingua comune nella parte orientale dell'Impero Romano.  Ciascuno dei Vangeli ha proprie peculiarità,presenta elementi non presenti in altri, talvolta vi è discordanze nei particolari ma nel complesso la vicenda  e l'insegnamento sono gli stessi. Il racconto  appare disposto in parte secondo un ordine cronologico,( i fatti) in parte secondo un ordine logico (per quanto riguarda la predicazione di Gesù)  Vi sono riferimenti a personaggi storici che ci rimandano alle date ma manca propriamente una cronologia esplicita. Non viene indicata l'anno né della nascita né della morte di Gesù: per le date  solo in  Luca   vi è il riferimento al 15° anno dell'impero Tiberio corrispondente al  27 d.C.

    ATTI  DEGLI APOSTOLI: è la narrazione semplice e chiara, disposta in  ordine cronologico delle vicende degli apostoli e poi in particolare di Paolo scritta da Luca che a un certo punto della vicenda racconta in prima persona.La narrazione si interrompe intono al 62 d.C. ,comunque prima della persecuzione  di Nerone (64    d.C.) che non viene citata .Anche se in questa opera non si parla della vita di Gesù essa è importante per il nostro assunto perché comunque la esistenza fisica di Gesù è presupposta chiaramente e quindi l'opera costituisce una fonte storica della sua esistenza

    EPISTOLE: lettera scritte da vari apostoli, in maggioranza da Paolo. Come nel caso precedente esse presuppongono la esistenza fisica di Gesù e pertanto possono considerarsi fonti

    VANGELI  APOCRIFI: vi fu un proliferare di un gran numero di narrazioni su Gesù, che pero la chiesa non riconobbe per veritieri e furono detti Vangeli Apocrifi e che ci sono in buona parte pervenuti. Essi sono immediatamente distinguibili dai Vangeli canonici per stile e contenuti: sono sovrabbondanti, fantasiosi, ricchi di particolari, di riferimenti suggestivi. Non viene riconosciuto ad essi alcun valore storico ma pure possono essere interessanti per la nostra ricerca.

    FONTI NON CRISTIANE

    GIUSEPPE FLAVIO: ebreo passato ai Romani durante la repressione della rivolta giudaica  scrisse due opere monumentali  intono alla fine del primo secolo "antichità giudaiche" e  "Guerra Giudaica" in aramaico (testo non pervenuto) ma tradotte subito in greco: nella prima di queste opere appare un passo che parla direttamente di Gesù e altri due che gli fanno riferimento indiretto : su questi passi vi è una contestazione che esamineremo ampiamente in seguito.

    CITAZIONE SUI CRISTIANI: le più antiche notizie pervenuteci  di non cristiani sui cristiani (non su Cristo direttamente) risalgono al 110-120 d.C. : sono di Plinio e Svetonio  (riferentesi all'età di Claudio), e soprattutto Tacito riferentesi alla persecuzione di Nerone del 64  d.C.

    SULLE FONTI CRISTIANE

    I TEMPI DELLA REDAZIONE - L'ipotesi mitica presuppone che gli scritti cristianI si siano formati in modo analogo ai poemi omerici o alla Canzone di Orlando. Tuttavia per un processo del genere occorre molto tempo, devono passare molte generazioni in modo che  il tempo in cui sono collocati gli avvenimenti sia quindi abbastanza remoto da essere incontrollabile, anzi il tempo è posto in un generico passato senza precise determinazioni. Diventa quindi fondamentale nella discussione del carattere storico o  mitico degli scritti cristiani determinare il tempo della redazione

    I DATI INTERNI agli scritti sono numerosi e rendono possibile anche una cronologia della redazione con oscillazioni molto limitate. Per i Vangeli si deve tenere presente la distruzione di Gerusalemme del 70 d. C: i Vangeli sinottici (Matteo,Marco e  Luca ) ignorano l'avvenimento. mentre  secondo Giovanni, mettendo  al passato le indicazioni topologiche, mostra chiaramente che ormai quei luoghi non esistono più in seguito alla devastazione della repressione romana

    Per gli Atti viene ignorata la persecuzione di Nerone,si possono anche controllare i riferimenti a personaggi storici noti e pertanto la sua redazione deve essere terminata intorno al 63 d.C. 

    Per le epistole l'indicazione è abbastanza agevole in riferimento agli Atti 

    Diamo una indicazione di massima delle date di redazione 

    Data

    OPERE

    50

    lettera di Giacomo 

    51

    lettere I e I!I ai Tessalonicesi (di Paolo) 

    52

    evangelo di Matteo 

    54

    lettera ai Galati {Paolo)

    56

    lettera I ai Corinzi (id. ) 

    57

    lettera II ai Corinzi (id.) 

    58

    lettera ai Romani {id.)

    60

    evangelo di Marco 

    62

    evangelo di Luca 

    63

    lettere ai Colossesi, agli Efesini, a Filemo.ne, ai Filippesi (Paolo)

    63

    Atti degli :Apostoli 

    63-64

    lettera di Giuda e lettera I di Pietro 

    64-65

    lettera agli Ebrei {Paolo) 

    66-67

    lettera I a Timoteo, 

    65

    lettera a Tito, lettera II a Timoteo (Paolo)

    66-67

    lettera II di Pietro 

    94

    Apocalisse 

    100

    evangelo e lettere I, II e III di Giovanni.

    Naturalmente le date sono solo una congettura di massima e possono  essere spostate ma di alcuni anni, di qualche decennio: ma il tempo per la formazione di una leggenda che si misura in secoli e generazioni come avviene per i poemi omerici, per la canzone di Orlando, per i Nibelunghi.

    Ammettiamo che  che vi siano state delle manomissioni: ma come pensare a falsificatori tante abili  da riuscire a dare l'impressione di aver scritto in tempi passati.  La tesi mitica presuppone  un processo inconscio non  falsificazioni abilissime.

    D'altronde tutte le interpolazioni  cristiane sono di una ingenuità disarmante: si pensi, per restare nel tema, che nel caso di Giuseppe Flavio si attribuiscono al un non cristiano parole che potevano essere solo di un cristiano. Nella famosa donazione di Costantino si attribuiscono all'imperatore romano  addirittura una corte di "satrapi" 

    RISCONTRI ARCHEOLOGICI - Frammento Rynalds: nel 1935 l'inglese Roberts pubblicò un papiro trovato in Egitto e databile con certezza  al 125 d. C. In esso è contenuto un breve frammento del Vangelo secondo Giovanni. Se si considera che la zona era abbastanza remota  e che i tempi antichi di trascrizione e trasporto erano sempre piuttosto lenti chiaramente emerge una conferma alla datazione tradizionale.

    Frammento di Qumran: Come è noto in questa località furono trovate per caso, nel 1947 una serie di anfore contenenti rotoli di papiri appartenuti a una comunità ebraica prima della distruzione di Gerusalemme del 70 d. C In uno di tali frammenti, uno dei pochi in greco, vengono identificati alcune versetti del Vangelo di Marco

     Questi ritrovamenti quindi confermano le date suggerite dai testi stessi anche se, dobbiamo notare che riconoscimenti di tale natura  non possono essere considerati del tutto sicuri 

     

    LA CORNICE storica e geografica descritta negli scritti è generalmente considerato l'elemento più importante per sostenere la storicità  dei testi stessi. Infatti una caratteristica peculiare delle narrazione leggendaria è che  tempi , luoghi, personaggi assumono aspetti irreali. 

    Ma nelle narrazione evangeliche e negli Atti  vengono descritte minutamente, o meglio presupposte, località, fatti, personaggi, usanze  tutte riconosciute in tempi moderni storicamente esatte . Per ogni località si indica esattamente la posizione,il percorso per arrivarci,se si sale o se si scende. I personaggi storici sono tutti perfettamente riconoscibili: Pilato, Erode il Grande, Erode Antipa, Caifa  si comportano come noi ci aspetteremmo che si comportassero. Vengono ricordate i tempi , come era d'uso, indicando i nomi dei magistrati. Qualche esempio: Il governatore romano (che in genere risiede a Cesarea)  si trova con l'esercito a Gerusalemme per la Pasqua. Il luogo lastricato  dove Gesù incontra Pilato è stato ritrovato esattamente al posto dove viene presentato. quando Gesù prende una moneta su cui vi sia la figura di Cesare non prende una moneta qualsiasi ma proprio un denario, perché l'unica moneta circolante in Palestina con immagini era proprio solo il denario. (vedi anche: Storia ebraica, Età romana).

    Gli Atti  descrivono tanto bene il viaggio per  mare di Paolo che qualcuno dice che sono anche un trattato di navigazione degli antichi. Vi ci si afferma che che i magistrati che presiedono ai giochi  ad Efeso vengono  vengono  denominati asiarchi, che sotto il procuratore Felice il tribuno della coorte di Gerusalemme si chiamava Claudio Lisa  : sono stati   l'unica fonte di queste notizie per duemila anni  fino a che scavi moderni le hanno confermate 

    E' fuori di ogni dubbio che chi scrive conosce perfettamente per esperienza diretta e personale il mondo che descrive : l'ipotesi mitica appare assolutamente insostenibile da questo punto di vista.

     

    IL GENERE LETTERARIO - Ogni opera ha  sempre un suo carattere letterario che ci aiuta anche a decifrarne il senso:  il genere degli scritti del Nuovo Testamento è quello della leggenda? 

    La leggenda è sovrabbondante, ricca di particolari, disegna i personaggi a tinte forti,esalta i personaggi come modelli perfetti..

    Nella Canzone di Orlando  Carlo non è solo un giovane re (tale era al tempo di Roncisvalle) ma diventa gia un imperatore che ha piu di cento anni. i pochi montanari Baschi diventano un esercito sterminato di duecentomila  saraceni, la modesta retroguardia dei Franchi diventa il fiore dell'esercito ,i paladini sono modelli perfetti di cavalieri senza paura e senza macchia 

    Caratteri leggendari si trovano chiaramente nel Vangeli apocrifi che per questo motivo sono chiaramente riconoscibili. Ma i testi dei Vangeli (e ancora più gli Atti) non hanno nessuno dei caratteri della leggenda. Gia il fatto che essi sono ben quattro e non uno solo esclude che siano una redazione di scritti vaganti : abbiamo una sola Iliade scritta,una sola Odissea: chi si incarica di scrivere dei racconti che sono in circolazione li mette in ordine, ne dà una sola redazione. Gli evangeli poi si contraddicono continuamente nei particolari anche se presentano in sostanza gli stessi eventi. Una redazione posteriore o anche un rimaneggiamento posteriore avrebbe certamente limato le discordanze  Invece ogni Vangelo riporta fatti non riportati dagli altri; due trattano  solo della predicazione,due parlano anche della nascita ,le genealogie non corrispondono,le circostanze degli avvenimenti sono sempre un po' diverse.Si provi a chiedere  a più persone di raccontare gli stessi episodi: troverete sempre delle discordanze e si   pensi che nel nostro caso sono passati decenni fra gli avvenimenti e la relazione scritta . I personaggi e lo stesso Cristo non sono modelli astratti: non solo Pietro rinnega tre volte il suo Maestro ma lo stesso Cristo chiede che gli si allontani il  calice amaro

    Si noti poi che ogni Vangelo corrisponde a una personalità diverse: Matteo che si rivolge agli Ebrei  si affanna a trovare  le profezie per ogni fatto; Marco è più popolare, meno controllato, abbonda in particolari non necessari . Luca invece è uomo colto, scrive con stile secondo i canoni del tempo, premette anche una breve proemio con una dedica a uno sconosciuto" Teofilo", Giovanni invece mostra un interesse di inquadramento filosofico assente negli altri, 

    Tutto ciò porta a ritenere che i Vangeli appartengano al genere delle "memorie"   proprie o raccolte da altri: possono essere imperfette, possono anche aver interpretati i fatti in modo errato, possono aver accolto elementi non provati ma certamente parlano di fatti concreti, reali: la leggenda ,il racconto inventato ha caratteri del tutto  diversi.

     

    GIUSEPPE FLAVIO

     

    Poche righe  che si ritrovano in una sua opera  costituiscono il più importante elemento  della discussione intorno alla effettiva esistenza storica di Gesù. Pertanto dedichiamo ampio spazio all'argomento

    La VITA. Joseph  (Giuseppe)  Matatias nato intorno al 37 d.C. fu importante esponente giudeo, Durante la rivolta antiromana  culminata poi con la distruzione di Gerusalemme del 70 d.C. fu a capo della guarnigione di Jotapata ma, conquistata questa dai Romani, mentre i suoi compagni si diedero la morte per non cadere nelle mani dei nemici  egli invece si consegnò ai Romani. In seguito collaborò attivamente con l'esercito romano, divenne un protetto (cliente) dell'imperatore Tito , ne assunse il patronimico (Flavio) e ricevette ampie ricompense in terre e ricchezze. (vedi anche: Assedio di Gerusalemme").

    Scrisse quattro opere:

    ·       La guerra giudaica nella quale racconta ampiamente e minuziosamente della repressione della rivolta guidaica da parte dei Romani fra il 67e il 70 d.C. in essa parla anche di se stesso e della sua attività in quella vicenda.

    ·       Le Antichità giudaica: Storia ebraica da  da Abramo al 66 d.C.: naturalmente l'interesse è soprattutto per l'ultimo periodo che corrisponde alla dominazione romana e all'età di Gesù

    ·       Autobiografia: nella quale si difende dai suoi detrattori

    ·       Contro Apione: scritto di polemica contro un certo Apione in difesa  degli Ebrei e della loro cultura.

    Morì nel 103 d.C.

    L'ATTEGGIAMENTO DI GIUSEPPE - Fu accusato ai suoi tempi di tradimento verso la sua gente e anche modernamente è stato messo in risalto il suo servilismo verso i Romani , e anche i vantaggi economici che  seppe  ricavare (si veda: Vidal-naquet pierre: Buon uso del tradimento, Editori Riuniti,1994 -  non reperibile in rete)

    Altri autori hanno però messo in risalto che egli fu persona ragionevole che si rese conto in tempo e poi constatò di persona il disastro nel quale precipitavano i Giudei nella loro inutile rivolta contro l'impero. Non rinnegò mai la sua fede,nè il suo popolo ma vide il  posto degli Ebrei solo nell'ambito dell'impero In effetti possiamo dire che fu contro lo spirito di una rivolta fanatica, (integralismo o fondamentalismo , diremmo noi) per sostenere una integrazione  che rispettava la peculiarità religiosa e culturale ebraica.Va poi notato che in effetti gli Ebrei della diaspora nell'Impero non subirono persecuzioni e potettero prosperare in pace almeno fino a che il trionfo del cristianesimo non pose poi altri problemi.

    Comunque si voglia giudicare moralmente Giuseppe Flavio a noi interessa pero notare il suo atteggiamento verso i movimenti messianici. La Giudea dei tempi di Cristo era  scossa da movimenti violenti di rivolta antiromana, percorsa da una profonda aspirazione nazional religiosa : sorgevano continuamente in gran numero dei "messia", personaggi che affermavano di essere inviati da Dio per  portare i Giudei alla vittoria. In questo clima esplose la rivolta la tragica rivolta antiromana. Per Giuseppe Flavio  i movimenti messianici non sono quindi espressione del popolo ma bande di criminali e di assassini e sempre come tali li descrive Giuseppe Flavio.

    In questo quadro naturalmente  anche la predicazione di Gesù Cristo (ammesso ovviamente che sia esistita realmente) gli doveva apparire come uno dei tanti pericolosi movimenti  messianici che egli detestava.

    Ciò che appare strano è che Giuseppe non parla mai dei Cristiani: se possiamo dubitare dell'esistenza fisica di Gesù non possiamo certo dubitare dell'esistenza dei cristiani che alla fine del I secolo erano abbastanza numerosi anche in Roma e che già ai tempi di Nerone avevano subito una persecuzione. Come mai l'ebreo Giuseppe pare ignorare  completamente questo credo religioso che nasce dalla sua gente. Non sappiamo.

    Noi pero azzardiamo l'ipotesi che Giuseppe vedesse il  cristianesimo come una setta del tutto aliena dall'ebraismo, non ne riconoscesse o non volesse riconoscere cioè affatto il suo legame con l'ebraismo e la considerasse pertanto al di fuori del suo campo di indagine.

    Il problema verrebbe pero risolto almeno parzialmente se si ritiene autentico il brano su Gesù come di seguito mostriamo

     IL PASSO SU GESU' - Nelle antichità Giudaiche, scritte intorno al al 93-94 d.C. noi troviamo il  brano sotto riportato

    Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio, se pure bisogna chiamarlo uomo: era infatti autore di opere straordinarie, maestro di uomini che accolgono con piacere la verità, ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. Questi era il Cristo. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. Egli infatti apparve loro al terzo giorno nuovamente vivo, avendo già annunziato i divini profeti queste e migliaia d’altre meraviglie riguardo a lui. Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani” (Ant. XVIII, 63-64)

    Il brano appare chiaramente interpolato:infatti evidentemente è scritto da un credente in Cristo e certamente Giuseppe non lo era: pertanto alcuni concludono che Giuseppe non ha mai scritto di Gesù: essendo egli un attento osservatore di tutti i movimenti ebraici del I secolo il fatto che egli non parla di Gesù è la prova inoppugnabile che Gesù non è mai esistito

    ASPETTI  TESTUALI  DEL BRANO -  Giuseppe scrisse le sue opere in aramaico  dedicandole agli Ebrei d'oriente:probabilmente però egli pur conoscendo bene il greco (fece da interprete durante la guerra giudaica ) tuttavia non era in grado di scrivere in quella lingua. Le sue opere furono però subito tradotte in greco e in questa lingua ci sono pervenute.Non abbiamo quindi l'originale  aramaico e non sappiamo fino a che punto la versione greca fosse ad esso aderente

    I testi più antichi che abbiamo del brano  risalgono al XI secolo.e tutti riportano fedelmente lo stesso passo: tuttavia il passo è riportato  pero anche da Eusebio di Cesarea (III secolo d.C.) Un'altra citazione ma non molto chiara in verità si trova pure in Origene (Contra Celsum, III secolo d.C.) Pertanto il passo appare molto antico

    PASSO AUTENTICO MA EMENDATO - Altri  critici però ritengono che la interpolazione non riguardi tutto il brano ma solo alcune parti di esso. Se riproponiamo il brano togliendo le parti che abbiamo messo in corsivo avremmo

    Ci fu verso questo tempo Gesù, uomo saggio,  era infatti autore di opere straordinarie,(o nuove) maestro di uomini che accolgono con piacere la verità,(o le nuove dottrine) ed attirò a sé molti Giudei, e anche molti dei greci. E quando Pilato, per denunzia degli uomini notabili fra noi, lo punì di croce, non cessarono coloro che da principio lo avevano amato. . Ancor oggi non è venuta meno la tribù di quelli che, da costui, sono chiamati Cristiani” (Ant. XVIII, 63-64)

    Abbiamo messo tra parentesi anche possibili varianti di traduzioni dal greco  che attenuano ancora di più l'importanza della figura di Gesù.

     Dal punto di vista stilistico e grammaticale il passo non si discosta da quelli consueti di Giuseppe: le interpolazioni, operate in tempi  diversi, invece, naturalmente comportano delle difformità.

    Inoltre verrebbe spiegato anche la stranezza di non ricordare dei cristiani, di cui già prima abbiamo fatto cenno:infatti si parla infatti della "tribu" di coloro  che ancora oggi (siamo intorno  alla fine del I secolo) seguono il suo insegnamento.

    Va anche notato lo strano luogo in cui viene inserito il passo: se un cristiano avesse voluto inserire il brano lo avrebbe fatto subito dopo il punto nel quale Giuseppe ricorda il Battista.

    IL TESTO ARABO - All'inizio degli anni 70 fu fatta conoscere in occidente un'opera di uno scrittore cristiano del X secolo, un certo Agapito, vescovo di Ierapoli in Asia Minore.Si tratta di una opera storica scritta in arabo la quale a un erto punto richiama,  in inciso, il passo di Giuseppe Flavio che stiamo esaminando.

    Il testo, tradotto, suona così:

    "Similmente dice Giuseppe l’ebreo, poiché egli racconta nei trattati che ha scritto sul governo dei Giudei: “Ci fu verso quel tempo un uomo saggio che era chiamato Gesù, che dimostrava una buona condotta di vita ed era considerato virtuoso (o: dotto), e aveva come allievi molta gente dei Giudei e degli altri popoli. Pilato lo condannò alla crocifissione e alla morte, ma coloro che erano stati suoi discepoli non rinunciarono alla sua  dottrina e raccontarono che egli era loro apparso tre giorni dopo la crocifissione ed era vivo, ed era probabilmente il Cristo del quale i profeti hanno detto meraviglie”


    Nel passo, come si può notare, non appaiono quelle espressioni proprie di un cristiano che sono presenti nel testo che ci è pervenuto. Il linguaggio è quello di un non credente in Gesù che riporta quello che i discepoli "dicono", non quello che realmente era avvenuto. Il vescovo autore dell'opera  non pare interessato o consapevole del problema  dell'esistenza storica di Gesù.

    In verità il passo si discosta da quello che noi abbiamo, specie perché riporta la resurrezione che invece abbiamo escluso dal passo: se ne fa cenno pero nella interpolazione cristiana: potrebbe essere stata presenta in Giuseppe nella forma che troviamo della edizione araba. Nel complesso non vi è dubbio che i due passi sostanzialmente coincidono : si tenga presente che il passo è in arabo non sappiamo da quale lingua è stata tradotta (forse dall'aramaico originale  o forse chi sa in quante altre lingue è transitato) e che inoltre si tratta di una citazione  e non della trascrizione vera e propria.

    Quello pero che appare indubitabile è che il testo arabo ci assicura che nell'opera  di Giuseppe si accenna a  Gesù effettivamente, al di la della interpolazione avvenuta in occidente.

    TESTIMONIUM FLAVII ? - Possiamo allora concludere che le espressioni di inconfondibile matrice cristiana presenti nel passo siano delle interpolazioni di un passo realmente  esistente nell'opera originale 

    Ma perché qualcuno ha pensato di alterare il passo originale di Giuseppe sin dal III secolo ?

    La risposta di alcuni è perché si sentiva il bisogno di confermare l'esistenza reale di Gesù. Ma in nessun modo  appare che ,almeno fino al 1800 ,tale esistenza fosse messa in dubbio come abbiamo precisato all'inizio del nostro lavoro. Più verosimilmente a qualche sconosciuto amanuense cristiano il testo di Giuseppe dovette apparire poco rispettoso o meglio falso rispetto alle sue convinzioni religiose e quindi ritenne doveroso emendarlo e correggerlo senza certamente poter immaginare nemmeno lontanamente, i problemi che avremmo provocato. dopo 1500 anni, alla religione nella quale credeva questa sua incauta manomissione

     Da tutto ciò si è ritenuto che il passo di Giuseppe sia una vera e propria testimonianza (Testimonium Flavii) , sia pura rimaneggiata, dell'esistenza di Gesù

    Per altri, invece, permane l'idea che comunque il passo di Giuseppe relativo a Gesù sia un falso e che non è possibile ricostruire l'originale e pertanto manca una testimonianza di Giuseppe

    IL BRANO SUL BATTISTA - In Giuseppe vi è pure un brano che tratta della figura di Giovanni Battista che ha grande rilevanza nei Vangeli e che quindi in qualche modo può avvalorarne la storicità. Lo riportiamo integralmente.

    “Ad alcuni dei Giudei parve che l’esercito di Erode fosse stato annientato da Dio, il quale giustamente aveva vendicato l’uccisione di Giovanni soprannominato il Battista. Erode infatti mise a morte quel buon uomo che spingeva i Giudei che praticavano la virtù e osservavano la giustizia fra di loro e la pietà verso Dio a venire insieme al battesimo; così infatti sembrava a lui accettabile il battesimo, non già per il perdono di certi peccati commessi, ma per la purificazione del corpo, in quanto certamente l’anima è già purificata in anticipo per mezzo della giustizia. Ma quando si aggiunsero altre persone - infatti provarono il massimo piacere nell’ascoltare i suoi sermoni - temendo Erode la sua grandissima capacità di persuadere la gente, che non portasse a qualche sedizione - parevano infatti pronti a fare qualsiasi cosa dietro sua esortazione - ritenne molto meglio, prima che ne sorgesse qualche novità, sbarazzarsene prendendo l’iniziativa per primo, piuttosto che pentirsi dopo, messo alle strette in seguito ad un subbuglio. Ed egli per questo sospetto di Erode fu mandato in catene alla già citata fortezza di Macheronte, e colà fu ucciso”. (Ant. XVIII, 116-119)2.)


    Mettiamolo a confronto con la narrazione evangelica

    Perché Erode, fatto arrestare Giovanni, lo aveva incatenato e messo in prigione a motivo di Erodiada, moglie di Filippo suo fratello; perché Giovanni gli diceva: «Non ti è lecito averla». E benché desiderasse farlo morire, temette la folla che lo considerava un profeta. Mentre si celebrava il compleanno di Erode, la figlia di Erodiada ballò nel convito e piacque a Erode ed egli promise con giuramento di darle tutto quello che avrebbe richiesto. Ella, spintavi da sua madre, disse: «Dammi qui, su un piatto, la testa di Giovanni il battista». Il re ne fu rattristato ma, a motivo dei giuramenti e degli invitati, comandò che le fosse data, e mandò a decapitare Giovanni in prigione.La sua testa fu portata su un piatto e data alla fanciulla, che la portò a sua madre. E i discepoli di Giovanni andarono a prenderne il corpo e lo seppellirono. (Matteo 141-12)

    Come si può vedere il racconto evangelico riporta l'episodio della figlia di Erodiada  che invece Giuseppe  non riporta e che potrebbe essere poi essere soltanto una diceria .Viene presentata anche una precisa accusa di violazione delle leggi giudaiche sul matrimonio che però non doveva certamente essere il motivo fondamentale del contrasto ma solo la causa scatenante. Il contrasto prendeva corpo invece nel sospetto di Erode verso tutti coloro che erano zelanti nell'osservanza della religione  per il timore che qualcuno proclamandosi  "messia" mettesse in forse la sua autorità e scatenasse una rivolta.

    Sostanzialmente pero  la figura evangelica di Giovanni Battista  viene confermata dalla  storia di Giuseppe.

    ALTRI BRANI - Vengono anche ricordati da Giuseppe  Flavio altri personaggi citati dagli scritti cristiani: 

    TEUDA - quando era procuratore  Cuspio Fade nel 46 d.C si proclamò  Messia, capeggiò una rivolta antiromana affermando che le acque del Giordano si sarebbero aperte davanti al suo esercito. Viene citato in Atti,V, 35. Le date però, non sembrano compatibili.

    GIUDA IL GALILEO - un ennesimo capo che guidò una una ennesima rivolta antiromana che come al solito fini tragicamente intorno al 45 d.C. ricordato in Atti V,37
    GIACOMO  IL MINORE - Nelle "Antichità giudaiche" troviamo il seguente passo:

    Anano …convocò il sinedrio a giudizio e vi condusse il fratello di Gesù, detto il Cristo, di nome Giacomo, e alcuni altri, accusandoli di trasgressione della legge e condannandoli alla lapidazione”Ant. XX, 200)

    Il personaggio viene identificato con Giacomo detto poi "il Minore" (per distinguerlo da un altro Giacomo ) citato negli Atti. Si nota che viene indicato come "fratello" di Gesù mentre per i cristiani come è noto, Gesù è unigenito, e ciò esclude che possa trattarsi di una interpolazione cristiana.

    (I primi cristiani credevano che Gesù fosse unigenito. I Vangeli dicono esattamente il contrario, che Gesù aveva diversi fratelli e sorelle. Oggi questo lo si è dimenticato, ma a quei tempi non costituiva scandalo (lo stesso dogma della verginità di Maria nacque sul finire del 300).
    Inoltre la collocazione del passo di Giuseppe Flavio che tratta di Gesù, lontano da quello che parla di Giovanni Battista, conduce alla seguante alternativa, che spesso non viene evidenziata: O il passo di Giuseppe Flavio è interpolato, quindi falso, oppure è autentico, ed in questo caso, sono i Vangeli a sbagliarsi, e quindi ad essere inattendibili).

     

    QUESTIONE DI NAZARETH

     

    La pratica è ricordata anche negli  Atti degli apostoli (XI, 24): l'apostolo Paolo per contentare i Giudei più tradizionalisti fa da "padrino" ,pagando le spese ,ad alcuni convertiti al cristianesimo che avevano effettuata questa antica pratica devozionale.

    NAZARENO il termine greco " o Nazoraios,"( dall' aramaico "Nazorai" ) viene tradotte in latino con Nazarenus e in italiano (e nelle lingue moderne occidentali) in genere   con "da Nazareth"(si noti che in greco  vi è l'articolo che si perde in latino e quindi anche nelle traduzioni operate dal latino)  Ma il termine indica effettivamente una determinazione geografica oppure è un appellativo per indicare una condizione di nazireato o semplicemente un "devoto"? .Il problema è stato posto e sembra di impossibile soluzione: noi non sappiamo certamente come erano chiamati  gli abitanti di Nazareth (ammesso che la città sia esistita veramente) 

     NAZARETH E NAZARENO  Ci pare del tutto impossibile pensare che dei Giudei, convertiti al cristianesimo, potessero confondere le due cose. Il nazereato era ancora in grande onore in Giudea particolarmente in quelle correnti che ricercavano di rinnovare l'antiche tradizioni. Negli Atti vediamo che la pratica è conosciuta e praticata, anzi oggetto di contestazione fra innovatori e conservatori Abbiamo anche notizia di un "Vangelo dei nazareni" apocrifo e non pervenutoci 

    In queste circostanze pare davvero incredibile che  non si conoscessero il termine Nazareno tanto da confonderlo con un termine geografico ed inventare addirittura una città ad hoc. E' come pensare che un prete cattolico moderno credesse che il rosario sia qualcosa di originario della città di Rosa

    E' ESISTITA  NAZARETH ?  Dal IV secolo, con l'affermazione del cristianesimo si comincia a citare la cittadina che esiste tuttora con questo nome. Si può pensare che essa sia stata una identificazione tardiva fatta da cristiani di una località diversa. Non ci rimane però nessuna testimonianza di una "difficoltà" nell'identificazione di essa, nessuna contestazione. Se la città non fosse effettivamente esistita avremmo assistito al sorgere di una folla di "Nazareth ", come generalmente avviene in casi simili.

    Si noti poi che tutti le altre località citate nei Vangeli e negli Atti sono perfettamente individuate: sarebbe ben strano che propria per la città di Gesù non si  sarebbe acuto l' accortezza di accertarsi effettivamente della sua esistenza. 

    Un elemento importantissimo ci viene dal ritrovamenti operati i da archeologi israeliani nel 1962. Nella località dove sorgeva la città di Cesarea  che era la sede abituale dell'autorità romana, fu rinvenuta una lapide sulla quale si legge chiaramente la scritta "Nazareth " scritta in caratteri aramaici risalente al III secolo a.C.: pertanto pare ormai fuori dubbio che effettivamente una località con tale nome  esisteva già da secoli. 

    Possiamo ipotizzare che si trattasse solo di un piccolo gruppo di case che magari erano pure conosciute con l'indicazione di un' altra città vicina della quale costituiva come una frazione. 

     

    ALTRE FONTI NON CRISTIANE 

     

    Come abbiamo gia accennato le prime fonti non cristiane che parlano dei cristiani (e non di Cristo direttamente) risalgono al 110 e seg. d. C. Esaminiamole brevemente.

    SVETONIO:

    .. [l'imperatore Claudio] scacciò da Roma i Giudei che, istigati da Cristo, erano continuamente in lotta..." (Claudius XXV, 4);

    Dal brano possiamo ricavare  che i Cristiani prendono il nome da Cristo, che essi erano gia numerosi e mal visti ai tempi di Claudio e che vengono considerati Giudei

    PLINIO:

    ..erano soliti riunirsi alle prime luci dell'alba, ed innalzare un canto a Cristo, come se fosse un dio..." (Epistolae, 96).

    .

    Pure in questo caso i cristiani vengono fatti risalire a Cristo, adorato come un Dio.

    TACITO:

    Per tagliar corto alle pubbliche voci, Nerone accusò di essere colpevoli, e sottopose a raffinatissime pene, coloro che il popolo chiamava Cristiani e che erano odiati per i loro crimini. Quel nome veniva da Cristo, che sotto il regno di Tiberio era stato condannato al supplizio per ordine del procuratore Ponzio Pilato. Momentaneamente sopita, questa malefica superstizione proruppe di nuovo non solo in Giudea, luogo d'origine di quel flagello, ma anche in Roma dove tutto ciò che è vergognoso e abominevole viene a confluire e attecchisce. Per primi furono arrestati coloro che facevano aperta confessione di tale credenza. Poi, su denuncia di questi, ne fu arrestata una gran moltitudine non tanto perché accusati di aver provocato l'incendio, ma perché erano pieni d'odio contro il genere umano..."
    (Annales XV, 44)


    Si documenta la prima persecuzione dei cristiani ai tempi di Nerone. Viene fatta risalire la setta a Cristo e si fa anche preciso riferimento alla condanna a morte per ordine di Ponzio Pilato.

     CONFERMA DEL SILENZIO: in tutte e tre i casi il riferimento a Cristo è chiaro e inequivocabile, nel terzo caso si accenna anche a Ponzio Pilato. Chiaramente ciascuno degli autori è assolutamente contrario ai cristiani,odiatori del genere umano. A quei tempi se Cristo non fosse veramente esistito ,non sarebbe stato certo difficile dimostrarlo. Ma nessuno dei tre mostra il minimo dubbio. D'altronde fino a Costantino piovvero sui Cristiani le accuse più gravi e infamanti e più inverosimili, le persecuzioni più feroci  ma nessuno mise mai minimamente in dubbio l'esistenza fisica di Cristo

    A noi pare che Il silenzio su questo punto degli antichi può essere considerato la conferma più sicura della effettiva realtà storica di Cristo, più che il contestato passo di  Giuseppe, più che  gli scritti cristiani

     

    CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

    Per tutto quanto abbiamo qui esposto a noi  sembra che la ipotesi mitica secondo la quale Gesù non è mai esistito non possa considerarsi fondata storicamente.

    Restano allora due ipotesi:

    ·       ipotesi religiosa: veramente Gesù è il Cristo o comunque  il Gesù della fede 

    ·       Ipotesi critica: fu solo un uomo che venne creduto il Cristo o per dolo o in buona fede o verosimilmente  per l'uno o per l'altra insieme

    La scelta fra le  due ipotesi però NON E' un problema storico ma è un problema filosofico. 

    Nella ipotesi cosi detta critica vengono letti i Vangeli  con la premessa che il soprannaturale non esiste   e pertanto tutto ciò che è segno del divino (i miracoli e soprattutto la Resurrezione) viene considerato per  principio impossibile e pertanto leggendario: si tratta di una posizione filosofica pienamente legittima  ma NON E' un principio di critica storica.

    D'altra parte non abbiamo altre fonti se non quelle cristiane: se consideriamo  queste inattendibili non si vede su quali basi si possa costruire una ipotesi storica.

    E infatti esaminiamo le cosi dette ipotesi critiche su Gesù : alcune paiono suggestive (abbiamo un Gesù rivoluzionario, esseno, ellenizzante ) e altre del tutto inconsistenti  (abbiamo perfino  un Gesù non ebreo ma figlio di un soldato romano "ariano" di passaggio ,a causa del mistero della nascita ) ma tutte prive di fondamento storico. Le tante "storie della vita di Gesù " da quella fondamentale di Renan possono essere considerate opere di fantasia, letterarie, filosofiche tutto quello che si vuole ma NON OPERE STORICHE.

    A questo punto perché non pensare che Gesù era un extraterrestre? Si spiegherebbero cosi i suoi miracoli come effetti di una scienza progredita , il suo insegnamento come espressione di una civiltà superiore: si potrebbe scrivere un bel romanzo di fantascienza. Un romanzo appunto non una OPERA STORICA.

    Non tutto il possibile è anche vero: non tutto il vero è conosciuto da noi. Noi diciamo che un fatto è vero nella misura in cui conosciamo  elementi per affermare  che è vero.

    La storia riguarda il vero che possiamo conoscere : che  Gesù sia stato un extraterrestre , un rivoluzionario sconfitto, un ariano è possibile ma non vi sono elementi per affermarlo e quindi non è ipotesi  storica.

    Che Gesù non sia  mai esistito è una  ipotesi storica (anche se  non la condividiamo) perchè se ci convinciamo che manchino  le fonti per affermare la sua esistenza dobbiamo concludere che "storicamente" non è esistito. 

    Se pensiamo che è esistito ma che le fonti non sono attendibili nulla possiamo dire di STORICAMENTE FONDATO di lui. potremmo allora trattare storicamente del Cristianesimo (ne abbiamo di fonti), non di Cristo.

     

    OSSERVAZIONI AGGIUNTE

     

     

     Nei primi cinque secoli

     

    Si tenga presente anche l’oggetto della indagine, come risulta dal titolo, è la  questione se fosse effettivamente  esistito un uomo di nome Gesu  che fu detto anche Il Cristo dai suoi seguaci  e NON  se quella persona fosse o meno effettivamente il  Cristo ( o incarnazione di Dio stesso)

     Sull’argomento si possono dibattere all’infinito  dalle questioni come l’esistenza di Nazareth,  del titolo spettante a Ponzio Pilato o degli scritti di Giuseppe Flavio: in realtà del mondo antico noi poi non sappiamo molto delle abitudini,  dei fatti quotidiani, non esisteva una letteratura realistica nel senso moderno del  termine e comunque la grande maggioranza dei testi è andata perduta

    L’argomento che pare decisivo è un altro:  nessuno nell’antichità mise mai in dubbio la esistenza effettiva di Gesu: per 300 anni il cristianesimo non fu solo perseguitato ma combattuto  anche culturalmente  e  dopo l’editto di Costantino,  per altri 200 anni la cultura pagana  resistette : convenzionalmente si dice che il paganesimo è finito nel 510 d C.   Noi abbiamo solo gli scritti degli apologeti scrittori cristiani che rispondevano alle critiche e non le critiche stesse   ma in nessun caso appare il problema dell’esistenza effettiva di Gesu cosa che sarebbe  stata  abbastanza facilmente risolvibile a quei tempi

     D’altra parte la distanza di tempo fra gli evangeli e i fatti raccontati è la stessa fra noi e i tempi  di Craxi : assurdo pensare a un personaggio leggendario. Le leggende sono altra cosa e anche esse fiorirono  infinite  intono a Gesu stesso .

     

     

    Per la nascita di Gesu:

     Quando si parla della storicità di Gesù  la nostra attenzione  va soprattuto alla predicazione e morte  della  quale chi scrive appare testimone diretto o indiretto:  Per gli avvenimenti della nascita appare abbastanza evidente che ci si basa su racconti piuttosto incerti. Marco e Giovanni non parlano della sua nascita, Matteo riporta l’episodio dei Magi e della fuga in Egitto, Marco parla di una parentela con il Battista e di un censimento che porta Maria a partorire  lontano alla sua casa. Soprattutto pero  anche l’atmosfera generale della nascita  ( i pastori, l’annuncio degli angeli, la nascita in una grotta , i magi)   hanno un colore  che potremmo definire poetico 

     Una tradizione secolare poi ha rappresentato la nascita tramite il presepe Ma il presepe non è affatto una ricostruzione storica ma una attualizzazone dell’episodio. Nella  versione piu nota, quella napoletana, essa rappresenta la natività nella cornice della Napoli di fine settecento. Ma esistono rappresentazione presepiali  di tutte le nazioni: ci sono quindi presepi ambientati nel centro dell’africa o sui ghiacci del polo nord , in Cina come fra i pellerossa americani  Si veda ad esempio le belle raccolte di Montevergine o di Grccio . Quindi il presepe NON rappresenta affato la nascita di Gesu di cui abbiamo poche e poco chiare notizie. 

     

    .

    Identificazione dei luoghi evangelici

    Al visitatore in Palestina vengono indicati  i Luoghi Santi, i luoghi nei quali  si sarebbero svolti i racconti evangelici. il problema della attendibilità  della loro identificazione  è molto complesso: senza naturalmente pretendere di dare una risposta definitiva o esaustiva vediamo i termini del problema
    Ricordiamo   qualche cenno storico. Pochi anni dopo la morte di Gesù in Palestina esplose una rivolta generale contro il dominio romano che finì con la devastazione del territorio e, in particolare, con la distruzione completa di Gerusalemme e soprattutto del suo tempio, di cui non rimase che pietra  su pietra, come preannunciato dai Vangeli.  Ci fu una seconda rivolta  nel 135  d C. ai tempo di Adriano che fini in un’altra strage e con la cacciata di tutti gli ebrei dalla  Palestina, con il divieto di tornarvi: la diaspora ebraica durata fino alla costituzione dello stato di Israele.  Sulle rovine della  repressione sorsero citta abitate da pagani e naturalmente  templi pagani 

    Intanto  il Cristianesimo era oggetto di periodiche persecuzioni da parte della autorità romane: il culto restava clandestino e illegale per cui non si potevano costruire monumenti o luoghi di culto che segnassero i luoghi di Gesù. Solo nel 315 d C. con l’editto di Costantino, i cristiani ebbero piena libertà di culto e nel 381 d C. anzi il cristianesimo divenne la religione ufficiale Nel IV secolo, quindi,  un gran numero  di cristiani si riversò in Palestina alla ricerca dei luoghi di Gesu presso i quali pregare

     Pertanto le identificazioni dei Luoghi Santi  si ebbero nel IV secolo e si costruirono cappella e chiese in ricordo che vengono dette bizantine perché in quel momento Bisanzio ( Costantinopoli) era il centro della civiltà cristiana mentre l’Occidente era preda delle invasioni barbariche

    Tuttavia  le identificazioni avvennero anche sulla  base dei vangeli apocrifi. che nei primi secoli  hanno coesistito a lungo, con quelli canonici:  i devoti che ricercavano i luoghi evangeliici   conoscevano gli uni e gli altri e non facevano poi troppe differenze: dopo 300 anni miti e realtà  storica si andava confondendo

     

     Modernamente sono considerate autentici i luoghi che abbiano  due elementi :

    ·      siano  stati identificati  in epoca bizantina

    ·      corrispondono a luoghi citati dai vangeli canonici

     

    Gli altri siti di cui non esiste prova di identificazione bizantina o anche  se essa esiste si riferiscono ai vangeli apocrifi  non sono considerati autentici storicamente ma semplicemente luoghi devozionali

    Cosi, ad esempio in Gerusalemme viene indicato un luogo dove sarebbe  nata Maria: pure essendo il luogo riconosciuto già in epoca bizantina viene riferito da vangeli apocrifi : quindi non viene considerato un sito autentico storicamente ma semplicemente di devozione 

    Il criterio può soddisfare o meno Si puo pensare  comunque  che i cristiani avrebbero sempre conservato gelosamente e segretamente il ricordo dei Luoghi Santi ma si può anche pensare che comunque le prime identificazioni sono state fatte 250 anni dopo gli avvenimenti in un paese devastato e ricostruito  e ormai privo dei abitanti giudei dei tempi di Gesù.

    Resta  comunque indiscutibile  la identificazioni dei luoghi in generale: Betlemme, Gerusalemme, Cafarnao, Gerico  sono certamente negli stessi luoghi dei tempi di Gesù

      A nostro avviso  la questione della attendibilità  dei Luoghi Santi  pur essendo di grandissimo interesse,  non ha però grande rilevanza storica o religiosa . Per il credente poi non è tanto essenziale che Gesù sia nato proprio nella grotta segnato da una stella di argento che oggi si visita o in qualche altra grotta vicina . Per il non credente analogamente non è essenziale se sia nato proprio in quel  posti un uomo chiamato Gesù a cui successe la incredibile ventura di essere scambiato addirittura per la incarnazione di Dio.

     Per il pellegrino cristiano il viaggio in Palestina è un viaggio in se stesso, nella propria fede, nella propria spiritualità: i Luoghi Santi sono solo una occasione. Per il  turista non credente la Palestina è comunque il luogo  dove per 2000 anni la nostra civiltà cristiana ha creduto che Dio si è incarnato e risorto: restano luoghi fondamentali per l’umanità  anche se Gesù fosse stato solo un uomo  o magari  non fosse nemmeno  mai esistito. Il cristianesimo non è solo una fede religiosa: è anche una civiltà  

     

     

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