INTRODUZIONE Il presente lavoro intende offrire agli
insegnanti di scienze un contributo perché possano operare affinché
gli alunni prendano coscienza di quei sviluppi epistemologici
della cosi detta “nuova scienza” legata agli sviluppi del ventesimo
secolo (soprattutto a Einstein) e teorizzati fra gli altri da Popper cui
questo testo fra specifico,anche se critico, riferimento. Nella prima parte del lavoro vengono
presentate in breve gli aspetti teorici più salienti della nuova
epistemologia mentre nella seconda parte viene presentata una serie di
unità didattiche tendenti a far apprendere tali principi agli alunni
non in modo teorico ma con opportune attive e concrete e conseguenti problematizzazioni
effettivamente realizzate dal gruppo GSR (Gruppo
Ricerca e Sperimentazione) della sezione AIMC di Napoli Malgrado il fervore innovativo, l’ampia
messe di pubblicazioni i dibattiti
spesso accesi siamo convinti che, purtroppo, l’insegnamento delle scienze
nella nostra scuola e è tuttora oggi centrata su una visione ancora positivistica che
tiene in poco o nessun
conto gli sviluppi epistemologici, peraltro
ormai consolidati nell’ultimo secolo In molte classi vige ancora la « lezione
" di tipo tradizionale col suo flusso continuo di informazioni che
va dall'insegnante allo scolaro che non riesce a spezzarlo e ad
inserirsi nel discorso ma è costretto unicamente a cercar di
comprendere e imparare tutta una serie di nozioni che poi ,generalmente,
dimenticherà dopo non molto . Non
si tiene conto cioè del fatto che nella vita quotidiana le cose si
affrontano globalmente come fenomeni complessi e poi con l'aiuto di
esperti o della nostra logica, riusciamo a distinguere aspetti diversi
che vengono chiariti nell'ambito delle materie. L'insegnamento
delle scienze, infine, è un momento a se stante della vita scolastica
che non ha nessun contatto con le altre attività, un momento in cui si
privilegia la retorica delle conclusioni. Non
può certamente consistere in questo un buon metodo per avvicinare al
pensiero scientifico gli scolari che ci vengono affidati. Due
paroline. riteniamo, meriti il termine « osservazioni»: uno dei luoghi comuni più usati durante le lezioni di scienze naturali
era che le cose si apprendono « osservando ». senza considerare che
non si può osservare nulla se, in precedenza. non è stata formulata
una ipotesi. Se
vi chiedessimo di osservare questo foglio. che tipo di Ecco,
se invece, prima di osservare, noi formuliamo una ipotesi ad esempio
sulla possibilità che un certo numero di errori di ortografia siano
contenuti nel testo, allora potremmo « osservare » e trarre delle
conclusioni logiche dalla nostra indagine senza girare a vuoto per
troppo tempo. La
storia della scienza è un continuo susseguirsi di osservazioni portate
avanti da uomini che. guardando la realtà con occhi diversi (le mele
sono cadute dagli alberi anche prima che Newton ne traesse la
ispirazione per formulare la legge della gravitazione universale). o
confutando quanto la «scienza ufficiale » affermava (si pensi a
Galilei) hanno formulato delle ipotesi e poi le hanno verificate, hanno
tentato cioè di falsificarle accorgendosi. stupiti, che poteva essere
falsificato quanto era ritenuto vero fino a quel momento mentre il suo
contrario resisteva ai tentativi di falsificazione. Molti
conoscono la ricerca che il ginecologo austriaco Ignaz Semmelweis portò
avanti nel suo ospedale di Vienna dal 1844 al 1947 per cercare di
scoprire le cause per cui una gran parte delle sue pazienti moriva. Semmelweis
prese in esame diverse spiegazioni. osservò cioè la realtà dopo aver
formulato alcune ipotesi e, di queste, alcune Ecco,
questo è il metodo scientifico, il metodo grazie al quale la scienza
procede per la sua strada... è lo stesso che noi cerchiamo di far
comprendere ai nostri scolari durante i momenti di « educazione
scientifica » ? Facciamo
in modo che essi si rendano conto che, nelle scienze naturali, la parola
“ verità “ ha un valore relativo, diverso da quello che può avere,
ad esempio, nell'educazione religiosa? Eppure
tutti sappiamo che le teorie di Galilei e di Newton Queste
sono state le considerazioni che abbiamo poste a base del nostro piccolo
lavoro di ricerca; ne abbiamo tratto degli strumenti operativi e li
abbiamo sperimentati in classe convinti che tra scienza e sviluppo
intellettuale dell'alunno vi sia una stretta correlazione in quanto
ambedue poggiano su una base comune: la scoperta e la formazione del
concetto. In
conclusione il presente lavoro vuole essere un contributo per una
didattica intesa a portare l’alunno della scuola di base alla consapevolezza del
valore e dei limiti della scienza; non è nostro fine fare in modo che
egli scopra questa o quella" "verità" scientifica bensì di
fargli comprendere il significato stesso della verità scientifica come
emerge dalle moderne concezioni epistemologiche e quindi anche di
mostrare come non tutto ciò che interessa può essere affrontato con metodi scientifici »; come ebbe ad affermare lo
stesso Wittgenstein
nella sua fase più matura: “ Anche una volta che tutte le possibili
domande scientifiche hanno avuto una risposta, i nostri problemi vitali
non sono ancora neppure toccati » . |
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