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LA GUERRA E IL DIO DANARO
Giovanni De sio Cesari
Indice :il problema - struttura e sovrastruttura - business e guerra - mercanti di cannoni - causalità storica
- IL PROBLEMA
E comunemente diffusa l’idea che le guerre siano causate da interessi economici più o meno nascosti e che i principi proclamati nel combatterle siano semplicemente una copertura, una “mistificazione “ per ingannare la “gente”: solo gli ingenui, gli sprovveduti, di dice, possono credere che i motivi reali di esse siano quelli proclamati dai governi e dai potenti e non accorgersi del fatto evidente che a muoverle sia semplicemente il danaro: il “dio” danaro cause le guerre: sembra una verità autoevidente
La teoria si incontra e si rafforza nel sincero pacifismo che si è diffuso in tutto il mondo occidentale: se le guerre sono solo un mezzo con cui alcuni pochi accumulano danaro allora è evidente la sua assurdità, immoralità: basterebbe che i popoli prendessero coscienza di questo fatto elementare perchè le guerre sparissero dal mondo.
Tuttavia le guerre non spariscono : nel 2002, una manifestazione contro la guerra in Iraq, diffusa in tutti i continenti, in tutti gli ambienti, vasta quanto mai si era vista in tutta la storia dell’umanità, non ha cambiato in niente la decisione Usa di scatenare quella guerra.
Ci poniamo allora il problema: ma quale consistenza ha una tale teoria: veramente ed, eventualmente, in quale senso la guerra è semplicemente o sostanzialmente un effetto del desiderio di alcuni o di molti di fare incetta di dollari?
Esamineremo in questo lavoro brevemente il problema dal punto di vista storico scientifico,
STRUTTURA E SOVRASTRUTTURA
E’ antica quanto le guerre stesse l’idea che le esse siano espressione della avidità dei potenti o comunque che si combattano essenzialmente per motivi economici e che gli ideali, i principi siano solo un inganno, una finzione: si ricordi l’episodio di Tersite nella Iliade
Tuttavia è nell’800 che una tale teoria ha avuto una base filosofica solida e organica e coerente per opera di Carlo Marx
Essa viene ad essere una specificazione della più vasta concezione che la storia sia mossa da motivi economici e non ideali: la storia commina sui i piedi non sulla testa,si affermava Il concetto è centrale nella visione marxiana e viene enunciata come la teoria della struttura e dlla sovrastruttura.
Secondo Marx esiste una struttura della storia costituita dai rapporti di produzione e una sovrastruttura costituita dai fatti ideali come morale, religione, diritto, filosofia. La struttura determina la sovrastruttura per cui nella storia le vere motivazioni vanno ricercate nei fatti economici mentre quelli ideali sono solo una loro manifestazione, un mistificazione: occorre quindi demistificare e comprendere i reali meccanismi ( quelli economici) che regolano la storia .
La teoria non è priva di difficoltà
Innanzitutto entra in conflitto con la stessa concezione rivoluzionaria del comunismo: se infatti la storia è mossa solo da meccanismi economici non vi sarebbe spazio per l’azione del Partito Comunista come la forza storica consapevole che promuove e attua la rivoluzione: In realtà se la Rivoluzione, come tutti gli avvenimenti storici, è prodotta semplicemente dall’instaurarsi di certi meccanismi economici allora non bisognerebbe fare altro che aspettare che questi maturino: perchè affannarsi in mezzo a difficoltà immense se comunque la Rivoluzione avverrà quando i motivi oggettivi, economici la produrranno e comunque non prima. Tutto il movimento comunista internazionale è popolato da militanti entusiasti che spesso hanno sacrificato la vita per la causa rivoluzionaria, tutti mossi da un profondo anelito alla giustizia sociale: comunque noi vogliamo poi giudicare il Marxismo, questo è un fatto innegabile. Il problema si è posto effettivamente agli intellettuali comunisti. E’stata detto, giustamente, che il Capitale di Marx potrebbe essere il libro dei borghesi che aspettano quando i tempi saranno maturi per la Rivoluzione e intanto si godono tranquillamente la ricchezza attuale.
Il problema è stato variamente risolto nel pensiero del movimento marxista: alcuni hanno mantenuto un deciso rapporto di dipendenza fra struttura e sovrastruttura affermando che la seconda ( gli ideali) può anticipare solo di poco la prima (rapporti economici): il pensiero rivoluzionario può manifestarsi solo un poco prima che i rapporti economici siano effettivamente maturi o solo in quei ceti che la anticipano (proletariato). Tuttavia man mano che la storia dello stesso movimento procedeva appariva sempre più chiaro che le Rivoluzione non sarebbe stata un fatto automatico, che si producesse per motivi oggettivi indipendenti dalla volontà umana e che invece occorreva una lunga lotta, un lungo lavoro di preparazione .
Si è sempre più affermata quindi l’idea che il rapporto fra struttura e sovrastruttura è un rapporto dialettico e non è meccanicamente determinato: è vero che i fatti economici determinano la storia ma è anche vero che i fattori ideali a loro volta determinano quelli economici. In breve e semplicisticamente; la “ Rivoluzione” ha successo se vi sono le condizioni economiche ma avviene solo perchè si diffonde nelle masse una tale consapevolezza. Questo significa che in realtà i fatti economici hanno una grande rilevanza,indubbiamente , ma da soli non bastano a spiegare tutta la storia.
Evoluzione analoga si è avuta nella storiografia marxista. In essa si è partiti dal tentativo di spiegare ogni avvenimento come espressione diretta dei rapporti economici: ad esempio il Risorgimento italiano come espressione dell’affermazione economica della borghesia e non come il destarsi dello spirito nazionale o della “religione della libertà” (secondo l’espressione crociana ), si metteva in luce l’aspetto di rivendicazione economica delle sette ereticali medioevali ( dette pauperistiche) e i grandi affari delle repubbliche marinare che stanno dietro alle crociate. Tutti fatti indubbiamente veri: ma essi non escludono affatto che le folle medioevali fossero animate da autentico spirito religioso o che effettivamente i liberali italiani fossero presi da nobili ideali ai quali sacrificavano spesso la vita.
La evidenza dei fatti che lo storico prende in considerazione scientificamente, (se è vero storico e non un propagandista di partito) ha messo sempre più in luce che i fattori che muovono gli avvenimenti storici sono molteplici, sia di ordine materiale che ideali, tutti strettamente connessi e interagenti e sarebbe fuorviante e arbitrario poi considerare alcuni quelli “veri” e altri quelli “falsi”. Possiamo invece rinvenire che in alcune vicende alcuni fattori appaiono predominanti rispetto ad altri :la concorrenza commerciale predomina nelle lotte fra i comuni italiano ma la religiosità calvinista pare sia stato un elemento fondamentale nella formazione del capitalismo moderno
Possiamo dire che attualmente anche nei pensatori e negli storici che si rifanno in qualche modo al marxismo l’idea che tutto possa essere semplicisticamente riportato a fatti economici è ormai del tutto superato. anzi nel movimento comunista, che pure è tuttora vitale, si fa sempre più strada una concezione volontaristica, etica del comunismo
BUSINESS E GUERRA
L’ideale che le guerre attuali siano determinate dal business è una applicazione, diciamo pure una semplificazione popolare del rapporto struttura e sovrastruttura e quindi ad essa si possono rivolgere le stesse critiche che in pratica sono state accettate anche nell’ambito marxista più maturo
Esaminiamo pero la questione più particolarmente Si rileva i grossi interessi economici dalle grandi holding internazionali implicate,i grossi affari e si deduce quindi che essi sono la vera causa degli interventi militari e che invece quelli politici proclamati (come la lotta al terrorismo) sono semplicemente una copertura,una mistificazione. Se è vero che gli interessi economici sono ingenti possiamo pero dedurre che essi siano la “ vera” causa dell’intervento armato ?
Esaminiamo il problema confrontandolo con altre situazioni. Facciamo un esempio banale: se una amministrazione comunale impone un divieto di sosta questo implica che gli interessi di alcuni negozi saranno svantaggiati e altri per riflesso avvantaggiati : ma non possiamo dire però che i divieti di sosta siano posti per interessi di alcuni commercianti e non per esigenze di traffico
Passando a un esempio non banale: la maggiore “ industria “ moderna
è la pubblica istruzione: ma per questo non possiamo dire che la scuola esiste per dar lavoro agli insegnanti ( anche se questo, in qualche misura, è anche vero) e non per istruire i cittadini.
Si pensi a un’altra grande “industria” moderna: la delinquenza Se non ci fossero i reati non occorrerebbero forze di polizia, giudici e carceri. Paradossalmente se tutti questi operatori riuscissero veramente nel loro compito di debellare il crimine resterebbero disoccupati Ma non possiamo concludere che la criminalità venga promossa per dar loro lavoro .
Passiamo alle guerre. Certamente sono avvenimenti di grande rilevanza e come tali coinvolgono interessi economici enormi. In tutte le guerre fin dal lontano passato c’è chi alla fine si arricchisce e chi si rovina, spesso in modi del tutto imprevedibili.
Questo pero non significa che le guerre siano dovute “esclusivamente” a fatti economici anche se questi fatti possono avere grande importanza.
E’stato calcolato che la Seconda Guerra Mondiale è stato un grosso affare economico per gli USA: ma non possiamo certo concludere che essa sia scoppiata perchè gli USA volevano fare degli affari
Come avrebbero detto gli antichi logici si scambia un “post hoc” per un “propter hoc”: il fatto che in occasione della guerra ( post hoc) si fanno grossi affari non significa necessariamente che questi siano la causa della prima ( propter hoc) .
I MERCANTI DI CANNONI
Si diceva un tempo che le guerre fossero provocate dai “mercanti di cannoni” che poi venivano individuati soprattutto negli Ebrei : gli Ebrei erano responsabili anche delle guerre perchè cosi potevano arricchirsi con la vendita delle armi, si diceva nella assurda propaganda antiebraica
Anche ora è accetta generalmente nell’opinione pubblica l’idea che la guerra sia un grosso affare per i grandi complessi industriali economici individuati pero più realisticamente negli USA: in verità poichè si tratta di multinazionali non solo non è individuabile una singola nazione ma ad esse partecipano, attraverso la borsa, anche tutti i piccoli risparmiatori sparsi in tutto il mondo: in realtà un pò tutti siamo proprietari delle multinazionali ma questo è altro discorso
E vero infatti che ogni guerra comporta grandi commesse e quindi grandi guadagni : tuttavia anche la pace può essere un affare anche maggiore.
La presente concentrazione di capitali e imprese fa si che gli stessi soggetti economici siano coinvolti in tutti i grandi affari: è vero che produrre carri armati e missili è un grosso affare ma è anche vero che produrre auto e telefonini può essere un affare anche maggiore. Ora globalmente all’economia mondiale conviene più la guerra o più la pace ?
A prescindere da ogni complessa indagine economica basta vedere gli indici globali delle borse: scendono immediatamente se vi sono venti di guerra e risalgono a ogni prospettiva di pace
Gli economisti concordano che certamente la pace è più vantaggiosa: anzi si ritiene che la fine delle grandi guerre nei paesi industrializzati nasca soprattutto dalla constatazione che la guerra è troppo distruttiva e costosa per le economie moderne
Quando le guerre erano poco costose potevano essere anche conveniente economicamente per accaparrarsi un mercato,per escludere un concorrente, per assicurarsi un punto strategico: ma le spese occorrenti per attuare interventi militari sono cosi alte che non è da pensare che possano essere poi compensate da maggiori introiti .
Anche nel passato d’altra parte molto spesso le guerre economiche erano in passivo: si ricorda ad esempio che l’impero coloniale portoghese del ‘500 risultò troppo costoso per essere mantenuto rispetto ai vantaggi economici che portava e questo portò anche alla decadenza dello stesso Portogallo
Nel mondo moderno d’altra parte non conviene una guerra per impadronirsi del petrolio o di altre risorse naturali: è molto più economico comprarlo:è un dato di fatto di semplice constatazione Il problema può essere magari che esso possa fluire regolarmente : ma questo è altro discorso che ci porta vedere i rapporti fra economia e stabilità
Si ritiene che spesso le compagnie occidentali siano complici di dittatori sanguinari e corrotti che svendono loro le ricchezze nazionali, la qualcosa è assolutamente vera. Tuttavia bisogna tener presente che, in realtà, la compagnia deve assicurarsi la materia prima: se per farlo deve pagare un dittatore sanguinario o una democrazia progressista, se il danaro finisce in tasca dei governanti corrotti ,in spese folli, o per scuole strade e ospedali non è cosa che interessi loro e anche se poi li interessasse, non potrebbero determinare . Si paga chi ha effettivamente la disponibilità di un bene, non chi sarebbe il legittimo proprietario anche se una cosa del genere fosse poi determinabile effettivamente, della qual cosa poi sarebbe legittimo dubitare.
Potremmo dire in linea generale che
l’economia mondiale sarebbe invece interessata vivamente alla stabilità:
l’insicurezza incide negativamente, è un pericolo grave per le prospettive
economiche.
I gradi potentati economici sarebbero
quindi in linea di massime interessati alla pace,non alla guerra.
CAUSALITA’ STORICA Tutto quanto sopra non esclude però che
interessi economici enormi siano coinvolti in ogni impresa bellica cosi come in
qualsiasi altro avvenimento storico: è un fatto indubitabile Il problema è se in linea generale essi
possano essere considerati la causa delle guerra stesse. Ma questo riporta a
cercare di definire cosa intendiamo per causa di un avvenimento storico:
concetto che è oltremodo complesso, In ogni tipo di causalità noi possiamo
distinguere un causa immediata considerata in genere occasionale e quindi una
catena teoricamente infinita di cause precedenti. Se mi chiedo quale è la causa
di una onda che batte in questo istante su uno scoglio posso pensare al soffio
di vento di questo istante (causa occasionale) che mi rimanda a infinite altre
cause metereologiche,( pressione temperatura , profilo dei rilievi ecc.), alla
formazione dell’atmosfera, all’origine dell’universo: se sono credente posso
dire che la causa prima di tutto, anche dell’onda che batte sullo scoglio, è Dio
stesso in quanto creatore del tutto. Nel definire la causa dell’onda posso
quindi spaziare dal banale casuale soffio di vento fino al big bang o a Dio
Nel campo umano e quindi nella storia il
problema della causalità diventa ancora più complesso Innanzi tutto ogni avvenimento ci rinvia a
un altro, in un rimando infinito e noi possiamo scegliere di fermarci, più o
meno arbitrariamente, a un certo punto. Solo per esemplificare: gli israeliani
operano una rappresaglia contro i palestinesi; perchè questi hanno fatto un
attentato:perchè gli israeliani occupano il territorio;perchè i palestinesi non
riconoscono Israele; perchè questi hanno invaso la Palestina; perchè era la
loro patria di origine ecc. Posso dare la colpa dell’accaduto a Palestinesi e
a Israeliani, alternativamente, a secondo dove si ferma la mia serie di cause
Soprattutto però tutte le cause si
presentano poi insieme: la intransigenza degli uni e degli altri, gli scontri di
civiltà, le differenze economiche, le discriminazioni sociali , le
inconciliabilità religiose. ecc. Possiamo dire che tutte queste cause
influiscono e diciamo una cosa vera: ma anche una cosa banale A noi occorre definire quale sia la
incidenze delle singole cause,quale la causa principale e quali quella
secondarie per interpretare e capire il fenomeno Inoltre nella ricerca storica va tenuto
presente che i fatti non sono ripetibili come nella scienza : indaghiamo sui
fatti i fisici riproducendo il fenomeno variando a un alla volta le
condizioni: l’evaporazione mutando temperatura ,pressione, composizione del
liquido ecc. Ma nella storia le situazioni non sono
ripetibili: non possiamo tornare indietro nel tempo per vedere se la
rivoluzione francese sarebbe scoppiata ugualmente se ci fosse stato un re più
capace, se si fossero fatte certe riforme, Non possiamo sapere che sarebbe
successo nel Risorgimento se non ci fosse stato Cavour: forse non si sarebbe
fatta l’Unita, forse la si sarebbe fatta dopo o prima, forse sarebbe stata fatta
meglio: ma come si dice, con i “se”e con i “ma” non si fa la storia: lo storico
cerca le cause e gli effetti degli avvenimenti effettivamente accaduti e non
può immaginare quello che sarebbe accaduto se certi avvenimenti non si fossero
verificati. In conclusione quindi non abbiamo un
criterio sicuro che il quale possiamo realmente definire il concetto di
causa storica. Tuttavia possiamo riferirci all’effettivo
lavoro degli storici. Gli storici innanzitutto indagano gli
avvenimenti in tutti i loro aspetti, accertando quindi compiutamente i fatti.
Si fanno quindi i confronti con situazioni in qualche modo assimilabili Su
questo primo lavoro poi è possibile avanzare una spiegazione complessiva: non
tutte le ipotesi sono uguali: alcune hanno riscontro nei fatti, altri sono
smentite dai fatti. Per gli avvenimenti storici, dopo un certo tempo, sopite
le passioni politiche, si fa strada una interpretazione generale degli
avvenimenti che sostanzialmente viene poi condivisa nel complesso dagli
storici,ciascuno dei quali mantiene un suo particolare angolo visuale, una sua
accentuazione di questo o quell’aspetto: nel complesso però esiste una
interpretazione condivisa negli ambienti scientifici Se esaminiamo la storiografia
contemporanea, anche quella di ispirazione marxista, troviamo un’ampia
valutazione del peso dei fattori economici ma non troviamo una interpretazione
che consideri quei fattori come la “vera”causa e gli altri fattori come
semplice mascheramento dei primi: evidentemente una teoria del genere sarebbe
troppo in contrasto con i fatti. Soprattutto però non troviamo la teoria che
gli avvenimenti storici siano mossi da oscure trame, da interessi economici
nascosti la cosiddetta tesi “complottistica “: non si nega che essi ci siano ma
si ritiene che la loro incidenza sia modesta non tale da modificare veramente il
corso degli avvenimenti Che la Seconda Guerra Mondiale sia stata
causata dalla brame di guadagno dei mercanti di cannoni,per giunta ebrei è una
diceria popolare che gli storici non prendono seriamente in considerazione
mentre essi esaminano i nazionalismi esasperati, i contrasti di concezione
politica, i fattori economici e sociali.
Ci possiamo chiedere:Il colonialismo è stato una manifestazione della
superiorità delle civiltà occidentale , del desiderio di affermazione delle
grandi potenze, l’effetto della ricerca di profitto del capitalismo ? Ha portato
la civiltà o lo sfruttamento nel resto del mondo? In realtà tutte queste ipotesi
sono vere: c’è stato di tutto ma l’importante è definire le misura di tutte
queste cose.