"Uscire insieme".

 

Quella stessa sera vennero a casa tanti ragazzi e ragazze, le ragazze accompagnate dal ragazzo, il "boy friend" come dicevano 

Erano amici di mio cugino e si erano dati appuntamento a casa nostra

per poi uscire tutti insieme. Cosi si diceva delle coppie "escono insieme".THEY GO OUT TOGETHER.

Stentai a capire il significato della frase:"Uscire insieme":senza l'accordo dei genitori non se ne parlava nemmeno, era una frase completamente sconosciuta

nel nostro vocabolario. Da giovanette anche chi aveva il ragazzo di nascosto poteva incontralo solo con l'appoggio dell'amica fidata. Ci si incontrava dietro la chiesa, dietro la vecchia torre o dietro il cimitero. Erano posti che noi credevamo esclusi e lontano da occhi indiscreti. Invece le nostre mamme li sapevano tutti avendo anche loro incontrato "glie spuse" di nascosto negli stessi posti." l'amica fidata" andava all'appuntamento con la ragazza. Poi mentre i due innammorati  parlavano, lei si appartava e scrutava se si avvicinava qualcuno. Quando vedeva che si avvicinavano, tossiva. Era il segnale ai due di "scompagnarsi" Se non c'era altra via d'uscita il ragazzo saltava la siepe o il muro per non farsi scoprire. Le due ragazze rimanevano a parlare come se niente fosse. Non sempre riuscivano a nascondere la vera ragione per trovarsi nel luogo degli appuntamenti segreti. Come dicevo prima le mamme sapevano benissimo dove venire a cercarci quando non ci vedevano vicino. Quando ci scoprivano minacciavano di non farci piu' uscire e di dire tutto a "tuo padre quando torna". Seguivano giornate tristi e tormentate. Anche "l'amica fidata"era stata punita per aver congiurato.

Finalmente,dopo tanti giorni recluse, le mamme cedevano. Noi ragazze tornavamo a fare gli stessi sbagli. 

Le coppie che "uscivano insieme" questa sera erano quattro. I ragazzi erano belli

vestiti in pantaloni caki alla moda di allora. Sopra i pantaloni la maglietta

o la camicia con le maniche rimboccate. Tutto lindo e netto. Trovavo le maniche

imboccate stranamente attraenti. le ragazze avevano subito un'enorme trasformazione dal pomeriggio, quando solo poche ore prima le avevo viste al villaggio con i capelli in bigodini. Il cambiamento era completo. Le ragazze erano molto belle con capelli biondi ondulati che finivano in riccioli. Sul viso una traccia di trucco e il rossetto. Vestivano bei vestiti a fiori con corpetti aderenti e scollati che metteva in rilievo le belle figure. Avevano le mani bianche e ben curate. Erano spensierate, erano disinvolte. Si vedeva che di lavori di casa ne  facevano ben pochi. Erano studentesse. Venni a sapere che era obbligatorio in America andare alle scuole superiori,la High School, terminava ai 18 anni. Provai un pizzico d'invidia a vederle cosi allegre e spensierate. Mi guardai le mani e per non farle vedere incrociai le braccia e le nascosi. I ragazzi mettevano le braccia attorno alle spalle delle girl friend e non erano nemmeno fidanzati ufficialmente. Questo mondo cosi diverso, cosi strano, cosi libero mi affascinava e spaventava allo stesso tempo. Tutte le regole, tutte le buone maniere di ragazza seria e per bene che mia madre mi aveva insegnato, veniva messo in dubbio. Tutti gli insegnamenti delle suore la modestia, l'umilta', il timore di Dio anche questo sembrava non aver nessun valore per le ragazze americane.

Volevo a qualsiasi costo convincermi che era meglio come ero io,che cosi si comporta una ragazza per bene. Pero' non potevo fare a meno di domandarmi:

"ma cosa fanno di male queste ragazze?" parlano, si divertono escono insieme,

sono gentili. Non mi sembrava che facessero gravi mancanze.

Ma appena si affacciavano questi pensieri alla mente li scacciavo con tanta furia

per paura di soccombere al fascino di tanta liberta' personale. Piu'cercavo di scacciarli piu' tornavano a tormentarmi. Avrei voluto attraversare l'abisso culturale che ci separava e ritrovarmi dalla parte delle ragazze americane senza sentirmi in colpa, senza offendere nessuno e con l'approvazione  dei mie genitori. Questo pensiero mi sembrava cosi bello, cosi attenibile che mi illumino' il viso e mise un fievole sorriso sulle labbra.

Uno dei ragazzi, un bel giovane alto snello con occhi azzurri, noto' e rispose con

un gran sorriso smagliante. Pero' si prese una gomitata dalla ragazza che era con lui. A me non dispiacque essere stata notata. Intanto preparavo il caffe'. Apparecchiai il tavolo....offrii il caffe' a chi lo voleva. Il ragazzo con gli occhi azzurri anche lo prese.

Dopo finito mi sorrise di nuovo e disse:"grassi". Lo capii perche' gia' avevo sentito dire la parola. Per chi parla americano pronunciare la parola "grazie" era molto difficile. la zeta in molti casi si pronuncia come doppia esse. Poi eliminano la e che e' silente e viene fuori "grassi". Io risposi con "iu volcam' era cosi che io sapevo dire "you're welcome". Si misero a ridere e dissero "bravo". Very good!. 

Cominciarono ad alzarsi per andare. Parlavano di andare al cinema, poi andare a mangiare pizza e alla fine la passeggiata in macchina. Calcolai che non si sarebbero ritirati prima di mezzanotte. Non mi soffermai a pensare tanto era inconcepibile l'idea per una ragazza di restare fuori fino a quell'ora.

Dopo usciti e dopo aver sparecchiato,in cucina eravamo rimasti solo io e la zia.

Era tutto quieto, eravamo sole. Mio padre e mio zio erano andati al club per la consueta riunione del sabato sera. Ci sedemmo al tavolo. La zia richiese un altro caffe'. Io rimuginavo nella testa gli avvenimenti del giorno:la visita al Villaggio,

il cedere alle scarpe basse e comode. Mi ero meravigliata delle ragazze che giravano con bigodini. Poi le avevo riviste la sera col ragazzo tutte belle, ben vestite e graziosissime.

Chissa' se un giorno anche io sarei andata a spasso con un ragazzo di sera.

Tirai un sospiro, lo trattenni. Sbuffai e dissi:" zia, credi che anche io un giorno potro' andare fuori con un ragazzo come fanno qui?" Lei sorseggiando il caffe' rispose:

" certo,fai la brava e poi vedremo". Rimasi senza parola, a bocca aperta. Non mi aspettavo una risposta positiva. Mi limitai a dire "oh!"Piena di speranza e sognando il giorno quando questa promessa si sarebbe avverata mi ritirai in salotto a guardare in tv il VARIETY SHOW del sabato sera.

 

 

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