Pubblicato su www.cattolici.net sabato 24/4/04
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La suggestione delle canzoni
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Le canzoni che cantiamo hanno un valore culturale e pedagogico di enorme importanza. Cantando noi continuamente ripetiamo frasi con le quali ci identifichiamo alla fine acriticamente e che diventano poi parte profonda del nostro modo di essere particolarmente se si collegano ai ricordi di gioventù. Ma quale messaggio veicolano molte delle canzoni? Noi prendiamo a mò di esempio una delle canzoni piu note e longeve: 4 marzo 1943 di Lucio Dalla
La canzone è suggestiva. Non vi sono parole superflue,sbavature ma solo quelle necessarie a dare un quadro essenziale e teso. Campeggia il ricordo struggente della giovanissima mamma che dà il meglio di se stessa al suo bambino. La sua morte prematura, appena accennata , ce la rende eterna nella sua giovinezza come la leopardiana Silvia.
Ma noi possiamo esaminare il fatto narrato non solo da un punto di vista dell’immagine e del sentimento ma anche da quello della razionalità e della valutazione critica: cioè dal punto di vista etico. E allora ci rendiamo conto che la canzone presenta sotto forme suggestive messaggi irrazionali pericolosi, mistificatori
Rileggiamo la canzone mettendo in parentesi le nostre osservazioni :
4 marzo 1943
“Dice che era un bell'uomo e veniva, veniva dal mare
parlava un'altra lingua, pero' sapeva amare”
( ma che significa sapere amare ? dal racconto sembra che significhi semplicemente che era capace di buone prestazioni fisiche
La frase però suggerisce una capacità di “amare” in senso alto e ampio che non trova riscontro: una tipica espressione ambigua che sembra dire “tanto” ma che dice molto poco)
”e quel giorno lui prese a mia madre sopra un bel prato
l'ora piu' dolce prima di essere ammazzato “
(il fatto che venga ammazzato sembra dare una dimensione giustificativa: ma in effetti quest’uomo si approfitta di una ragazza quindicenne senza curarsi affatto della possibilità che questa possa concepire )
“Cosi' lei resto' sola nella stanza, la stanza sul porto
con l'unico vestito ogni giorno piu' corto”
(evidentemente viveva in estrema miseria: prima di mettere al mondo un figlio non bisognerebbe prima raggiungere un minimo di livello economico che permetta di mantenerlo?)
“e benche' non sapesse il nome e neppure il paese”
(Si puo concepire un figlio con uno sconosciuto che non gli sarà mai padre? Nessuno aveva detto a questa ragazza che si hanno delle responsabilità verso le persone che facciamo nascere?
Presupponiamo di si: allora si tratta di una colpevole irresponsabilità)
“aspetto' come un dono d'amore fin dal primo mese”
(ma amore di chi? dello sconosciuto che non si e’ minimamente curato delle conseguenze del suo piacere personale ?)
“Compiva 16 anni quel giorno la mia mamma
le strofe di taverna, le canto' a ninna nanna”
(ma pare giusto cantare a un bimbo le strofe di taverna? forse possono essere per il piccolo uguali a qualunque ninna nanna: ma in senso lato il bambino ha diritto a una educazione adeguata, chi darebbe a lui i canti le espressioni dei bassifondi?)
“e stringendomi al petto che sapeva, sapeva di mare”
(nota al margine. : se il seno sapeva di mare dipendeva forse da poca igiene: d’altra parte se un piccolo non sente l’odore del latte non si attacca al seno : l’espressione e’ coinvolgente, suggestiva ma grottesca dal punto di vista razionale)
”giocava a fare la donna con il bimbo da fasciare”.
(ma fare la mamma non e’ un gioco ma una attività molto seria anche se gioiosa : ogni donna mette il meglio di se, non ci gioca !)
E forse fu per gioco o forse per amore
che mi volle chiamare come nostro Signore
Della sua breve vita e' il ricordo piu' grosso
e' tutto in questo nome che io mi porto addosso
E ancora adesso che gioco a carte e bevo vino
per la gente del porto mi chiamo Gesu' bambino
(La mamma non gli ha dato molto, a quanto sembra!)
Chiediamoci allora : la madre della canzone è una eroina dell’amore materno oppure una persona incosciente, irresponsabile e come tale gravemente colpevole come donna e come madre?
Credo che non ci siano dubbi: se esaminiamo il racconto razionalmente la seconda conclusione è evidente anche a prescindere da qualunque visione religiosa eppure la canzone con la sua musicalità, le sue espressioni apparentemente piena di significato ci portano incosciamente alla prima conclusione. Mi pare un caso emblematico di certe valutazioni etiche correnti : messaggi inconcludenti e assurdi diventano messaggi profondi e autoevidenti.