La news è stata letta:
43125
volte.
Il "miracolo" di San Gennaro
di Giovanni De Sio
Il ''miracolo'' di San Gennaro.
Fede, superstizione e scienza. Intorno al fenomeno della liquefazione della
sostanza ritenuta sangue di S. Gennaro dalla tradizione vi è ormai una disputa
secolare tra quelli che sostengono la miracolosità del fatto e quelli che lo
negano, ritenendo che si tratti di un fatto naturale. In realtà il fenomeno non
ha i requisiti per essere dichiarato ''miracolo '', nè tale la Chiesa lo ha mai
proclamato sempre precisando che si tratta di una credenza che la Chiesa
permette ma non avalla con la sua autorità : non esiste quindi un ''miracolo ''di
S. Gennaro
''Miracolo'' infatti pur essere definito un avvenimento spiegabile solamente con
un intervento diretto divino. In senso lato possiamo dire che tutta la vita è un
''miracolo'' ma in senso ristretto il ''miracolo'' può
essere definito come un avvenimento che contrasta con le leggi naturali.
spiegabile con l'intervento diretto di Dio : non basta che la scienza non ne
scorga la causa , nè che sia un caso altamente improbabile: occorre che si possa
concludere che in nessun caso possa derivare da una causa naturale sia pure
sconosciuta e che agisca in modo sconosciuto.
Ora per quanto riguarda la liquefazione del sangue non esiste una analisi
scientifica della sostanza e quindi non si può escludere che si tratti di una
sostanza diversa, pura o frammista con il sangue, che assuma forma liquida o
solida in base a cause e modalità sconosciute.
Ciò basta ad escludere che il fatto possa essere riconosciuto come ''miracolo''
dalla Chiesa ma non esclude però che il fedele possa legittimamente considerarlo
tale a titolo personale
Poniamoci allora dal un punto di vista della fede: che senso ha questo fenomeno?
Certo, il disegno divino non può essere nella sua ampiezza conosciuto dall'uomo.
Ma possiamo tentare una interpretazione. Teniamo presente che la liquefazione
del sangue non avviene solo per quello che è attribuito a San Gennaro (che è
solo il caso più noto) ma almeno in una altra decina di casi molto meno noti
Il sangue tradizionalmente viene considerato come il principio della vita. Si
può allora pensare che i Santi Martiri, coloro che versarono il loro sangue per
testimoniare la verità vogliano ricordarci che essi non sono morti , che la loro
vita continua al di la della morte e che un giorno, quale che sia, i loro corpi
risorgeranno. E allora il Signore quasi preannunzia il ritorno alla vita e la
vittoria sulla morte mantenendo nei suoi più cari testimoni come una vita
latente. Si mostra a speranza e a conforto degli uomini con il linguaggio che
gli uomini capiscono (secondo la tradizione il sangue è il simbolo, l'elemento
essenziale della vita) che la morte non è la fine di tutto
Gennaro, vescovo di Benevento mantenne la retta via e il cuore puro in mezzo
alle turpitudini e alle violenze: canuto d'anni il giusto fu condotto nella
desolata piana flegrea e porse il collo al carnefice senza tremare e con gioia.
Che forse il Dio giusto può permettere che la iniquità trionfi ? I malvagi
poterono rallegrarsi del loro trionfo perché avevano tolto al giusto il sangue,
principio di vita. Ma il giusto Gennaro risorgerà splendente
Il suo sangue rimane vivo a tratti per confortarci, per ricordarci che mai le
porte dell'inferno prevarranno
Si è detto pure che nella folla del popolo minuto che si accalca nel duomo
durante l'attesa del ''miracolo'' ci sia più superstizione paganeggiante che
vera fede cristiana. Le comari traggono auspicio dallo scioglimento del sangue
allo stesso modo che lo traggono dal gatto nero, dallo specchio rotto, dall'olio
versato e simili vecchie superstizioni. Si chiedono grazie materiali, vantaggi
economici, un posto di lavoro per il figlio, un buon partito per la a figlia:
non si solleva lo spirito alla contemplazione della realtà soprannaturale, al
superamento delle passioni peccaminose,
In verità queste manifestazioni ormai sono un ricordo del passato ma non è
questo il punto: esaminiamo la cosa più a fondo
Molti dotti teologi hanno approfondito i problemi della natura della Divinità,
hanno parlato, si ritiene, di Dio su ispirazione divina Ma quale è l'uomo che
può pensare di aver compreso Dio. Quale lingua sarà tanto imprudente da dire che
è in grado di lodare Dio come dovuto? Certamente nessuno presumerà di sapere
veramente come bisogna pregare. E allora?
Evidentemente se Dio è amore e misericordia non guarderà alla giustezza o meno
del modo di concepirlo e di pregare ma alla purezza del cuore di chi lo invoca.
Al teologo sembrerà bassezza chiedere a Dio beni materiali . Ma il povero
scugnizzo napoletano (di un tempo, ormai per fortuna è personaggio raro) è del
tutto ignaro di problemi teologici . Ciascuno chiede quello che può concepire:
il filosofo chiede la illuminazione del proprio intelletto, lo statista la
salvezza dello Stato chiederanno il massimo bene che riescano a concepire E
forse vero che questi sono i massimi beni concepibili? Certamente no! L'alta
preghiera di una mente eletta può essere meno gradita al Signore di quella del
semplice e del povero si spirito se quest'ultima è fatta con il cuore puro. Di
questi fatti noi uomini non possiamo mai giudicare perché non ci è data la
capacità di scrutare a fondo nel cuore dei nostri simili.
Quindi io sarei molto cauto nell'affermare che la preghiera del popolino possa
non essere accetta in alto perché perchè troppo rozza o non conforme alla
dottrina teologica che comunque non si vuole qui sminuire.
Come dice S. Paolo:
''Quando anche io parlassi tutte le lingue degli uomini e degli angeli , se non
ho la carità sono un cembalo che squilla o un bronzo che risuona. Se avessi il
dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutte le scienze e una fede
che spostasse le montagne se non ho la carità sono un niente. E se io dessi
tutti i miei averi ai poveri e il mio corpo per essere bruciato se non ho la
carità sono un niente''
|