Pubblicato su www.cattolici.net   sabato 3/4/04      HOME

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Il "miracolo" di San Gennaro
di Giovanni De Sio

Il ''miracolo'' di San Gennaro. Fede, superstizione e scienza. Intorno al fenomeno della liquefazione della sostanza ritenuta sangue di S. Gennaro dalla tradizione vi è ormai una disputa secolare tra quelli che sostengono la miracolosità del fatto e quelli che lo negano, ritenendo che si tratti di un fatto naturale. In realtà il fenomeno non ha i requisiti per essere dichiarato ''miracolo '', nè tale la Chiesa lo ha mai proclamato sempre precisando che si tratta di una credenza che la Chiesa permette ma non avalla con la sua autorità : non esiste quindi un ''miracolo ''di S. Gennaro
''Miracolo'' infatti pur essere definito un avvenimento spiegabile solamente con un intervento diretto divino. In senso lato possiamo dire che tutta la vita è un ''miracolo'' ma in senso ristretto il ''miracolo'' può essere definito come un avvenimento che contrasta con le leggi naturali. spiegabile con l'intervento diretto di Dio : non basta che la scienza non ne scorga la causa , nè che sia un caso altamente improbabile: occorre che si possa concludere che in nessun caso possa derivare da una causa naturale sia pure sconosciuta e che agisca in modo sconosciuto.
Ora per quanto riguarda la liquefazione del sangue non esiste una analisi scientifica della sostanza e quindi non si può escludere che si tratti di una sostanza diversa, pura o frammista con il sangue, che assuma forma liquida o solida in base a cause e modalità sconosciute.
Ciò basta ad escludere che il fatto possa essere riconosciuto come ''miracolo'' dalla Chiesa ma non esclude però che il fedele possa legittimamente considerarlo tale a titolo personale
Poniamoci allora dal un punto di vista della fede: che senso ha questo fenomeno? Certo, il disegno divino non può essere nella sua ampiezza conosciuto dall'uomo. Ma possiamo tentare una interpretazione. Teniamo presente che la liquefazione del sangue non avviene solo per quello che è attribuito a San Gennaro (che è solo il caso più noto) ma almeno in una altra decina di casi molto meno noti
Il sangue tradizionalmente viene considerato come il principio della vita. Si può allora pensare che i Santi Martiri, coloro che versarono il loro sangue per testimoniare la verità vogliano ricordarci che essi non sono morti , che la loro vita continua al di la della morte e che un giorno, quale che sia, i loro corpi risorgeranno. E allora il Signore quasi preannunzia il ritorno alla vita e la vittoria sulla morte mantenendo nei suoi più cari testimoni come una vita latente. Si mostra a speranza e a conforto degli uomini con il linguaggio che gli uomini capiscono (secondo la tradizione il sangue è il simbolo, l'elemento essenziale della vita) che la morte non è la fine di tutto Gennaro, vescovo di Benevento mantenne la retta via e il cuore puro in mezzo alle turpitudini e alle violenze: canuto d'anni il giusto fu condotto nella desolata piana flegrea e porse il collo al carnefice senza tremare e con gioia. Che forse il Dio giusto può permettere che la iniquità trionfi ? I malvagi poterono rallegrarsi del loro trionfo perché avevano tolto al giusto il sangue, principio di vita. Ma il giusto Gennaro risorgerà splendente
Il suo sangue rimane vivo a tratti per confortarci, per ricordarci che mai le porte dell'inferno prevarranno
Si è detto pure che nella folla del popolo minuto che si accalca nel duomo durante l'attesa del ''miracolo'' ci sia più superstizione paganeggiante che vera fede cristiana. Le comari traggono auspicio dallo scioglimento del sangue allo stesso modo che lo traggono dal gatto nero, dallo specchio rotto, dall'olio versato e simili vecchie superstizioni. Si chiedono grazie materiali, vantaggi economici, un posto di lavoro per il figlio, un buon partito per la a figlia: non si solleva lo spirito alla contemplazione della realtà soprannaturale, al superamento delle passioni peccaminose,
In verità queste manifestazioni ormai sono un ricordo del passato ma non è questo il punto: esaminiamo la cosa più a fondo
Molti dotti teologi hanno approfondito i problemi della natura della Divinità, hanno parlato, si ritiene, di Dio su ispirazione divina Ma quale è l'uomo che può pensare di aver compreso Dio. Quale lingua sarà tanto imprudente da dire che è in grado di lodare Dio come dovuto? Certamente nessuno presumerà di sapere veramente come bisogna pregare. E allora?
Evidentemente se Dio è amore e misericordia non guarderà alla giustezza o meno del modo di concepirlo e di pregare ma alla purezza del cuore di chi lo invoca. Al teologo sembrerà bassezza chiedere a Dio beni materiali . Ma il povero scugnizzo napoletano (di un tempo, ormai per fortuna è personaggio raro) è del tutto ignaro di problemi teologici . Ciascuno chiede quello che può concepire: il filosofo chiede la illuminazione del proprio intelletto, lo statista la salvezza dello Stato chiederanno il massimo bene che riescano a concepire E forse vero che questi sono i massimi beni concepibili? Certamente no! L'alta preghiera di una mente eletta può essere meno gradita al Signore di quella del semplice e del povero si spirito se quest'ultima è fatta con il cuore puro. Di questi fatti noi uomini non possiamo mai giudicare perché non ci è data la capacità di scrutare a fondo nel cuore dei nostri simili.
Quindi io sarei molto cauto nell'affermare che la preghiera del popolino possa non essere accetta in alto perché perchè troppo rozza o non conforme alla dottrina teologica che comunque non si vuole qui sminuire.
Come dice S. Paolo:
''Quando anche io parlassi tutte le lingue degli uomini e degli angeli , se non ho la carità sono un cembalo che squilla o un bronzo che risuona. Se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutte le scienze e una fede che spostasse le montagne se non ho la carità sono un niente. E se io dessi tutti i miei averi ai poveri e il mio corpo per essere bruciato se non ho la carità sono un niente''