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LA CINA E IL CRISTIANESIMO
di: Giovanni De Sio
Siamo del parere che il Cristianesimo potrebbe espandesi e fiorire in Cina come un giorno fiorì in Europa, nel nuovo contesto storico che si sta delineando in cui i principi del marxismo ormai sono solo vuoti involucri ma d'altra parte le credenze religiose tradizionali appaiono irrimediabilmente superate A noi sembra che la grande cultura cinese sia come addormentata: lo sviluppo economico prende il sopravvento su ogni speculazione filosofica. La Cina attraversa un momento magico dal punto di vista economico: Shangai e Canton rassomigliano sempre di più a Boston e Chicago e i Cinesi hanno però paura che un mutamento politico e culturale possa mettere in crisi il loro sviluppo. Ma è chiaro che con il progresso economico, la Cina farà rifiorire la sua millenaria cultura e che essa sarà in grado di competere anche culturalmente con gli Europei Con la Cina il Cristianesimo ha avuto importanti rapporti . Gia diffuso dai Nestoriani nell’alto medioevo, ha avuto poi una notevole influenza nel ‘600 per opera soprattutto di Matteo Ricci. Il rifiuto però di accettare tradizioni cinesi, da alcuni ritenuti incompatibili con il cristianesimo (“Questioni dei riti”) segnò una battuta di arresto . Nell’800 riprese una ampia diffusione che pero apparve troppo legata all’Occidente. e il cristianesimo sembrò a molti, seppure erroneamente, la quinta colonna dell’avanzata europea. Con l'avvento del Comunismo nel 1949 si è avuto una lotta generale alle religioni . In particolare il governo cinese promosse nel 1957 una Chiesa Cattolica Patriottica che rompesse ogni rapporto con Roma vista come una alleata del capitalismo e degli americani. In parte i cattolici Cinesi resistettero e subirono feroci persecuzioni, in parte si piegarono alle circostanze riuscendo stentatamente a sopravvivere . Il dramma si ebbe soprattutto durante la Rivoluzione Culturale: qualsiasi attività religiosa collettiva di qualunque fede fu impedita; tutte le chiese e cappelle cristiane sequestrate ed adibite alle più diverse attività (magazzini, fabbriche), i preti e i vescovi furono inviati in campi di lavoro spesso in regioni distanti ed in attività molto pesanti; le suore costrette a ritornare in famiglia; devastato quanto poteva essere distrutto e non serviva ad altro (perfino i cimiteri e le lapidi: Attualmente anche se non vi è certamente una piena libertà religiosa e in teoria l’ateismo di Stato è stato mantenuto tuttavia vi è una ampia tolleranza e la frattura fra le due Chiese cattoliche è in lento ma sicuro superamento Noi riteniamo però che la Cina possa aprirsi al Cristianesimo solo seguendo la via tracciata dai Gesuiti. La Cina non può essere terra di missione della stessa natura dell'africa. Quivi la civiltà è essenzialmente quella europea: l'abbandono delle tradizioni tribali significa in effetti adottare le lingue europee, la civiltà europea e quindi anche la religione europea, sia pure con tutti gli adattamenti necessari Ma la Cina possiede una civiltà antica e illustre almeno quanto quella europea, soprattutto una coscienza altissima di se stessa, d'altronde ben motivata. Potrà accettare una religione proveniente dall'esterno (come accettò il buddismo) solo nella misura in cui essa riuscirà a farsi cinese.
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