Vi è un rifiuto di fondo di una parte della opinione pubblica europea di inquadrare gli avvenimenti del Medio Oriente e del terrorismo cosi detto islamico come una lotta a carattere religiosa, rifiuto che non si basa su un’analisi di fatti ma su un pregiudizio sul rilievo del fatto religioso nella realtà politica e sociale del mondo moderno .
Anche se è indubitabile che nell’ambito degli avvenimenti mediorientali ruotano grandi interessi politici ed economici e magari anche personali tuttavia appare evidente che il nocciolo del problema sia di carattere religioso. Non si tratta di una lotta fra Cristianesimo e Islam ma tra due fazioni che sostengono due diverse interpretazione dell’islam. In verità anche il cristianesimo nel Medio Oriente si trova in difficoltà e il fatto è testimoniato dalla diminuzione percentuale dei cristiani nell’area, come evidenziano le statistiche : tuttavia si tratta solo di un effetto secondario di una lotta tutta interna al mondo islamico cosi come l’intervento occidentale è pure esso effetto di un debordare della lotta al di fuori dell’ambito dell’Islam stesso.
Chiediamoci allora perchè allora una parte dell’opinione pubblica europea rifiuta di accettare un fatto che gli stessi protagonisti arabi ed islamici continuamente riaffermano e tutti gli osservatori confermano. Si tratta di una sottovalutazione dell’importanza dell’elemento religioso nella società moderna. Molti sono rimasti ancora a una opinione diffusa all’inizio del secolo scorso secondo la quale la religione è una sopravvivenza del passato effetto di ignoranza (positivismo) ,o dell’imbroglio della borghesia ( marxismo) o una specie di iniziale forma di conoscenza filosofica ( idealismo). In realtà queste teorie sono tramontate di fronte alla obiettiva considerazione che il progresso scientifico,sociale e culturale non ha affatto emarginato il fatto religioso. La scienza non si sente più in contrasto con la fede, il marxismo moderno ha abbandonato definitivamente la teoria della religione come ’ oppio dei popoli” e cerca invece la collaborazione dei cristiani, l’dea hegeliana della filosofia come conoscenza suprema è solo un ricordo del passato. Tuttavia di fronte ai fatti della storia, di fronte all’evolversi della cultura molti che si dicono progressisti, moderni, al passo con la realtà moderna restano prigionieri di pregiudizi ormai largamente superati e da tempo.
Nel Medio Oriente purtroppo manca la prima e la madre di tutte le libertà: la libertà religiosa : per questo i contrasti religiosi tendono a degenerare in scontri violenti e armati. E da ciò nasce l’impressione di un religiosità particolarmente forte. In realtà il Cristianesimo è anche esso attraversato da molte tensioni e conta grandi differenze di sensibilità non meno che l’Islam: si tratta di manifestazioni di vitalità, di testimonianze di fede che proprio perché sono effettivamente vissute vengono filtrate attraverso contesti sociali e culturali e personali diversi. Tuttavia nel mondo cristiano la abitudine al dialogo, la presenza di una ampia libertà di pensiero, la distinzione chiara dell’ambito religioso da quello politico impedisce che si passi dalla discussione anche vivace e ferma allo scontro violento e rende del tutto incredibile che differenze religiose possano esprimersi in atti di guerra .
Per commenti e critiche:
giovannidesio@libero.it