Natale in Oriente
Giovanni De Sio
Lunedi, 28 dicembre 2009
Le immagini del Natale in Occidente suggeriscono più consumismo che
religiosità, anche se in effetti è in parte una distorsione dei mass
media perche anche da noi i valori religiosi non mancano certamente
In Oriente, però, in paesi in cui i cristiani sono solo delle piccole
minoranze, il consumismo è praticamente assente e risalta il
significato autenticamente religioso che si manifesta in situazioni
spesso molto difficili.
Vediamo qualche esempio A Gaza, Israele ha concesso ai cristiani dei
permessi per uscire dalla Striscia durante le feste di Natale: cosi 10
mila dei circa 30 mila cristiani residenti in Gaza hanno potuto tornare
a festeggiare. dopo tanti anni. la nascita di Gesù a Betlemme. P.
Manawel Musallam, parroco della chiesa della Sacra Famiglia, unica
parrocchia a Gaza, dichiara che il fatto è un segno di speranza per la
comunità che si trova in situazione drammatica stretta fra l’embargo
israeliano e la ostilità dei mussulmani più fanatici.
Natale difficile ancora per i cristiani in Iraq: nei giorni scorsi due
diversi attentati hanno colpito a Mosul la chiesa di San Giorgio dei
Caldei e la chiesa siro-ortodossa di san Tommaso con un bilancio di tre
morti e diversi feriti. Mons. Louis Sako, arcivescovo di Kirkuk, parla
di “messaggio inquietante”per tutta la comunità ormai sempre meno
numerosa per la fuga all’estero di molti dei suoi membri .
Un natale di pace invece finalmente nello Sri Lanka: dopo la vittoria
delle forze governative sulle “tigri del Tamil” è terminata una guerra
civile durata 30 anni: la chiesa locale, che ha comunque sempre goduto
di un ampia tolleranza, festeggia serenamente il Natale organizzando
soprattutto iniziative caritative per i più poveri a qualunque
religione appartengano.
Qualche segnale di distensione anche in Cina : Mons. Li è succeduto lo
scorso 20 dicembre a mons. Giovanni Battista Liu Jingshan, con
approvazione dalla Santa Sede e riconosciuto anche dal governo: un buon
segno sulla via del superamento della divisione delle due chiese
cattoliche cinesi, quella cosi detta “Patriottica” riconosciuta dal
governo e quella fedele a Roma. Segnali contraddittori in Viet-nam: 14
nuovi sacerdoti sono stati ordinati in occasione del Natale
dall’arcivescovo di Hanoi, mons. Joseph Ngo Quang Kiet: alla cerimonia
svoltasi nel seminario maggiore della città, hanno partecipato 140
sacerdoti e 5 mila fedeli.
Con queste ordinazioni, il numero di preti della diocesi sale a 106,
ancora poco per i 350 mila fedeli e le 141 parrocchie. Per contro
alcune chiese sono state devastate:i tabernacoli distrutti, ostie
consacrate gettate per terra, statue scomparse.
Piena libertà invece per la chiesa coreana che ha preso una
interessante iniziativa : davanti alla cattedrale di Myeongdong a Seoul
un albero addobbato con rifiuti: sui rami del piccolo abete, che da
lontano sembra uguale agli altri, sono state appese bottiglie di yogurt
lavate, vecchi compact-disc e lattine: le luci sono alimentate da un
generatore montato su una piccola bicicletta: un modo per mettere a
fuoco l vero significato della Natività e riflettere anche
sull’ambiente L’idea è stata lanciata dal Movimento “Un corpo uno
spirito”, l’associazione che si occupa del sociale per conto della
Conferenza episcopale coreana.
Per critiche e commenti:giovannidesio@libero.it
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