Legge sulla blasfemia
Giovanni De Sio
Lunedi,31 agosto 2009
Lo scorso 11 agosto è stato celebrato in tutto il sub continente
indiano il “Giorno Nero” per protestare contro la legge sulla blasfemia
che vige in Pakistan
Si tratta di una legge, che ricalca una norma della Sharia, che punisce
severamente tutti quelli che abbiano in qualche modo offeso il profeta
Maometto o altro personaggi o principi o simboli della fede islamica a
prescindere della fede che egli segua
Di per se non sembra una legge ingiustificata in quanto tutte le
religioni vanno ovviamente rispettate e quindi magari si potrebbe
chiedere la estensione delle nome anche alla altre religioni
Il problema, pero, è che la legge nella sua indeterminatezza in effetti
si è rivelato un mezzo iniquo per perseguitare i non mussulmani, in
modo particolare i cristiani del Pakistan Infatti non solo ogni
atteggiamento di critica all’Islam viene etichettato come blasfemia che
sarebbe invece cosa del tutto diversa: ma soprattutto le accuse sono
strumentali, false, mai veramente dimostrate. Le folle pero sono
aizzate da personaggi che vogliono far salire la tensione religiosa :
si raccontano, si esagerano, si inventano anche del tutto, fatti mai
avvenuti che avrebbero compiuti i cristiani tanto che le folle
islamiche cominciano ad agitarsi ad abbandonarsi a violenze: i giudici
sotto la minaccia della folla e di fronte alla concreta possibilità di
essere indicati essi stessi come nemici della fede islamica condannano
senza prove e con processi farse Le condanne naturalmente avvalorano
ancora di più le voci e la furia popolare in un crescendo di un circolo
vizioso che è difficile spezzare
Cosi si succedono massacri indiscriminati: fra gli ultimi: otto
cristiani massacrati nel Punjab da una folla impazzita e un
proprietario di una fabbrica con due assistenti ucciso dai propri
dipendenti
Il vero problema è che l’islam, per propria legge che risale agli
albori, ai tempi stessi di Maometto. non ammette il proselitismo
religioso verso i propri seguaci ma solo quello rivolto verso gli
altri. E’ doveroso quindi per ogni islamico cercare di convertire i non
islamici ma se un non islamico cerca di fare proselitismo presso gli
islamici viene prevista la pena di morte per lui e per chi si fosse
eventualmente convertito Esula proprio dalla mentalità islamica l’idea
della libertà religiosa anche se si ammette la possibilità che comunità
non islamiche possano sussistere anche nei paesi islamici
La legge sulla blasfemia fu introdotta nell’ordinamento pakistano dal
generale Zia-ul-Haq negli anni ’80. per compiacere gli ambienti più
intransigenti e varie volta si è ventilata la possibilità della sua
abrogazione. Il nuovo governo regolarmente eletto mostra di essere
contrario ma non osa cancellare la norma in un paese già in guerra
civile con i talebani nel timore di rafforzarli
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