Teocrazia nella storia
Giovanni De Sio
Lunedi, 29 giugno 2009
Il fatto che il potere nel passato fosse strettente connesso alla
religione viene interpretato, a volte, come una specie di usurpazione
da parte del clero rispetto al potere politico laico che sarebbe quello
legittimo.
Ma una tale interpretazione è un palese e grossolano errore di prospettiva storica.
In effetti in tutte le civiltà del passato il potere era considerato
sempre e comunque connesso alla divinità, anche se con modi e
gradazioni diversi Talvolta il sovrane era considerato esso stesso un
Dio ( gli Egizi, gli Incas ), altre volte discendeva dagli dei
(Giapponesi) oppure un figlio del cielo (Cinesi) altre volte un inviato
di Dio ( i califfi successori di Maometto, il messaggero di dio). Anche
nella laica Roma i segni divini erano al disopra di ogni legge: il
diritto romano per altro fonte prima di ogni diritto moderno,
contemplava che certi voli di uccelli sospendeva ogni decisone e una
legge approvata con questo segno era una legge invalida Solo nel ‘700,
in Europa con l’Illuminismo è cominciato il percorso dell’idea della
laicità dello stato che si è concluso, dopo oltre un secolo fra lotte e
rivoluzioni, con l’improntare tutta la cultura politica e giuridica
moderna sostituendo cosi una concezione laica ( non laicista) a quella
tradizionale teocratica. Le motivazioni della teocrazie erano allora
evidenti nella concezione stessa dello stato: esso infatti aveva per
fine il bene, il sovrano doveva al suo popolo la “ giustizia”: ma ciò
che è bene e giusto dipende essenzialmente dalla legge divina. Il
potere sovrano non creava le leggi etiche ma semplicemente le applicava
perche esse derivavano da Dio: potere religioso e potere politico erano
quindi due aspetti di un unico potere.
Con il laicismo invece lo stato abbandona la pretesa di possedere il
criterio del bene e del giusto che è rimesso invece alla libera
valutazione dei cittadini: il potere diventa una espressione della
volontà popolare non di Dio
Lasciando da parte ogni discussione sulla validità e sulle conseguenze
delle due concezioni non possiamo interpretare i fatti politici che
avvengono secondo una concezione politica diversa da quella in cui i
fatti stessi si svolsero.
Tornano alla nostra storia sarebbe un errore storico considerare ad
esempio la lotta fra papato e impero come la lotta fra un poter laico e
uno teocratico:in realtà ambedue i poteri pretendevano di derivare in
qualche modo da Dio: l’imperatore non si considerava tale perche eletto
laicamente dai cittadini ma in quanto designato in qualche modo da
Dio:secondo la concezione medioevale era successore degli imperatori
romani il cui impero era voluto dalla Divina Provvidenza e riconosciuta
da Cristo stesso
In realtà l’autorità religiosa non pretendeva di governare ma solo di
poter condizionare e anche designare la autorità politica in quanto si
riteneva più direttamente investita da Dio Si tratta di problemi ormai
superati dalla concezione laica dello stato accettata da credenti e non
credenti. Possiamo invece notare che la dualità propria del mondo
cristiano fra potere politico e potere religioso è stata una delle
premesse fondamentali per il sorgere della libertà e della laicità,
come tutti gli storici riconoscono
Per critiche e commenti forum@giovannidesio.it
Per approfondimenti: www.giovannidesio.it
(§)
|