Noi e la natura
Giovanni De Sio
Lunedi 20 aprile 2009
L’onda in verità un po stanca della “new age”a volte si combina con i
timori dell’inquinamento ambientale e si presenta quindi una concezione
che vorrebbe essere fil0sofica e religiosa secondo la quale il problema
dell’inquinamento deriverebbe dal fatto che noi abbiamo strappato
l’antico rapporto mistico con la natura, presente ancora in alcune
culture e quindi occorre ritrovarlo
In realtà una concezione del genere si fonda su confusioni concettuali
che cercheremo di chiarire.
Possiamo dare due concezioni dei rapporti fra la natura e l’uomo,
ambedue coerenti. Possiamo pensare che l’uomo sia interamente parte
della natura oppure che esso per la parte spirituale sia cosa diversa
qualitativamente dalla natura stessa. Nel primo caso abbiamo ancora due
possibilità :seconda la prima di essa sia la natura che l’uomo sono
semplicemente dei meccanismi molto complessi ma solo e sempre
meccanismi ( concezione meccanicistica): in questo caso non possiamo
parlare di nessun tipo di religione ne tradizionale ne di new age. Ma
possiamo anche pensare che sia l’uomo che la natura sono animate da
forze spirituali ( antico paganesimo o anche e alcune filosofie
orietali): questa è la tesi sostenuta dalla “new age”
Ma quando la “new age”prepone un una rispetto religioso della natura
come soluzione ai problemi dell’inquinamento fa una confusione fra le
concezioni meccanicistiche e spirituali che abbiamo ora richiamate
Se infatti si concepisce la natura come mossa da forze vive, spirituali
e divine, non si può poi porre il problema dell’inquinamento in senso
scientifico moderno. che si basa sulla scienza e sui meccanismi da essa
studiata non su teorie filosofiche religiose
Modernamente infatti noi ci poniamo il problema scientifico della
sostenibilità del nostro stile di vita sul pianeta: ci preoccupiamo per
la scomparsa degli alberi perche il fatto potrebbe alterare la
composizione dell'aria, non ci poniamo certo il problema se gli alberi
sono divini, o nostri fratelli o solo oggetti, o se abbiamo il"diritto"
di abbatterli
Il rispetto della natura come qualcosa di divino era comune nelle
culture primitive che si rapportavano ad essa come se fosse essa stessa
un soggetto come l’uomo: ma una concezione del genere è assolutamente
lontana dal mondo moderno e soprattutto alla scienza che sta alla base
del problema ecologico.
Nessuno pensa, come nelle culture ancestrali, che non possiamo
modificare la natura,coltivare la terra sostituendo gli alberi, deviare
i fiumi o traforare le montagne perchè in questo modo porteremmo offesa
a una supposta divinità della natura stessa
Non è che la modifica della natura attiri una maledizione che ci porti
alla rovina, anzi è stato sempre il punto essenziale del nostro
progresso dal tempo delle caverne ad oggi. L’ evoluzione della nostra
civiltà è stata possibile proprio in quanto abbiamo antropizzato
profondamente il nostro ambiente; se fossimo restati all’adorazione
delle forze naturali e al conseguente divieto di modificarla saremmo
ancora restati allo stadio di cacciatori raccoglitori come in genere si
trovano quei gruppi umani che ancora adorano la divinità della natura.
Prendere coscienza del problema ecologico significa invece rendersi
conto che i meccanicismi ( non una supposta divinità) della natura
possono essere messi in crisi dell’eccessiva sfruttamento e
inquinamento che è tutto altro problema
il rispetto della natura proposta a dalla “new age”fa quindi confusione
fra i vari concetti
Il cristianesimo propone l'uomo come creatura diversa dalla natura e
quindi adorano il dio creatore dell'uno e dell'altra: la natura rimane
pertanto sostanzialmente un meccanismo da indagare con la scienza: il
problema ecologico quindi fa parte della scienza e non della religione.
Dobbiamo per altro notare che il dover morale di non rendere il nostro
ambiente invivibile per i nostri simili e per le generazioni che
verranno: ma questo è tutto altro problema
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