Tre generazioni
Giovanni De Sio
Lunedi, 30 marzo 2009-
La denatalità è un problema che diventa sempre più evidente e che
assume una particolare gravità nel nostro paese. Una politica di
sostegno alla famiglia certamente si impone . Tuttavia la causa
profonda va ricercata nella attuale incertezza del futuro, nella
precarietà del lavoro.
Tale problema risulta particolarmente chiaro se mettiamo in confronto i
padri di oggi con i loro padri e i loro nonni. La generazione dei nonni
è quella che ha conosciuta non solo gli orrori della guerra ma anche la
povertà generalizzata. A parte i pochi ricchi, i nonni avevano una vita
difficile con difficoltà e stenti ora inconcepibili. Era il tempo in
cui le ragazze da marito venivano valutate per le loro capacita di
risparmio perche una moglie doveva operare il miracolo di far durare un
intero mese il magro salario o stipendio del marito: una impresa
titanica Gli abiti del capofamiglia venivano voltarti e rivoltati e poi
con essi si facevano gli abiti dei bambini e infine venivano usati come
stracci per uso familiare. Nulla si buttava, tutto si riciclava
Qualcuno ricorda ancora quel tipo di vita magari con un pò di nostalgia
perchè legata ai ricordi di infanzia ma certo non era una bella vita e
ad essa nessuno veramente vorrebbe tornare Poi venne generazioni dei
padri che si è formata nel “miracolo economico”: le case si riempirono
di macchine che alleviarono la millenaria fatica delle donne, tutti
ebbero l’auto e cominciarono le vacanze in terre lontane: gli abiti si
cambiano con frequenza appena appena un pò lisi e anche se nemmeno un
po’ lisi. E’ stata una generazione fortunata che si poneva mete sempre
più ambiziose nella fondata speranza che il domani sarebbe stato più
prospero del presente
Tuttavia a un certo momento questa aspettativa si è venuta a
ridimensionarsi e vacillare e anzi ha cominciato a lasciare il posto a
una sottile angoscia: forse i figli del benessere non avranno una vita
di benessere più prospera dei padri ma anzi decisamente molto meno
prospera. Pesa soprattutto la incertezza: prima chi trovava un posto di
lavoro in banca o in fabbrica aveva la fondata aspettativa che avrebbe
percepito uno stipendio fino all’età in cui avrebbe avuto liquidazione
e pensione fino alla fine dei suoi giorni
Ma i figli invece non hanno di queste certezze: i lavori sicuri
diventano sempre di più una rarità, dilaga il precariato: nessuno sa
fino a quando potrà conservare il suo posto di lavoro e per quanto
riguarda liquidazione e pensione e chi ne sa niente .
La crisi finanziaria poi ha posto una ipoteca ancora più pesante su un
futuro che già di per se appariva ben incerto. Il problema essenziale
pero ci sembra non tanto il livello economico, quanto la incertezza
Le generazione dei nonni era pure estremamente povera è pure tuttavia
conosceva abbastanza esattamente cosa la vita gli avrebbe riservato
Nessuno si illudeva di poter fare più di quanto vedeva fare e comunque
poichè tutti vivevano a un certo livello, questo alla fine appariva
naturale.
La generazione dei padri ha avuto invece la rassicurante aspettativa
che avrebbero vissuto molto meglio dei loro genitori e che comunque
avrebbero migliorato la propria condizione economica nel corso del
tempo: ogni nuovo contratto collettivo strappava miglioramenti
economici e normativi . Ma le nuove generazioni sono nell’incertezza:
abituati a un certo tenore di vita vedono con sofferenza e paura la
possibilità di dover rinunciare a una parte del proprio benessere e
soprattutto con terrore alla eventualità di diventare un “nuovo povero”
in qualunque momento.
Per il momento le generazioni dei padri fanno da compensazione: sono in
grado di mantenere i propri figli a lungo fino a che non trovano lavoro
e anche dopo che lo hanno trovato costituiscono, pur sempre, una
riserva per tutte le difficoltà. Questo stato di cose influisce
negativamente sulla formazione della famiglia: come fondare una
famiglia se in ogni caso non vi è poi la certezza di poterla mantenere?
I nonni sapevano che avrebbero avuto poche risorse ma abbastanza certe,
i padri che avrebbero avuto risorse sempre maggiori: ma l’incertezza
del futuro scoraggia i figli dal diventare padri a loro volta.
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