Ignoranza religiosa
Giovanni De Sio
Lunedi, 23 marzo 2009.
Nel nostro paese la conoscenza dei fatti religiosi è generalmente molto
ridotta fra i non credenti ma a volte anche fra i credenti stessi,
Persistono cosi errori di interpretazioni, incertezze, fraintendimenti
che rendono difficile una dialogo su argomenti religiosi che sia
veramente chiaro e aperto
Il problema nasce dal modo in cui generalmente si apprendono ( o meglio
NON si apprendono) i fatti fondamentali della religione in quanto manca
una vera e propria istruzione religiosa.
Per legge la scuola dovrebbe occuparsi anche di questo aspetto
fondamentale della cultura e della personalità dei propri cittadini. Ma
l’insegnamento religioso viene considerato un fatto confessionale,
quindi su base volontaria o opzionale. Nella pratica non ha quindi
nessuna incidenza sul profitto degli alunni, non è affatto una
disciplina fra le altre. L’ora di religione troppo spesso diviene
un’ora di spacco nella quale ci si riposa o si preparano le lezioni
dello ore successiv. Alcuni docenti, con grande personale impegno,
riescono ad attrarre l’attenzione degli alunni: tuttavia nella
generalità dei casi ciò avviene mettendo in primo piano fatti e
problemi sociali, difficoltà esistenziali che pure avendo una attinenza
religiosa non costituiscono pero un vero e proprio insegnamento
religioso: discutere dei rapporti con genitori e coetanei ,dei problemi
della povertà e del consumismo può dare la possibilità di una visione
religiosa di tali problemi ma non di un insegnamento vero e proprio
delle dottrine religiose.
L’insegnamento religioso vero e proprio viene pero impartito a livello
di preparazione alla prima comunione. Non sempre pero i catechisti sono
all’altezza della situazione sia sul piano dottrinario che sul piano
didattico Le dottrine vengono spesso insegnate in modo approssimativo e
mnemonico da persone che non hanno sufficiente competenza e soprattutto
non riescono a farsi capire dai giovanissimi alunni, dei bambini. che è
cosa molto difficile. In ogni caso anche quando i catechisti sono
all’altezza della situazione tuttavia l’età di otto o nove anni non
permette una comprensione adeguata. Il cristianesimo infatti è
costituito da un corpo di dottrine molto complesso, elaborato e
precisato nel corso dei secoli in mezzo a conflitti non solo pacifici
Problemi con me la trinità, la necessità della redenzione,il rapporto
grazia e libertà sono argomenti troppo difficili da affrontare con dei
bambini : anche dogmi come inferno, il paradiso, il peccato originale
vengono banalizzati fraintesi dalla mente dei fanciulli.
In realtà quello che resta nella mente infantile di un tale
insegnamento è praticamente quello che la maggiorana delle persone sa
intorno alla religione Quelli che sono praticanti in seguito seguiranno
le omelie e quindi si potranno fare una idea più completa ma manca
anche pur sempre una sistematicità del discorso mentre i non praticanti
penseranno alla rellgione solo sulla base di nozioni confuse che
credono di ricordare dall’infanzia. La soluzione a questo stato di
ignoranza è che l’insegnamento religioso dovrebbe svolgersi in tutto
l’ambito della scuola. che proceda insomma come l’insegnamento
dell’italiano e della matematica. Coerentemente il carattere
confessionale opzionale dell’insegnamento religioso andrebbe superato.
Studio della religione è cosa diversa da educazione religiosa: il primo
dovrebbe costituire un importante aspetto di qualsiasi persona istruita
qualunque sia poi la sua scelta personale in campo religioso , il
secondo può essere ristretto alle persone che intendono aderire al
cristianesimo
Succede cosi che nelle scuole si studia con attenzione filosofie di
ogni tipo tranne quella che in concreto è la più importante il
cristianesimo base della nostra civiltà e che comunque pone un
interrogativo a cui tutti sono necessariamente chiamati a rispondere
E’ assolutamente assurdo che uno studente debba dimostrare di conoscere
ogni aspetto di Marx o Hegel e nulla degli insegnamenti del Cristo
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