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ISTRUZIONE E CULTURA RELIGIOSA
di: Giovanni De Sio
Nel senso sociologico “cultura” indica, fra l’altro, il sentire comune degli appartenenti a una società In questo senso noi italiani siamo tutti cristiani non tanto perchè ogni nostro paesetto ha il suo campanile e ogni città la sua cattedrale, perchè abbiamo tutti nomi cristiani, perchè tutti noi , credenti e non credenti, abbiamo ricevuto il battesimo, ci sposiamo in chiesa ( se ci è possibile), facciamo battezzare i nostri figli e riposeremo all'ombra di una croce ma soprattutto perchè le nostre categorie mentali, i nostri principi, il nostro modo di ragionare sono cristiani. In genere non ce ne rendiamo conto perchè non conosciamo le altre civiltà: se tutti gli altri popoli conoscono la civiltà europea gli europei conoscono solo la loro civiltà ( così come tutti conoscono l'inglese ma gli inglesi conoscono solo l'inglese). Ma se usciamo un pò da noi stessi e ci confrontiamo con cinesi, indu e islamici ci rendiamo conto che dire ''europeo'' e dire '' cristiano'' è pressappoco la stessa cosa. Tuttavia la nostra scuola, che dovrebbe fornire gli elementi essenziali della nostra cultura ignora quasi del tutto quelli più importanti quelli religiosi I contenuti della cultura scolastica italiana furono selezionati circa un secolo fa e mai veramente rinnovati : furono esclusi gli aspetti religiosi che furono lasciati alla Chiesa che ovviamente li può fornire solo su richiesta .E’ vero che esiste in tutte le istituzioni scolastiche una materia chiamata RELIGIONE , ma essa in effetti è opzionale, e soprattutto non costituisce una vera e propria disciplina, non da voto scolastico, non fa media, è esclusa da qualsiasi prova di esame. Il risultato è che per molti la religione cristiana si confonde con i racconti sentiti da bambini , con i ricordi della cara infanzia. I nostri alunni magari conoscono meglio i miti greci che i misteri cristiani In conclusione siamo diventati un popolo di analfabeti religiosi: credo che sia una carenza culturale grave L’insegnamento dei fondamenti della religione cattolica non dovrebbe rivolgersi solo a credenti, dovrebbe perdere il suo carattere confessionale ma dovrebbe essere una disciplina fondamentale del curriculum scolastico a prescindere dalla adesione o meno degli studenti alla confessione religiosa Solo in questo modo, fra l’altro, sarebbe possibile far cadere i molti pregiudizi, le molte assurde semplificazioni diffuse fra la gente comune sul Cattolicesimo e instaurare, su basi serie, un discorso fra credenti e non credenti |