Natale in Asia Giovanni De Sio Domenica, 28 dicembre 2008………………….In Occidente il Natale, a livello di massa, ha perso purtroppo molto del suo originario significato religioso ed ha preso l’aspetto di una occasione consumistica o, al più, diventa una festa della famiglia e dei bambini. In Asia invece le minoranze cristiane proprio perche minoranze, celebrano ancora il Natale come una festa identificativa della loro fede religiosa. Non mancano per i cristiani di Asia momenti di difficoltà ma anche di speranza. In Cina le autorità non hanno frapposto nessun ostacolo alla celebrazioni: anzi si è visto per le strade di Pechino il caratteristico Santa Claus e il Quotidiano del popolo, organo di stampa ufficiale, ha persino dedicato un editoriale per gli acquisti di Natale. Ma la tradizione di Santa Claus non appartiene alla tradizione dei cristiani cinesi che, per altro, appartengono quasi sempre alla fascia dei cinesi che non ha visto ancora il “miracolo economico” : sembra più un invito a consumare di fronte alla crisi economica che si sta abbattendo sulla Cina più che nel mondo occidentale In India nello stato dell’Orissa (Bengala indiano) nei mesi scorsi si sono avuti violenti disordini contro i cristiani da parte di estremisti induisti con incendi, saccheggi, assassini: l’atmosfera è quindi molto tesa anche perchè gli estremisti indu avevano programmato una manifestazione proprio nel giorno di Natale; le autorità statali hanno ottenuto, però, l’impegno che non ci sarebbero state manifestazioni durante tutto il periodo delle feste cristiane e in ogni caso hanno preso imponenti misura di sicurezza . Per il resto dell’india non ci sono problemi particolarmente per la minoranza cristiana del Malabar (chiesa di S. Tommaso) che risale al I secolo d. C. Nel Pakistan nel quale vi sono stati recentemente attentati, assassini e intimidazioni alla minoranza cristiana è intervenuto il primo ministro, Gilani che ha affermato come obbligo morale la protezione delle minoranze religiose: il paese gia accusato dall’India di essere implicato nelle stragi terroristiche di Mumbai cerca di proiettare una immagine di se come paese tollerante e rassicurante. In tutto il Medio Oriente islamico la posizione delle antichissime comunità cristiane si è fatta sempre più difficile negli ultimi anni e, come è noto, non è permessa nessuna predicazione cristiana :la shari’ah commina la pena di morte a chi lascia l’islam. Tuttavia in Iraq il progressivo miglioramento della situazione e il ritiro delle truppe occidentali previste per l’anno prossimo fanno sperare in una relativa normalizzazione della situazione In Palestina un segno di grande speranza, è il ritorno dei pellegrini in Terra Santa: se solo si allentasse un po la si tensione e il pericolo di attentati diverrebbe certamente la prima meta di turismo religioso nel mondo In ogni caso motivo di grande speranza è anche la programmazione della visita papale Purtroppo l’aggravamento della situazione di Gaza ha rimesso tutto in discussione , -------------- Per critiche e commenti forum@giovannidesio.it ---------- Per approfondimenti: www.giovannidesio.it (§) |