Serietà a scuola Giovanni De Sio Sabato ,1 novembre 2008-------Gli interventi recenti del governo hanno rimesso al centro dell’attenzione del grande pubblico i problemi della scuola. Non entriamo nel merito degli interventi che, come è stato ripetuto e ammesso dallo stesso governo, non costituiscono una vera riforma ma semplicemente una razionalizzazione della spesa in seguito ai tagli previsti dalle leggi di bilancio . La scuola avrebbe bisogno invece di una riforma che incidesse in profondità: è un dato oggettivo che in tutte le ricerche internazionali la scuola italiana si trova in basso e precipita sempre più in basso. Le cause sono molte e varie: non si tratta però di una semplice mancanza di risorse: sarebbe del tutto errato pensare che l’aumento dei fondi di per se migliorerebbe il rendimento della scuola. Uno degli elementi ( non certo l’unico ) è quello di reintrodurre la serietà ( non dico la severità) nella scuola: dal 68 in poi si è diffusa a tutti i livelli nella scuola l’idea che discriminare il merito sarebbe un ingiustizia palese, un ritorno al fascismo insomma un fatto quasi delittuoso. Hanno invece libero corso idee assurde quali quelle che ciascuno ha in se propri metri di giudizio, che tutti debbono essere liberi di comportarsi come il proprio estro gli inspira: insomma in sintesi che non bisogna dire un “no” agli alunni Ma non è buon maestro né un buon padre chi dice sempre “si “ e non sa dire un “no” quando è necessario . Non si deve ricercare a tutti i costi l'approvazione immediata degli alunni: il compito dell'educazione è quelle di formare i giovani non quello di compiacerli. A volte educare non solo è difficile ma è anche ingrato. Ma bisogna fare quello che ci sembra giusto fare e non preoccuparsi di esser approvati da tutti, nell'educazione come in tutti i campi d'altronde, Il problema è che l'insegnate non ha mezzi per intervenire e allora spesso preferisce girare la faccia dall'altra parte Un tempo c'era la paura della bocciatura e anche della sospensione del preside ma ora la scuola appare disarmata: tutti sono promossi e ogni punizione è caduta in disuso. Quando qualche scuola adotta una qualche sanzione, allora viene additata al pubblico ludibrio: si dice che se l'alunno non si comporta bene o non impara è sempre colpa della scuola. e allora la scuola finge che tutti imparino e che tutti sono educati. Gli insegnanti, lodando gli alunni lodano se stessi, biasimando gli alunni , biasimano se stessi . Per questo se uno legge le montagne di inutili relazioni che gli insegnanti scrivono vede una mondo di fantasia. In cui gli alunni mostrano impegno, diligenza interesse allo studio, partecipano criticamente al dialogo culturale e simili formule roboanti In realtà la situazione è ben diversa: tutti gli alunni hanno percepito perfettamente che i risultati sono praticamente gli stessi che si studi o meno, che ci si impegni o meno che ci si comporti correttamente o meno: tanto non succede mai nulla di veramente importante. Analogamente gli insegnanti sanno perfettamente che meno fanno meno fastidi hanno: contrastare l’andazzo è pericoloso : si può finire sul banco degli imputati, essere oggetto di contestazione,creare fastidi al preside che, da persona esperta dei fatti reali della vita scolastica, chiama in disparte l’insegnante, gli dice che ha tutte le ragioni e gli consiglia di lasciar perdere perchè tanto non ci possono far niente Certamente vi sono alunni veramente interessati alla cultura e professori appassionati alla propria opera colti e capaci : ma il sistema nel suo insieme li deprime, non li riconosce in qualche modo li emargina. Il quadro pero risulta diverso per la la scuola elementare perche qui gli insegnanti per l'età degli alunni possono effettivamente intervenire e anche per l'università, ma solo alcune facoltà, perchè l'insuccesso non viene addebitato ai professori ------------- - Per critiche e commenti forum@giovannidesio.it ---------- Per approfondimenti: www.giovannidesio.it (§) |