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Problemi e società

Meccanicismo evoluzionistico

Giovanni De Sio

 Sabato ,11 ottobre 2008……L’idea dell’esistenza di Dio ha fra i suoi fondamenti la constatazione che la complessità del creato e in particolare della vita non possa essere spiegata con il caso ma postula l’interventi di un Progetto Intelligente Su questo punto pero l’evoluzionismo ritiene di aver individuato nel processo della selezione naturale delle variazione genetiche il meccanismo che permette l’origine e l’adattamento delle specie e quindi la comparsa di nuove specie derivate dalle precedenti : esaminiamolo brevemente se questa pretesa è fondata Si afferma che alcune variazioni genetiche casuali diano ad alcuni individui dei caratteri favorevoli e pertanto essi riescano vincitori nella selezione naturale e trasmettano tali caratteri ai discendenti. In questo modo si spiegherebbe la comparsa di specie nuove adattate ai vari ambienti. Si nota innanzi tutto che quando appaiono caratteri "nuovi" essi sono sempre negativi e in natura portano alla rapida morte dell'individuo: sopravvivono gli individui che hanno le caratteristiche della specie al massimo grado, i "diversi" soccombono: solo l'uomo fa sopravvivere per motivi morali anche i diversi. Le antilopi più veloci possano sopravvivere meglio e pertanto il carattere velocità si trasmetterà e si esalterà sempre nella specie: ma si tratta di un perfezionamento di caratteri già esistenti (adattamento); se si presenta invece una variazione ( uno zoccolo diverso, livelli di glucosio nel sangue diversi ) l’animale soccomberà. Ogni organismo poi è sempre un sistema in cui ogni parte è in armonia con tutte le altre: una variazione in un organo mette in crisi tutto il sistema. Molto comunemente si fa l'esempio dell' evoluzione del collo della giraffa: le giraffe che ,casualmente, avevano colli più lunghi, avevano maggiore possibilità di nutrirsi delle foglie degli alberi più alti e quindi vincendo la lotta per la vita potevano trasmettere il carattere "collo lungo" ai discendenti: dopo un sufficiente spazio di tempo, la specie giraffa ha acquisito il carattere del collo lungo che noi ora vediamo. Ma gli studi di biologia hanno mostrato che nella testa della giraffa esiste un particolare tessuto spugnoso che trattiene il sangue favorendone quindi la circolazione: infatti data l' altezza del collo, il sangue non potrebbe circolare facilmente nella testa e quindi i delicati tessuti cerebrali non sarebbero sufficientemente irrorati. Quindi non si tratta semplicemente di allungare il collo, si tratta di modificare tutto l'organismo: un casuale aumento della lunghezza del collo avrebbe prodotto la insufficiente irrorazione del cervello e la morte della giraffa e non un vantaggio. Se, per assurdo, un uomo nascesse con un terzo occhio sulla nuca ,questo non potrebbe essere considerato un vantaggio evolutivo (potrebbe vedere anche i pericoli alle spalle) perché dovrebbe essere modificato contemporaneamente anche tutta la struttura cerebrale. Le variazioni casuali che esulano dallo schema della specie non possono essere di vantaggio perché bisognerebbe contemporaneamente modificare l'intero complesso della struttura della specie stessa. Nemmeno si può pensare che piccole variazioni portano a grandi variazioni Poniamoci ad esempio il problema della formazione di apparati complessi, per esempio dell'occhio. E' impensabile che in una mutazione genetica casuale esso appaia all'improvviso:si dirà allora che si arriverà per piccoli passi. Tuttavia si nota che un organo o è effettivamente funzionale o non dà alcun vantaggio al suo possessore: un occhio è organo estremamente complesso, non esiste un occhio "semplice". Posso facilmente supporre che le antilopi più veloci possano sopravvivere meglio e pertanto il carattere velocità si trasmetterà e si esalterà sempre nella specie: ma si tratta di un perfezionamento di caratteri già esistenti (adattamento ): ma non è ipotizzabile che ciò che non c'è nella specie compaia gradatamente se ogni piccolo passo non è di per sè funzionale alla sopravvivenza. Insomma perché l'animale ne possa trarre vantaggio deve possedere un occhio vero e proprio, non qualcosa che poi in seguito potrà evolversi in un occhio. Come si vede da questi brevi e semplici osservazioni l’idea che la scienza abbia spiegato il meccanismo dell’adattamento della specie è assolutamente insostenibile: a livello di scienza vediamo l’adattamento ma non sappiamo quale sia il meccanismo Che ci debba essere un meccanismo è quindi semplicemente un presupposto o se si preferisce un pregiudizio filosofico secondo il quale i tutta la natura è spiegabile meccanicisticamente: non è quindin un fatto scientifico I fatti fino ad ora accertati dalla scienza in effetti fanno pensare un Progetto Intelligente non alla causalità meccanicistica -------------- Per critiche e commenti forum@giovannidesio.it ---------- Per approfondimenti: www.giovannidesio.it (§)