FESTA E VACANZA Giovanni De Sio Domenica , 5 agosto 2007 ------------------ Si tratta di due concetti che spesso vengono confusi e usati quasi come sinonimi ma che sono molto diversi. La FESTA infatti è una occasione piu o meno solenne nella quale un gruppo umano si riconosce e si pone come comunità. La Festa del Santo Patrono di un paese è un giorno in cui le strade di affollano, tutti si ritrovano, si incontrano, molti tornano anche da lontani paesi stranieri e se non possono, magari mandano la loro offerta per sentirsi partecipi. Ci si ritrova tutti amici e solidali e anche i “nemici” se non proprio “pace” fanno almeno” tregua”. Fioriscono i giochi dei bambini, le conversazione delle donne, i ricordi dei vecchi, fioriscono anche gli amori fra giovani. Vi è una inconfondibile “aria di festa” La VACANZA invece è un giorno in cui non ci sono le normali occupazioni lavorative e ognuno vuol divertirsi come più gli piace. Vacanza è il Ferragosto :ci si disperde, ognuno per proprio conto: ciascun figlio con i propri compagni, i genitori per conto loro (sempre che siano ancora insieme), gli anziani abbandonati e di peso e se non autosufficienti, non si sa come fare, le strade diventano deserte Festa e vacanza sono quindi concetti opposti, uno caratterizzato dal ritrovarsi, l’altra dal disperdersi. Purtroppo nella nostra società il senso della festa va illanguidendosi e tende ad essere sostituito dalla vacanza. Le feste solenni come la Santa Pasqua vengono vissute come festa solo nell’ambito delle comunità credenti dove sì che vi è Festa piena nel ritrovarsi tutti nella stessa fede, nella stessa certezza e nella stessa speranza. Ma al di fuori di esse tutti quelli che possono vanno via, si disperdono e i banchetti che solennizzano la festa, gli auguri ai nonni lontani che magari si vedono solo in quei giorni vengono vissuti come una noiosa usanza: manca l’ aria di festa perchè manca il senso della comunità e della solidarietà Viaggiando nei paesi musulmani io ho visto ancora la festa come evento comunitario. Nel Ramadan, prima dall'alba, si sente il muezzin che chiama alla preghiera, e al tramonto si vede la gente che pranza tutti insieme nelle strade, ed in tutto il giorno si avverte nell'aria il clima di solidarietà e di calore umano. Nel Giorno del Sacrificio ogni famiglia , nella notte prima della festa , rimane senza dormire giocando e divertendosi tutti insieme Ogni famiglia offre una capra ma consuma quello che riceve da un’altra famiglia , e così anche i poveri che non sono in grado di offrire ricevono la loro parte . L’islam non è solo terrorismo e fondamentalismo, è anche una fede che sia pure solo nell’ambito della Umma (comunità dei credenti) promuove la fratellanza e la solidarietà Ma noi cristiani che pure estendiamo il precetto di fratellanza a tutti gli uomini senza distinzione , anche ai nemici. pare che non siamo più in grado nemmeno di celebrare una festa. Il prevalere dell’individualismo e dell’egoismo personale eretto e teorizzato a sistema di vita ci fa perdere di vista il senso della comunità. Come meravigliarci dei vecchi nei pensionati- lager, dei giovani violenti, dei neonati abbandonati nella spazzatura? L’ uomo è essere sociale: al di fuori della comunità può “sopravvivere” , non “vivere “ Sarebbe bello ritrovare un pò della gioia della festa e perdere un pò dell’alienazione della vacanza. ..-------------------- Per critiche e commenti forum@giovannidesio.it ---------- Per approfondimenti: www.giovannidesio.it (§) |