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Problemi e società

Meccanicismo,finalismo

Giovanni De Sio

Meccanicismo e finalismo Lunedi. 4 agosto 2008( Prossimo articolo: 30/8/08)-----------Il problema se la natura sia retta dal principio di causa o da quello di fine, pure essendo scientifico, ha una grande importanza filosofica. Se infatti pensiamo che la natura è mossa dal principio finalistico, allora ne consegue, quasi immediatamente, che esiste una Mente Ordinatrice ( Dio) che quei fini assegna alla natura. Se invece interpretiamo la natura in base al solo principio di causa ed effetto (meccanicismo) allora si apre la strada a pensare che la natura possa essere mossa semplicemente dal caso e la presenza di una Mente Ordinatrice non appare più un’evidenza irrefutabile La fisica classica e medioevale (aristotelica) interpretò la natura in base al principio finalistico considerando il principio causalistico come secondario, funzionale rispetto al primo: tutto si muove in base a delle cause ma queste sono disposte in modo tale da raggiungere un fine: il sole sorge in base a cause naturali ma esse sono disposte in modo tale da permettere sulla terra l’esistenza della vita. La scienza moderna ( galileana ) invece ritiene che ogni cosa è mossa dalla una causa e che il fine sia semplicemente una nostra interpretazione comunque al di fuori dello stretto ambito scientifico: Il sole sorge per cause naturali: il fatto che questo fatto permette la vita sulla terra (fine) è semplicemente una conseguenza che potrebbe essere del tutto accidentale e che “noi” possiamo interpretare come una finalità: da qui la possibilità di interpretare la natura come un meccanismo del tutto casuale che non richiederebbe pertanto l’evidenza di una Mente Ordinatrice. Di fatto teorie filosofiche che fanno a meno di Dio nella interpretazione della natura si vedono infatti sorgere solo nella storia moderna: non che prima non esistesse l’ateismo ma esso era un fatto pratico non propriamente teorizzato. Ma ci domandiamo: veramente la scienza moderna prescinde dal principio finalistico ? La questione ha bisogno di una approfondimento. Un dato su cui riflettere è che la “fisica” classica e medioevale. in effetti. aveva come modello di riferimento quella che noi chiamiamo biologia: la vita è il modello principale della natura e il mondo stesso inanimato veniva essenzialmente concepito come un “grande animale” in qualche modo vivo anche esso. La fisica moderna invece prende le mosse e quindi il modello fondamentale di interpretazione dai corpi inanimati: infatti il significato originario di “ fisica” che era “scienza della natura” ( nel suo complesso anche degli esseri viventi ) diventa modernamente lo studio degli oggetti inanimati (movimento, massa, magnetismo) strettamente correlato alla matematica che descrive quei fenomeni. Il modello fisico inanimato viene poi esteso anche agli esseri viventi che si “suppone” siano anche essi mossi dagli stessi principi. Il mondo viene paragonato a una grande meccanismo e gli esseri viventi a meccanismi particolarmente complessi . Tuttavia nella realtà questo modello puramente meccanicistico regge? ed è effettivamente usato dagli scienziati ?‘ La risposta ci pare, a tutta evidenza, negativa. Quando un medico o un biologo studia un organo la domanda è sempre:! a che serve?” Mai “ quale è la sua causa? “ Tutto quello che inerisce ai meccanismi incredibilmente complessi di un essere vivente hanno una loro evidentissima e innegabile finalità. La malattia infatti cosa è se non un “cattivo” funzionamento di un organo? il che significa in realtà che quell’organo non assolve o non assolve pienamente alla funzione per la quale esiste. Se un occhio è miope vuol dire che c’è qualche difetto in esso che non rende la visione quale essa dovrebbe essere :ma questo non significa altro che l’occhio ha una sua perfetta finalità che tuttavia non consegue per qualche causa. Esiste quindi senza altro la causa dell’anormalità ma essa è semplicemente quella che impedisce la finalità che quindi è il principio preminente: in realtà guarire da una malattia significa semplicemente ripristinare le condizioni per cui l’organo può conseguire il fine proprio. Nella realtà quindi non è affatto vero che la scienza moderna si basi solo e esclusivamente sul principio di causa e disconosce quello di fine: semplicemente bisogna veder quale è il modello di riferimento: per i corpi inanimati certamente la finalità non è necessariamente richiesta. E’ vero che il sole si muove per cause fisiche e non necessariamente dobbiamo pensare che il suo movimento abbia il fine di illuminare la terra. Ma se passiamo al campo biologico non possiamo dubitare che l’occhio ha la funzione ( il fine) di vedere: pensare che i suoi meccanismi immensamente complicati abbiano solo delle cause e che solo per un caso esso permette la visione è, in realtà, qualcosa che nessuno pensa veramente ----------------------- Per critiche e commenti forum@giovannidesio.it ---------- Per approfondimenti: www.giovannidesio.it (§)