Marx e la religione Giovanni De Sio Domenica, 1 giugno 2008 --------------------------- Marx distingueva nella storia due ordini di fattori : strutture e sovrastrutture: le prime erano individuate in quelle economiche (rapporti di produzione ) che avrebbero determinato (o almeno sostanzialmente condizionato) le seconde che erano individuate nella filosofia nell’etica, nell’arte , nella letteratura, nel diritto e nelle altre manifestazioni del pensiero, compresa perfino la scienza: diciamo con una parola moderna nella “cultura non materiale” di un popolo. Nell’ambito della cultura il posto fondamentale veniva riconosciuto alla religione che veniva considerata la funzione culturale più importante intorno a cui ruotavano le altre (filosofia, letteratura, diritto ecc. . ): essa convinceva gli uomini dell’esistenza di un altro mondo ultraterreno nel quale la giustizia e il bene trionfano e faceva sopportare le ingiustizia e il male di questo: da qui la definizione di religione come “oppio dei popoli “ . Per Marx,quindi la religione non poteva essere considerata una impostura, un imbroglio cosciente dei preti e nemmeno un errore, una specie di svista immensa durata millenni, due tesi improponibile, evidentemente: la religione era invece una sovrastruttura necessaria anzi fondamentale per la società e sarebbe quindi mutata (o più precisamente scomparsa) quando si sarebbe realizzata la vagheggiata società comunista. A livello popolare e di prassi politica prevalse pero ’idea che la religione fosse un imbroglio e che ognuno che predicasse una religione fosse per questo fatto stesso un imbroglione che ingannava il popolo, un nemico della rivoluzione al soldo dei capitalisti, un delinquente, insomma, da perseguitare senza pietà con la tutta la severità che il popolo deve mostrare verso i suoi sfruttatori. Le persecuzioni anti religiose sono fra le pagini più buie del movimento comunista: qui e li si perseguitarono i religiosi solo per il semplice fatto che fossero religiosi: nella Spagna repubblicana, nel furore di una spietata guerra civile. le chiese furono chiuse, i preti spesso fucilati per il solo fatto di essere preti. Tuttavia l’orrore di un tale posizione fu molto presto avvertito: si cominciò a dire che non si perseguitava la religione in quanto tale ma solo se e nella misura in cui essa diventasse movimento politico , si assicurava, almeno in teoria, una libertà religiosa. In questo modo ci si allontanava, pero, decisamente dal concetto marxiano che concepiva la religione, per propria natura intrinseca, funzionale a una società non comunista basata sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo a prescindere dal fatto che prendesse effettivamente posizione in campo politico : anche se la religione si schierasse nel campo della rivoluzione non per questo perderebbe il suo carattere di “oppio dei popoli” In realtà il concetto venne apertamente superato e sostituito da un altro molto diverso: la religione PUO essere “oppio dei popoli “ ma contiene in se stesa anche molti elementi che possono essere invece di liberazione ( in senso rivoluzionario comunista, si intende): In questo modo, in effetti, si veniva a confluire su un concetto comunemente condivisibile e condiviso : la religione può essere usata per giustificare il potere (instrumentum regni , si diceva nel Medioevo) ma può esser anche un elemento che scatena rivoluzioni e cambiamenti sociali: nella storia ambedue i fenomeni si sono manifestati con grande evidenza e frequenza. In Italia l’evolversi del concetto si manifesta già negli anni 20 nelle riflessioni di Gransci e nel dopo guerra il movimento marxista organizzato politicamente abbandonava quindi la opposizione alla religione e finanche la bandiera dell’anticlericalismo che veniva invece raccolta da altri i movimenti di destra, di centro e di sinistra il fallimento generale poi dei regimi comunisti ha definitivamente chiuso quelle esperienze. Solo in una parte delle frange estremiste del marxismo rimase invece l’idea che la religione in quanto tale sia il “ Male” da combattere e sradicare . --------------------------- Per critiche e commenti forum@giovannidesio.it ---------- Per approfondimenti: www.giovannidesio.it (§) |