DONNA MODERNA Giovanni De Sio Lunedi,11 febbraio 2008 In molti talk show e mass media emerge un’idea per la donna moderna secondo la quale allevare i figli, tenere la casa, perfino la fedeltà coniugale sono descritti come obblighi penosi, una specie di insensata "via crucis" che una donna che avesse un minimo di rispetto di se stessa dovrebbe fuggire come la massima degradazione, sarebbe la negazione della libertà, della personalità della donna Certamente se una donna ha questa valutazione farebbe bene e non sposarsi e non formare una famiglia: se nella società del passato il matrimonio era in pratica una necessità sociale , attualmente nessuno la obbliga, può benissimo vivere senza essere afflitta dalle cure di una famiglia, può dedicarsi più felicemente ad altre attività che giudica più soddisfacenti e gratificanti. Però un tempo (anche ora? ) le ragazze sognavano il grande giorno in cui sarebbero andate spose: e poi quando avrebbero donato il proprio amore all'uomo che amavano, (gioia segreta di cui non si parlava ma si pensava tanto) e poi quando avrebbero potuto abbracciare il loro primo bambino, e sarebbero state padrone della propria casa. Avere un marito innamorato, dei bei figli e una casa ( magari con giardino) era quello che una donna sopratutto voleva e desiderava ( vuole e desidera ancora? ) Come per tutte le cose, anche nel matrimonio, le cose potevano andare bene, molto bene e anche male, molto male (a volte, al limite, poteva essere necessaria anche la separazione) Ma ordinariamente la donna veniva a costituire il centro della casa: ad essa si rivolgeva con rispetto il marito e i figli, veniva posta su un piedistallo dal quale, in verità, cadere poteva essere molto rovinoso Comunque non era affatto, nella nostra tradizione , la “serva di casa”, come spesso si dice. Anche se l’autorità e l’ultima parola spettava al marito, in pratica ogni decisione che riguardasse la famiglia, la casa o i figli era sostanzialmente presa dalla moglie mentre il marito si limitava quasi sempre ad approvarla e farla propria. La figura materna restava sempre la più importante nella vita di ogni uomo ( o donna) : anche i peggiori criminali comunque avevano rispetto per la madre: è un fatto Proverbiale . Ed ora? Certamente la società moderna esige una diversa figura femminile: non più chiusa semplicemente in casa, non più dedita solo alla famiglia ma aperta alla vita sociale, inserita nel mondo del lavoro: ma questo non significa che le ragazze non sognino sempre la famiglia, il grande amore, di abbracciare un proprio bambino. Si tratta di sentimenti profondi, che attingono alla essenza della femminilità: nulla e nessuna cosa può veramente cancellarli perché costituiscono la spinta essenziale della perpetuazione della vita Le difficoltà della vita moderna sono tante e formare una famiglia attualmente pare molto, molto più difficile di un tempo nel quale invece l’orizzonte femminile era tutto chiuso in essa e sembrava che l’essere sposa e madre fosse la cosa più semplice di questo mondo. Non lo era nemmeno un tempo, non lo è mai stato: tuttavia la felicità è la realizzazione della propria essenza anche a costo di grandi sacrifici e difficoltà : anche se alcune donne possono scegliere legittimamente altre strade( è sempre stato possibile) tuttavia per la maggioranza delle donne la famiglia è sempre la massima soddisfazione Amare un uomo, tenere una casa, allevare dei figli è sempre la cosa che da maggiore felicità e soddisfazione: questo non significa che la attività extracasalinga debba essere esclusa. Oltre ad essere una realizzazione della personalità essa ormai i è diventata una necessita economica. D’altra parte discorso simile si può fare anche per gli uomini. Anche per un uomo sentire che la moglie si dice felice di averlo sposato, sentire l’affetto , l'ammirazione dei propri figli è una grande gioia: la maggiore felicità di un uomo è vedere che il figlio prende il suo posto e ancora di più vedere che il proprio figlio lo ha superato------------- Per critiche e commenti forum@giovannidesio.it ---------- Per approfondimenti: www.giovannidesio.it (§) |