VALORI LAICI Giovanni De Sio Lunedi, 10 settembre 2007 ------------------ Nel mondo moderno alcuni valori soprattutto quelli che riguardano la famiglia e l’educazione vengono difesi soprattutto dagli ambienti religiosi e in Italia massimamente dalla Chiesa Cattolica. Da questo stato di fatto nasce la convinzione diffusa che si tratti di valori propriamente cattolici. e quindi si trae la conseguenza logica che essi riguardano i credenti : non si dovrebbero allora imporre ai non credenti non dovrebbero rientrare nelle leggi e negli altri provvedimenti dello Stato : anzi la conclusione che non pochi traggono è che la stessa libertà religiosa sarebbe in pericolo per le ingerenze della Chiesa che vorrebbe imporre a tutti, credenti e non credenti, le sue leggi Ma tutto il ragionamento poggia su un errore di fondo delle premesse: i valori della famiglia non sono una espressione esclusiva della fede cattolica. Certamente in tutte le religioni si possono distinguere alcune prescrizione che sono proprio di quel culto e altre e invece che sono principi generali dell’etica naturale e quindi comuni anche, nella sostanza, anche ai non credenti. Cosi una cosa è la prescrizione di assistere alla messa, altra il divieto del furto: il primo riguarda elusivamente i credenti ( non avrebbe senso un non credente che va a messa) mentre il divieto di rubare riguarda tutti i cittadini. Sarebbe del tutto assurdo che poichè “non rubare ” è un comandamento cristiano esso dovrebbe valere solo per i cristiani. Ora se ci riferiamo alla morale familiare in quale campo ci troviamo ? Naturalmente la prescrizione del matrimonio religioso vale solo per i credenti: gli atei e coloro che seguono altra religione non se ne debbono avvalere: anzi la Chiesa richiede il battesimo e poi anche la cresima come conferma della fede religiosa per amministrare il sacramento del matrimonio. In questo ambito ci ritroviamo, come nell’esempio della messa, che non si deve imporre a tutti. Infatti accanto al matrimonio cattolico (concordatario) vi è quello civile che è perfettamente legittimo per i non-cattolici. Ma se si afferma che i figli hanno il diritto di essere accolti in un ambiente adatto, affettuoso e stabile emotivamente, che quindi occorre un patto solenne fra i genitori (matrimonio) di cui la fedeltà coniugale è un elemento essenziale non si tratta di prescrizione esclusivamente religiose ma di etica naturale Il matrimonio non è una invenzione del cristianesimo come qualcuno pensa : è sempre esistito in tutte le civiltà e in tutte le culture. In realtà nelle Sacre Scritture troviamo solo pochi accenni ad esso: tranne che per condannare il divorzio, esso non viene mai citato nei Vangeli e solo in un passo di San Paolo troviamo una esplicita trattazione dei rapporti fra coniugi, in verità solo poche righe anche se notissime ed essenziali. Il cristianesimo non è la religione della famiglia non perchè i valori familiari non siano importanti ma perchè in realtà si considerava che questi valori si trovavano gia abbastanza nettamente nella società precristiana : Il cristiano semplicemente rimette e in vigore e in onore laddove essi un pratica erano poco seguiti. Lo stesso avviene ad esempio per il furto: non esiste nel Nuovo Testamento una specifica trattazione del furto perchè si trattava di un precetto non specificatamente cristiano In conclusione i valori della famiglia non possono considerarsi valori propriamente, esclusivamente cristiani cosi come non lo è la condanna del furto: sarebbe pertanto del tutto errato pensare che il sostegno ai valori familiari possa essere considerato una forma di imposizione religiosa . ----------- Per critiche e commenti forum@giovannidesio.it ---------- Per approfondimenti: www.giovannidesio.it (§) |