CHE HA DETTO IL PAPA ? Giovanni De Sio MA CHE HA DETTO IL PAPA ? Lundi,2 ottobre 2006---- L’intervento del papa all’università di Regensburg è di grandissimo interesse: non sarebbe uscito dall’ambiente accademico al quale era rivolto e sarebbe passato del tutto inosservato nell’opinione pubblica se alcune frasi non avessero provocate risentimento e proteste nel mondo mussulmano e quindi accese polemiche sulla loro opportunità nei riguardi del dialogo interconfessionale. Ma a parte quelle frasi, d’altra parte abbastanza marginali, in realtà che ha detto il papa? Il testo è chiarissimo di per sè ma non di facile lettura per chi non fosse particolarmente esperto di problemi teologici, filosofici e storici : vogliamo qui riassumere gli elementi essenziali per facilitare la comprensione al comune lettore Si tratta di un intervento molto denso,con molti riferimenti a grandi autori e illustri studiosi contemporanei, tutto teso a sottolineare come la fede cristiana sia in accordo e non in contrasto con la ragione. Si parte dal saluto e dai ricordi per affermare subito che la teologia ha il suo posto nell’università delle scienze perchè anche essa scienza razionale La fede quindi non può essere imposta con la forza: a questo proposito si cita l’imperatore bizantino Manuele II Paleologo ( 1350 1425 ) che stigmatizza il fatto che l’islam abbia portato l’idea che la diffusione della fede possa avvenire con la spada ( jihad ,la Guerra Santa). In verità il papa nota che questa affermazione è fatta “ in modo sorprendentemente brusco, brusco al punto di stupirci,” e quindi non pare condividerla nella sua nettezza semplificatoria. L’autore citato in realtà è poco noto in occidente: in effetti viene citato Il professore di Munster Theodore Khoury che ha edito l’antica opera nella sua Krieg und Gewalt in den Weltreligionen: Fakten und Hintergründe, 2003 ( Guerra e violenza nella concezione religiosa: fatti e contesto ). Benchè insegni in una università tedesca si tratta in effetti di un arabo libanese, di fede cattolica, profondo conoscitore delle due fedi e autore di molte opere fondamentali sul Corano. Viene anche citatati un secondo studioso, deceduto recentemente, Roger Arnaldez (1912-2006) –professore della Sorbona e uno dei massimi studiosi dell’islam, per introdurre il pensiero di Hibn Hazm Questi è un autore musulmano di Cordova del XI secolo (994-1064) che afferma che Dio potrebbe agire anche contro la ragione perchè è al di la della ragione stessa Il cristianesimo invece afferma l’accordo fra fede e ragione che è indicata dal Vangelo di Giovanni che inizia appunto con il richiamo al logos cioè alla ragione. Si riconosce però che anche in ambito cristiano ci sono posizioni irrazionaliste vicine a quella di Hibn Hazm come per esempio Duns scoto (1365- 1308) ma che nel complesso si è affermato il razionalismo di S.Tommaso e S.Agostino come ribadito nel concilio Lateranense IV nel 1215 La ragione storicamente viene individuata soprattutto nel pensiero filosofico greco e pertanto i movimenti che vogliono staccare a dividere la fede dalla ragione vengono definiti “ deellinazzazione” Ne vengono citati tre di essi. Il primo si manifesta nella riforma protestante del ‘500 che intende escludere dalla fede ogni elemento filosofico per ancorarla solo alle Sacre Scritture. Kant escludendo dalla conoscenza razionale quella religiosa porta alle conseguenze naturali questa idea. Un secondo movimento viene identificato nella teologia liberale dell’’800 e ‘900. Viene citato come autore emblematico Adolf von Harnack (1851-1930). Si vuole storicizzare il messaggio evangelico spogliandolo dai suoi contenuti metafisici, riducendolo a un fatto sostanzialmente morale. Presuppone che solo la scienza naturale sia vera conoscenza ma questa concezione, anche essa uno sviluppo del pensiero kantiano, è troppo angusta e lascia fuori dalla scienza ciò che più interessa l’uomo : l’etica, la fede e tutto ciò che è propriamente umano Un terzo movimento, considerato grossolano e impreciso, afferma che il messaggio evangelico debba essere interpretato alle luce delle diverse culture di diffusione : si riconosce pero che comunque alcuni elementi della chiesa primitiva non debbono essere integrati in diverse culture perchè propri del la cultura del tempo Si arriva quindi alla conclusione. Non si intende certamente regredire al periodo precedente all’illuminismo e alla affermazione della scienza moderna: ma non bisogna limitare la ragione ed escludere da essa il fatto religioso: anzi la visione religiosa fonda la stessa validità della ragione giustificando la congruenza fra ragione umana e struttura del mondo. Per critiche e commenti forum@giovannidesio.it Per approfondimenti: www.giovannidesio.it (§) |