Pubblicato su www.cattolici.net lunedi 18/9/06 HOME
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I IL PAPA E LA GUERRA SANTA
di Giovanni De Sio Cesari
- Le recenti parole del papa hanno scatenato una serie di reazioni impreviste da parte di ambienti islamici anche non estremisti : non è nostra intenzione difendere ì’operato del papa, non ne ha certo bisogno ma semplicemente chiarire i termini del problema. Il papa da teologo teneva una lezione a teologi : un discorso tutto interno a studiosi della materia. Alcune frasi riferite dai mass media fuori dall’ambito accademico, non inquadrate nel contesto di dotte e raffinate citazioni possono assumere colore e significati diversi. Il nodo fondamentale è il temine”guerra santa” che va chiarito. Nel mondo islamico non esiste il temine che è una libera traduzione occidentale. del termine arabo coranico Jihad. Esso significa propriamente “sforzo”: talvolta nel corano è usato nel significato di sforzo interiore per adeguarsi alla volontà di Dio e talvolta in quello di sforzo bellico. Infatti il jihad è lo sforzo di abbandonarsi alla volontà di Allah che può essere seguita nel fare l’elemosina (zakat), il pellegrinaggio (haji) la preghiera ( salat ) e le tante altre prescrizione ma può anche realizzarsi nella difesa dell’Islam stesso: questa pero non consiste solamente in una azione di carattere bellico e violento. Il jihad infatti può esprimersi innanzi tutto nella apologetica dell’islam e nella diffusione del suo credo e dei suoi principi in modo pacifico, rivolto sia verso i fedeli stessi per rafforzare e approfondire la fede, sia verso i non credenti per conquistarli alla vera fede. I centri islamici operano in questo senso legittimamente con centri studi ,le biblioteche, i giornali, la predicazione itinerante, i siti internet, radio e TV . Ma anche il jihad bellico e violento si configura propriamente come guerra di difesa (guerra in generale si dice “ harbj” ) corrispondente grosso modo a quella che noi definiamo”guerra giusta” che è un diritto riconosciuto a tutte le comunità costituite. Da questo di vista il jihad viene considerato lecito e doveroso da tutti i musulmani.: non si può impedire la difesa culturale dell’islam e nemmeno quella armata in caso di attacco armato: di qui le proteste da parte del mondo islamico. Tuttavia il papa parlava di altro: della diffusione della fede per mezzo della guerra armata. Possiamo discutere infatti a lungo del “vero” significato di jihad dandone tante interpretazioni diverse: è un fatto storico innegabile però che l’islam si è diffuso in tutto il medio oriente attraverso la guerra di conquista. E vero che gli islamici non obbligavano propriamente i popoli vinti che professavano il cristianesimo a convertirsi all’islam: tuttavia stabilivano un sistema politico che rendeva ben difficile mantenere la antica fede. I mussulmani si consideravano infatti “la parte migliore” a cui spettava la pienezza dei diritti: i cristiani ( e gli ebrei) potevano continuare a mantenere la loro . fede sottomettendosi ( dimmy) e pagando una umiliante tassa ( gihaz ) restando esclusi da ogni diritto politico Per questo nella lezione del papa viene citato il’imperatore Manuele II Paleologo che giudica negativamente la diffusone della fede attraverso l’uso delle armi contrapponendo implicitamente il modo di diffondersi del cristianesimo che fu non violento Nella realtà storica infatti il cristianesimo definì martiri ( in greco= testimoni ) della fede coloro che preferirono la morte all’abiura , nell’islam invece il temine di shaid (in arabo: testimone, cioe “martire” nel nostro senso) ) indica in realtà i caduti in guerra. Analogamente nella tradizione islamica si divide il mondo in due parti : “dar el islam “ (regno dell’islam) contrapposto a ad “dar el harbj “ ( regno della guerra) per indicare la parte del mondo in cui si può portare la guerra di conquista per diffondere l’islam La condanna della violenza nella diffusione della fede è cosa che non si può non condividere da parte di qualsiasi religione : non si può certo ammettere che si possa con la forza e la paura portare l’uomo alla vera fede, qualunque fede si consideri vera. In questa prospettiva le parole del papa devono essere considerate un invito al dialogo, al confronto pacifico e culturale : che altro d’altronde aspettarsi d’altronde da un papa ? Purtroppo le sue parole non sono state comprese da tutti .
Per chi volesse leggere l’intervento integrale del papa : http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2006/september/documents/hf_ben-xvi_spe_20060912_university-regensburg_it.html ------------------
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