Pubblicato su www.cattolici.net lunedi 3/7/06 HOME
Visite 25234
CATTOLICO NON PRATICANTE
di Giovanni De Sio Cesari
L’espressione è di uso comune e con essa viene indicate una parte non trascurabile della popolazione dei paesi tradizionalmente cattolici Ma cosa vuol dire esattamente? Può indicare coloro i quali pur essendo stati battezzati nella fede cattolica in seguito però la hanno rigettata: quindi in pratica gli atei che per volontà dei genitori o per semplice tradizione sono stati battezzati Tuttavia non è questo il significato sul quale vogliamo soffermarci : molti infatti la usano per indicare una propria situazione spirituale rigettando l’idea del semplice ateismo o di aderire ad altre confessioni religiose. A prima vista pare una contraddizione in terminis Se una persona è cattolica perchè mai non dovrebbe poi praticare, cioè seguire i precetti della religione in cui crede? Sarebbe qualcosa di incomprensibile. Altro è dire infatti che un credente non riesce, pur desiderandolo o sforzandosi, a seguire adeguatamente i precetti religiosi. Tale è la condizione del peccatore e il cristiano si professa sempre peccatore anche e particolarmente quelli che poi vengono proclamati santi e beati dalla Chiesa o dalla voce popolare. Ma qui invece per non praticanti non si intende il peccatore per fragilità umana ma chi invece decide deliberatamente di non seguire i precetti religiosi . Il non praticante si astiene della azioni di culto come assistere alla messa, o comunicarsi o anche semplicemente pregare ma anche spesso si pone in contrasto con alcuni punti che vengono considerati discriminanti o qualificanti come il divorzio, l’aborto ecc. Tuttavia non bisogna pensare che il “credente non praticante” sia semplicemente un incoerente e basta. Fra la fede e la non fede vi sempre infatti una vasta ampia fascia intermedia che qualcuno potrebbe definire “grigia”. C’è una area o un tempo nel quale si cerca la fede o la si ricerca dopo averla persa : è il cammino della fede magistralmente descritta da S. Agostino nelle “confessioni ” in cui a un certo punto l’intelletto è convinto ma l’anima non è ancora pronta ad abbracciare la fede. Può essere un tempo molto lungo, un cammino complesso perchè abbracciare la fede non è semplicemente avere una certa convinzione ma un movimento di tutta la personalità Può esser anche la condizione di chi pur avendo perduta la fede in Dio o solo nella sua Rivelazione secondo la tradizione cattolica, pur tuttavia continua a sostenere, a condividere i suoi valori. In ogni caso è una condizione di incertezza dalla quale sarebbe auspicabile uscire ma che comunque impone sempre rispetto e considerazione come sempre è dovuto alla condizione umana della ricerca e del dubbio.
Per critiche e commenti forum@giovannidesio.it Per approfondimenti: www.giovannidesio.it
|