Pubblicato su www.cattolici.net lunedi 5/6/06 HOME
Visite 29984 RELIGIONE E RELIGIOSITA’ di Giovanni De Sio Cesari
Molti sostengono che non vi sono sostanziali differenze fra le religioni in quanto in tutti gli uomini opera la medesima spinta al sacro al trascendente al bene . Una tale impostazione può essere accettabile purchè se ne definisca con chiarezza il significato Bisogna chiarire che intendiamo per religione. Possiamo intendere per religione la generale credenza dell’esistenza di due distinti ordini di fatti uno immanente nel mondo (materiale) e uno trascendente ad esso (spirituale) e quindi anche il sentimento religioso Ci riferiamo in questo caso a quella che chiamiamo comunemente religiosità (pietas), che nella teologia cristiana puo essere definita “religione naturale” e che nell’Islam viene definito “Din”. In tal caso possiamo allora dire allora che tutte le religioni ( religiosita ) sono simili. Ma normalmente la religione non si esaurisce in questo ambito che forma solo il punto di partenza,la premessa logica e psicologica ma viene a costituirsi in un corpo più o meno organico di di credenze e di precetti (religioni positive): in questo ambito allora le differenze sono grandi Per gli Aztechi bisognava sacrificare un gran numero di uomini al dio sole perchè facesse crescere le messi mentre alcuni indu si coprono la bocca per non uccidere nemmeno un moscerino, per il Cristianesimo il mondo deve essere evangelizzato mentre gli ebrei non cercano di convertire gli altri, per gli egizi anche il faraone era il dio vivente mentre i buddisti paiono ignorare proprio Dio. Non possiamo allora pensare che tutte le religioni siano equivalenti, che un Dio ne vale un altro che una qualunque fede ha lo stesso valore di tutte le altre. Questo modo di giudicare può essere coerente per chi non è credente in nessuna religione e quindi considera la religione solo espressione di una civiltà, di un contesto storico determinato negando ad essa un valore di verità ma semplicemente riconoscendo ad essa la pure funzioni di ordine sociale quali la identità di un popolo, un codice di comportamento e altro. Ma una tale prospettiva certamente non può essere del credente che in quanto tale vede la religione non come una pura espressione dell’animo umano ma riconosce ad essa un fondamento oggettiva di verità trascendente Questo ovviamente non mette in forse il rispetto che si deve ai fedeli di ogni religione, a tutti quelli che in buona fede ritengono di osservare nell’ambito di una determinata religione i comandamenti divini Tuttavia anche nella tolleranza religiosa vi sono limiti. Una fede non puo contraddire quelli che sono principi generali etici e di civiltà : non potremmo certo permettere a degli Aztechi di offrire alla divinità sacrifici umani.
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