Pubblicato su www.cattolici.net   lunedi ,23/5/05               HOME

Problemi e società

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Laicismo    

di: Giovanni De Sio

 

 

Originariamente il termine laico indicava i fedeli che non erano sacerdoti (anche S. Francesco era un frate laico) In tempi recenti però il termine è passato in genere ad indicare qualcosa fuori dall’ambito religioso (ad esempio: scuola laica ). Qualche volta, ma del tutto impropriamente “laico” viene usato anche nel senso di “antireligioso”: ma si tratta di un significato del tutto improprio perchè la “distinzione” non implica affatto la incompatibilità Riferendosi quindi al significato più corrente attualmente si dice giustamente che la nostra società (stato, scuola, istituzione legislazione) è una società laica Ma quale la posizione del cristiano di fronte a questa fenomeno? un cristiano può essere anche un fautore della “laicità” ? O deve soltanto prendere atto di una realtà che si è affermata al di fuori della propria volontà ? Punto essenziale ci pare allora il confronto fra il cristiano e il “mondo “ come “tecnicamente” si definisce la realtà storica e sociale . A questo proposito troviamo In S. Agostino la distinzione fra civitas dei e civitas terrena: ma tutte e due sono strettamente intrecciate fino alla fine dei tempi e non è dato quindi creare su questa terra una società propriamente cristiana distinta fisicamente da quella non cristiana Infatti in realtà noi non possiamo pensar che si possa creare un mondo interamente cristiano. La scelta della vita cristiana , della accettazione del Cristo è sempre una scelta libera e personale. Nessuna istituzione , nessun corpo sociale e tanto meno nessuno stato può di per se definirsi cristiano. Quando ciò è avvenuto nella storia si è perso l’autentico senso del cristianesimo e la fede ha finito con diventare “istrumentum regni”, un mezzo dietro al quale i potenti della terra si sono nascosti per governare. Realisticamente se il proclamarsi “vero cristiano” porta vantaggi materiali ci saranno sempre nel mondo tanti che grideranno di essere veri cristiani non “per fame e sete di giustizia e di verità” ma per desiderio di potere. Ci pare pertanto che il cristiano debba rallegrarsi che la dimensione religiosa resti una dimensione specificatamente religiosa senza confusioni e commistioni pericolose con il Potere

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