Pubblicato su www.cattolici.net sabato 24/12/05 HOME
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CHRISTMAS BLUES di: Giovanni De Sio Cesari
In America è stato coniato un temine per indicare le depressione che colpisce una parte non trascurabile della popolazione in occasione delle feste natalizie: CHRISTMAS BLUES ( malinconie di natale) e una ricerca della National Women”S Health Resource Center ci dice che adesserne maggiormente colpite sono le donne. C’è da chiedersi come mai un periodo che dovrebbe essere di festa e di gioia porti invece depressione e malinconia Il fatto è che Natale è la festa che più di tutte le altre ha conservato una parte del suo valore. La maggioranza delle persone festeggia ancora il Natale nell’unità, le famiglie si ricompongono ancora , si usa ancora non solo l’albero ma anche il presepe che per qualche tempo caduto in disuso ha avuto poi una forte ripresa. Il Natale è quindi la festa delle famiglie e conseguentemente soprattutto dei bambini: quando mancano essi manca anche il fulcro della famiglia, il senso delle continuità delle generazioni. Esso è quindi molto triste per chi non ha famiglia o peggio ha famiglia senza affetti Il dilagare dei divorzi, la perdita del senso della famiglia allargata, il moltiplicarsi dei single producono profondi sensi di frustrazione,di solitudine che i ritmi incalzanti del lavoro e delle normali attività in qualche modo attenuano e nascondono. Ma durante le feste le persone sono costrette a vedere in se stesse e vi scorgono il vuoto di affetti e la mancanza di senso della vita e allora si ritrovano sole e disperate: Christmas Blues è solo un termine medico che vuole mascherare il vuoto spirituale ma non si tratta di una malattia ma di una mancanza di umanità: non si può curare con i medicinali ma con la solidarietà e con il ritrovare il senso della vita. Un tempo il Natale non portava a depressione perchè la società era tutta più coesa, nessuno era lasciato solo e quelli che lo erano durante l’anno a Natale ritrovavano pur sempre una famiglia, un gruppo nel quale ritrovare un posto e un ruolo. Noterei pure che è il significato religioso soprattutto a riempire di se tutta la festa : si fa festa perché è nato il Bambino Gesù e chi ha fede non è mai solo ma è sempre in dialogo personale con il suo Dio, con tutti i santi, con tutti i propri cari che lo hanno preceduto nel segno della fede. Nella stessa America del Christmas blues le strade sono percorse a forsennati della 'American Civil Liberties Union” ( Unione Americana delle libertà civili) che vorrebbe togliere al Natale ogni significato e valore religioso e inscenano manifestazioni contro tutti i simboli religiosi e vorrebbero proprio abolire il termine inglese che designa il natale (Christmas) perché contiene chiaramente il richiamo al Cristo stesso. Ma senza Cristo donde verrà la consolazione a tanti che soffrono e gemono, ai dimenticati, agli emarginati, ai poveri in ogni senso?
D’altra parte fioriscono ovunque le iniziative per venire incontro a tutti quelli che sono in difficoltà, in solitudine , nell’abbandono. Il clima del Natale non mi pare ancora spento o annegato del tutto nel consumismo Il problema è che tutta la società moderna con i suoi ritmi moderni e con il suo esasperato individualismo ha generalmente proprio perso il senso della festa: La festa infatti è una occasione nella quale un gruppo umano si riconosce e si pone come comunità: ci si ritrova tutti amici e solidali e anche i “nemici” se non proprio “pace” fanno almeno” tregua”. La modernità inclina invece verso la vacanza che è cosa diversa: essa è caratterizzata dal fatto che, mancando le normali attività lavorativa, ciascun vuol divertirsi come meglio crede e quindi vi una dispersione , ciascuno per conto proprio con le persone che crede e i gruppi umani tendono quindi a disgregarsi contrariamente all’aggregazione caratterista della festa
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