Pubblicato su www.cattolici.net   lunedi  5/9/05               HOME

Problemi e società

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 NEW ORLEANS  :UNA CATASTROFE  ETICA 

di: Giovanni De Sio Cesari

 

Vediamo con stupore e incredulità non tanto e solo gli immani  disastri  provocati da Katrina quanto il caos  che regna nelle zone colpite.  Pattuglie  in tenuta da combattimenti, a volta addirittura con carri armati,con l’ordine di sparare (e sparare per uccidere) si aggirano per una città fantasma divenuta terra di nessuno. Eravamo abituati a scene del genere a Bagdad, e magari ci saremmo aspettati  cose di questo genere nel Bangladesh o in Mozambico: ma come è possibile che questo avvenga invece negli Stati Uniti, il più ricco dei paesi del mondo, la terra della opportunità e degli sprechi?

Eppure avviene: e poichè quello che avviene in America oggi è quello che avverrà probabilmente domani da noi bisogna  che ci rendiamo conto dei motivi profondi e non occasionali del fenomeno .

 Si, è vero, Katrina  ha causato devastazione superiori alle previsioni, ci sono state delle sottovalutazioni,  delle gravi mancanze di organizzazione, è innegabile. Tuttavia il problema vero di fronte a cui ci ritroviamo è che in realtà la gravissima situazione è stata determinata essenzialmente da uno scoppio di violenza , di disordine e anarchia  che ha impedito le normali operazioni di soccorso. Questo ci pare il nocciolo del problema. Bande di razziatori incontrollate e armate si disputano il ricco bottino abbandonato dagli abitanti in fuga. Era stato dato l’ordine di evacuare la città:  ma probabilmente molti non lo hanno fatto proprio pensando alla possibilità di saccheggio o  più semplicemente per noncuranza. Non è  che all’improvviso un gran numero di persone decidano tutte insieme di delinquere : occorre allo comprendere la dinamica degli avvenimenti

 La “american way of life”, lo stile di vita americano, si è sempre fondato  sul mito del successo: ciascuno deve darsi da fare per riuscire a ogni  costo. D’altra parte questo è pure comprensibile essendo l’America popolata da genti della più diverse etnie ma tutti spinti dal desiderio di migliorare la propria posizione: non si attraversa l’oceano per vivacchiare alla meglio, bisogna “arrivare”. E’ innegabile il grande successo economico che ha portato quel paese ad essere il primo nel mondo  e gli altri  paesi, europei e non, hanno cercato  di ripercorrere la stessa strada. Tuttavia il successo ha il suo rovescio della medaglia. Non tutti  riescono, molti falliscono, molti non vogliono nemmeno provarci. Di fronte a una maggioranza tutta impegnata a produrre ricchezza   rimane una minoranza che viene emarginata o si  autoemargina dal processo. Di fronte al i grattacieli e alle gallerie sfavillanti   restano i ghetti con livelli di vita paragonabili a  quelli del terzo mondo. In effetti, data la ricchezza generale,  non viene  a mancare il necessario: qualche sussidio statale sempre si riesce ad ottenere ; cibo, vestiti ed anche un tetto di fortuna e qualche elettrodomestico si riesce sempre ad procurare anche senza svolgere alcun lavoro . La minoranza povera si adagia nella sua emarginazione. A New Orleans  poi il processo di emarginazione paradossalmente era diventato un grande business: milioni di turisti, americani e non, venivano a vedere lo spettacolo dell’emarginazione. Musicisti che suonavano per strada, un carnevale infinito, droga ostentata, alcool a fiumi diventavano spettacolo per l’altra america  che lavorava e che qualche giorno all’anno voleva svagarsi in questa specie di Disneyland  fatta di persone vere e non di pupazzi.

Ma in  realtà si tratta di  un fallimento dell’etica. Si lascia che una parte consistente della popolazione resti emarginata anzi l’emarginazione stessa diviene spettacolo.  Ciò avviene perchè un liberismo spinto all’eccesso lascia da parte tutti quelli che non riescono , perchè quelli che non riescono preferiscono barattare la propria dignità con qualche mezzo per vivere.

 Tutto lascia poi venire alla luce una mancanza profonda di solidarietà: nelle società tradizionali  la solidarietà era l’elemento portante della convivenza civile: tutti si sentivano impegnati a produrre per la collettività, tutti trovavano una loro collocazione  nella società, nessuno era lasciato solo. Ma una società che invece pare coltivare solo il successo individuale , che vede l’uomo come una  monade a se stante  che abbandona  a se stessi i deboli è una società  che produce fatti come quelli di New Orleans . Produce insomma una catastrofe etica. 

 Per critiche e commenti giovannidesio@libero.it

 Per approfondimenti: www.giovannidesio.it