Pubblicato su www.cattolici.net lunedi 21/2/2005 HOME
Visite n 37528 I MARTIRI NELL'ISLAM E NEL CRISTIANESIMO di Giovanni De Sio
lIl termine Kamikaze usato comunemente in Occidente per indicare il fenomeno attuale dei combattenti suicidi islamici è del tutto improprio perchè si riferisce a un contesto culturale e bellico completamente diverso (l’ultima resistenza dell’esercito giapponese agli americani). Nel mondo islamico il termine usato e quello di "SHAHID" e va inquadrato nella GIHAD (guerra santa ): "SHAHID" è termine arabo coranico che significa "testimone" e ha lo stesso significato originario del termine cristiano di "martire" e in questo modo viene tradotto correttamente dall'arabo. Il "martire" cristiano infatti era colui il quale "testimoniava" la sua fede anche se ciò comportava la morte di fronte all'autorità romana Il termine arabo "SHAHID" ha il suo fondamento nel Corano ”.Secondo un commento di Ibn 'Abbas (che Allah sia soddisfatto di lui) coloro che hai colmato dei Tuoi doni" sono i Sinceri (siddiqûn), quelli che hanno avuto il MARTIRIO TESTIMONIANDO LA FEDE (SHAHADÂ), i Devoti (salîhûn).” “”(SURA Al-Fâtiha (L'Aprente)) Ad essi è promesso il paradiso "Combattano dunque sul sentiero di Allah, coloro che barattano la vita terrena con l'altra. A chi combatte per la causa di Allah, sia ucciso o vittorioso,daremo presto ricompensa immensa””( Sura :An-Nisâ' le donne) Non si accenna quindi al suicidio che invece è proibito dal Corano. Il combattente islamico non intende infatti suicidarsi ma accetta di cadere in battaglia come il martire cristiano si lascia condannare a morte. Ciò che stride alla nostra sensibilità è che mentre lo Shaid islamico è un combattente che non esita a uccidere anche dei civili inermi il martire cristiano è un non violento, diremmo un pacifista senza "ma" e senza "se" che accetta le conseguenze del suo gesto secondo le prescrizioni evangeliche : “Ma prima di tutte queste cose, vi metteranno le mani addosso e vi perseguiteranno consegnandovi alle sinagoghe, e mettendovi in prigione, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio nome. Ma ciò vi darà occasione di rendere testimonianza”. (Luca 21:12-13 ) Nell'antichità infatti i cristiani mai presero le armi contro i loro persecutori Come scriveva Tertulliano : « Voi potete ucciderci, torturarci, condannarci... La vostra ingiustizia è la dimostrazione della nostra innocenza... A nulla serve la vostra crudeltà .... Più noi siamo da voi falciati, più il nostro numero aumenta: il sangue dei martiri è una semenza!» (Tertulliano, Apologia, par. 50.) Si affermò quindi il concetto “ Sanguis martyrum, semen cristianorum ( il sangue dei martiri è seme dei cristiani), le persecuzioni erano lo strumento della diffusione del Cristianesimo Bisogna pur dire, però ad onor del vero, che anche nel mondo cristiano nel medio evo si assiste all'affermarsi della difesa armata della fede e in questo contesto veniva assimilato al martire anche il combattente per la cristianità, particolarmente nelle crociate Dante infatti fa dire al suo avo Cacciaguida , morto combattendo in una crociata: “”e venni dal martiro a questa pace”” (Paradiso, canto XV) Molti partivano per le crociate per espiare propri peccati sicuri che avrebbero trovato certamente misericordia in quel Dio per il quale essi sentivano di combattere. Negli ultimi secoli pero l’idea di crociata armata è definitivamente tramontata in Occidente e nel mondo cristiano e il termine ha assunto semplicemente il significato di lotta ( non violenta) in generale contro il male (crociata contro l'alcolismo, la droga, lo sfruttamento dei minori) Diversa è stata invece l'evoluzione del termine nel mondo islamico Nel mondo islamico contemporaneo si è ricominciato a parlare di "SHAID" nella guerra Iran e Iraq degli anni Ottanta: fra gli iraniani un certo numero di giovanissimi (pasdaran, guardiani della rivoluzione) avanzavano sui campi minati contro gli Iracheni facendosi saltare sulle mine: sui loro passi avanzavano i soldati regolari iraniani. Il fatto destò orrore in Occidente ma nell'Iran di Komeini questi giovani furono onorati come “Shaid” e grande prestigio si riversava anche sulle loro famiglie. La pratica poi è dilagata fra i palestinesi: in questo caso però non si trattava più di una guerra regolare e si uccidevano prevalentemente civili e quindi in occidente si parla di "terrorismo" Infine si è passati quindi a colpire anche militari americani con numerosi attentati e fino al caso più clamoroso è stato dell'attacco alle torri di New York e al Pentagono del 11 settembre 2001 e di qui poi il fenomeno è dilagato nel Medio Oriente dopo l’intervento americano. Nel mondo cristiano invece la concezione originaria del martire disarmato si è conservata e rinnovata: non bisogna dimenticare infatti che i martiri cristiani non si sono avuti soltanto nei tempi antichi ma in ogni epoca, soprattutto ma non solo nelle terre di missioni. In particolare nel Novecento abbiamo avuto una nuova grande era dei martiri il cui numero probabilmente è stato maggiore per le persecuzioni dei regimi comunisti non solo di quello dei tempi dell’Impero Romano ma anche di tutte le altre epoche messe insieme. Per commenti e critiche: giovannidesio@libero.it Per approfondimenti: www.giovannidesio.it Per critiche e commenti: giovannidesio@libero.it
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