Noi e il mondo
Giovanni De Sio
Lunedi,25 febbraio 2013
Nella nostra società ( o meglio in tutte le società) l’apparire prevale
sull’essere il che ha anche le sue ragioni. Siamo cosi portati a
credere che le persone, le colpe e i meriti, la infelicità e le
infelicità esistano solo se la società le riconosce
In verità questo è vero solo nel senso che personalità, colpe e felicità
sono sempre relative a un certo contesto sociale ma non è vero che esse
non esistano se la società a cui fanno riferimento non se ne accorgono.
Non esiste la persona se non in rapporto alla società: è un errore
comune pertanto pensare che la società renda malvagi (cupidi,
violenti, falsi ecc) gli uomini che sarebbero buoni per natura: non
esiste l’uomo fuori da una particolare società
Io ho una certa personalità in quanto vivo in Italia intorno al 2000:
nessun dubbio che se vivessi in Cina ai tempi degli Han avrei una
personalità molto diversa
Non esiste la colpa o il merito se non vi sono parametri sociali che la
giudicano una certa azione come tale e i parametri possono molto
variare nel tempo e nello spazio. Anche il senso di felicita e di
infelicità nascono dal confronto con il contesto sociale: ai tempi della
povertà e della scarsezza di cibo bastava un sacco di patate sotto il
letto per essere felicità ( come recita un proverbio russo) ma ora non
poter portare i propri figlio in vacanza, se tutti gli altri lo fanno,
costituisce una senso profondo di infelicità, di mortificazioni tanto
che a volte si preferisce far debiti.
Tuttavia il fatto che personalità, le colpe e la felicita si
definiscano in relazione alla società è cosa molto diversa dal dire che
esse esistano solo se la società se ne accorge: non è vero: esse
esistono e sono reali se il soggetto le percepisce
La virtù e l’eroismo anche se misconosciuti rimangono tali, anzi sono
più grande di quanto ottengono premi e riconoscimenti: sono tanti gli
eroi misconosciuti della vita di ogni giorno ed è piu facile compiere
imprese eroiche fra il fuoco e gli spari che non nelle grigia
quotidianità
E cosi anche la infelicità esiste ed è più acuta anche se il mondo non
la riconosce. Penso alle ragazze che vorrebbero dare immenso amore
come spose e madri perfette ma che nessuno uomo vuole per il loro
aspetto sgradevole. Penso a certe signore che sembrano avere tutto,
benessere economico, un bravo marito e figli sani e che pure si
sentono emarginate, non considerate se non come oggetti dalle persone
che amano: non hanno nemmeno il diritto di lamentarsi ( ma che vai
trovando?) eppure sono tanto infelici
Penso alla solitudine che attanaglia tanti nell’ultima fase della vita
ma anche alla solitudine di tanti giovani che disperano di trovare un
posto nella vita.
Anche se gli altri non lo sanno noi esistiamo con le nostre colpe e i
nostri eroismi, con le nostre infelicità e le nostre gioie segrete:
anche se il mondo non lo sa , NOI lo sappiamo
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