Laicità e religione
Giovanni De Sio
Sabato,6 ottobre 2012
Nel contesto politico sociale attuale la laicità è caratterizzata dalla
distinzione fra leggi religiose e leggi civili: questo significa che
lo stato non si identifica in un credo religioso (come avveniva nel
passato) ma anche in nessun credo antireligioso. Il fondamento della
legge civile non è quindi una visione religiosa che rimandi a un
assoluto, a comandamenti divini che tutti cittadini debbano ottemperare.
In concreto laico significa che lo stato non pretende di avere una
sua verità assoluta e definitiva da imporre ai cittadini. Le leggi
vengono infatti decise a maggioranza senza pretendere che esse debbano
essere condivise da tutti i cittadini che sono quindi liberi di
criticarle e di adoperarsi eventualmente per modificarle , cancellarle,
sostituirle. In questo senso laico quindi si identifica con il concetto
di democrazia e libertà dei moderni stati occidentali. Non possiamo
quindi considerare laici e democratici quei paesi islamici che adottano
la sharia come legge fondamentale dello stato dichiarando che essa,
poichè è di origine divina non può essere modificata. Tuttavia se
le disposizioni della sharia vengono tradotte in leggi che sono
approvate dalla maggioranza dei cittadini e soprattutto venga
salvaguardate il diritto di critica e la libertà di espressione potrebbe
ugualmente parlarsi di stato laico. La laicità infatti non significa e
non può significare che le leggi debbano essere contrarie a un credo
religioso. Sarebbe assurdo se le leggi del nostro stato a laico non
potrebbero vietare la poligamia perchè questa è vietata anche dalla
chiesa.
Se laicità significa quindi che lo stato non ha una sua verità ultima e
definitiva da imporre, ne consegue che non possono definirsi laici
quegli stati che ammettono e impongono una propria visione
filosofica-politica. Il nazismo e il comunismo (socialismo reale)
invece ebbero questa pretesa. Nella Germania di Hitler o nella Cina di
Mao il solo esprimere opinioni non in perfetta linea con quella del
partito al potere era un crimine da punire con la morte. Il presupposto
era che lo stato aveva una sua verità ultima e definitiva e dissentire
da essa significava essere dei traditori, dei mostri, dei nemici e non
semplicemente avere un diverso parere.
La laicità quindi è cosa diversa dal problema religioso. Abbiamo regimi
come quello nazista e comunisti che sono profondamente antireligiosi ma
non per questo sono laici Abbiamo invece società permeate da
religiosità diffusa che tuttavia sono profondamente laiche come quella
americana . Abbiamo nel passato anche recente invece società cristiane e
confessionali.
I concetti di laico e di cattolico quindi sono diversi: non sono nè
antitetici nei coincidenti . Un cattolico può essere laico e meno cosi
come un laico può essere cattolico o non cattolico.
Nel passato i cattolici ebbero difficoltà ad accettare la laicità, e
nel medioevo il concetto di laico (nel significato moderno) era del
tuto sconosciuto (non solo ai cristiani ). Modernamente, però, il
mondo cattolico accetta quasi universalmente la laicità ( democrazia,
libertà) ma si tratta di un fatto storico non di un dogma di fede
valido per sempre e in ogni tempo e in ogni circostanza.
I non cattolici possono essere laici e non laici e seconda che
accettino la liberta religiosa ( democrazia occidentali) oppure la
neghino (sociaolismo reale del secolo scorso) Quello che deve essere
chiaro è che in ogni caso essere contro la religione non significa
essere laico: un laico può anche essere contro la religione ma
occorre almeno che rispetti i suoi principi professati liberamente da
una parte dei cittadini
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