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Problemi e società

Lo stato laico

Giovanni De Sio

Lunedi, 24 settembre 2012
Il termine di stato laico è uno dei più usati nel mondo moderno ma proprio per questo viene usato con i significati più vari dando luogo a una seria continua di equivoci
Per chiarine il significato proprio che esso ha nel nostro mondo politico e sociale crediamo utile delineare sinteticamente i momenti del suo porsi nella storia
Nel passato nel linguaggio della Chiesa il termine laico ( che significa: popolo ) era contrapposto a quello di sacerdote: designava cioè tutti i fedeli che non avessero la condizione sacerdotale. Esistevano anche i monaci laici ( ad esempio S. Francesco era laico perché non volle mai prendere i voti). Nel passato era prevalso nell’ambito cristiano l’idea che le leggi di un popolo dovessero essere essenzialmente quelle religiose: il potere veniva considerato legittimo nella misura in cui rispettava i principi religiosi ed era quindi considerato in qualche modo connesso con Dio ( nulla auctoritas nisi a deo: nessun autorità se non da Dio). Tale principio comportava che comunità di altra religione seguissero leggi diverse come accadeva per quelle degli ebrei e dei mussulmani. E’ la stessa situazione che troviamo ancora nel mondo mussulmano in cui la legislazione deve ispirarsi alla sharia ( legge religiosa) e le comunità non mussulmane possono reggersi autonomamente con proprie leggi.
In base a questi principi quindi uno stato per essere veramente unitario doveva adottare una stessa religione in modo che non ci fossero comunità autonome e separate. La formazione degli stati nazionale all’alba dell’età moderna ( nel 400) comportò quindi la emarginazione delle comunità non cristiane: la cacciata degli ebrei da Francia , Inghilterra, Germania e poi Spagna, come la cacciata dei Moriscos (mussulmani) dalla Spagna . Gli ebrei in particolare si rifugiarono nell’Europa orientale ( e anche in Italia) dove non si erano formate forti monarchie nazionali. In seguito alle riforme protestante in tutta Europa scoppiarono violente e sanguinose conflitti nei quali però nessuna delle parti riuscì a prevalere : il disastro umano e sociale causato da quelle lotte insensate apri la strada allora a una altra concezione: la tolleranza religiosa . Nello stesso stato potevano coesistere varie confessioni religiose senza discriminazioni: ciò comportava come conseguenza che le leggi civili ( valide per tutti i cittadini) fossero ben distinte da quelle religiose (valide solo per i fedeli delle singole confessioni). In genere si cita l’Inghilterra dopo la gloriosa rivoluzione del 1688 nella quale la dinastia degli Stuart fu abbattuta . La tolleranza religiosa ( come fu definita) però riguardava solamente le varie confessioni protestanti con esclusione dei non cristiani ( ebrei, già espulsi ), degli atei ( che, in realtà, non esistevano) ma soprattutto dei cattolici che rappresentavano la stragrande maggioranza degli irlandesi che per secoli quindi furono privati dei diritti politici ed emarginati socialmente ed economicamente.
Tuttavia il principio poi man mano fu esteso a tutte le confessioni e nell’800 diede origine allo stato laico moderno . Per laico si intendeva n propriamente che ciascun cittadino può seguire la confessione religiosa che vuole ( o nessuna religione) senza che questo influisca sulla sua condizione giuridica e politica Ovviamente la laicità comporta che una legge religiosa non può valere immediatamente anche come legge civile (come negli stati confessionali) ma non esclude che le leggi civili possano essere conforme a leggi religiose . Per esemplificare: la poligamia è proibita dai principi cristiani ma questo non esclude che possa essere vietata anche dalle leggi civili ( come di fatto è avvenuto). Tuttavia per molto tempo ancora la laicità fu vissuta in concreto come una lotta senza quartiere alla Chiesa (anticlericalesimo, positivismo scientista , ateismo) e d’altra parte la Chiesa a lungo e tenacemente si oppose ad essa. Solo nel 900 alfine avvenne, non senza contrasti, una conciliazione fra Chiesa e laicità. Da una parte la laicità perse il suo carattere antireligioso (detto poi laicismo) e il mondo cattolico accettò pienamente la democrazia, la libertà e quindi la laicità.
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