Famiglia e comunismo
Giovanni De Sio
Lunedi, 26 giugno 2012
Nel comunismo velleitario e utopistico del secolo corso si è
manifestata una irriducibile avversione alla famiglia che in Oriente
assunse forme parossistiche: I Kmer Rossi, nella loro follia
sanguinaria, cercarono di scardinarla completamente dividendo i membri,
nella Cina di Mao si definivano eroi i piccoli che denunciavano il
presunto deviazionismo dei padri.
Perchè questo odio alla famiglia, cellula fondamentale e insostituibile
della società ?
Il fatto è che si voleva attuare nella società il principio secondo il
quale “ciascuno da per quanto può e prende per quanto ha bisogno” Ma
esso è proprio della famiglia e può estendersi a piccole comunità che
si assimilano a famiglie ( a carattere religioso, politico etico o altro
) Ma un tale principio non può estendersi a comunità vaste che non
si assimilano alle famiglie perchè la solidarietà verso la propria
famiglia è maggiore che verso gli “estranei” : non toglierei mai nulla
ai mie figli ma toglierei agli altri per dare ai miei figli. Le utopie
egualitarie (che non sono una invenzione di Marx ma sono sempre
esistite fin dall’antichità) pensano invece a una società che abbia i
caratteri della famiglia. Ma questo urta contro l’istinto fondamentale
dell’uomo (e di ogni altro essere vivente) che è l’amore per i propri
figli
Da qui la necessita di scardinare in qualche modo l’assetto familiare
In realtà tutte le ideologie totalitarie, di qualunque segno hanno il
bisogno di attenuare i legami familiari perchè questi non prevalgano
sulla ideologia proposta
Il fenomeno è analizzato anche in letteratura di carattere politico. In
Fahrenheit 451 di Ray Bradbury la lotta alla cultura dei libri si
collega anche a quella contro i legami affettivi personali e
familiare; nell’indimenticabile e insuperato “1984” George Orwell
pone la dissoluzione della famiglia come perno centrale e
irrinunciabile d alla dittatura veramente totalitaria del Grande
Fratello
In realtà anche nel Cristianesimo, nella misura in cui intende
coinvolgere tutto l’uomo, vi è una aspetto anti familiare
Luca 14:26 «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, e la
moglie, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può
essere mio discepolo “
Soprattutto a quelli c he si dedicano specificatamente al servizio di
Dio e all’apostolato è richiesto il celibato, cosi come viene richiesto
ai dervisci islamici, ai santoni induisti, ai monaci buddisti
Il motivo viene chiaramente espresso da San Paolo:
1Corinzi 7:32-33 “Chi non è sposato si dà pensiero delle cose del
Signore, di come potrebbe piacere al Signore ma colui che è sposato si
dà pensiero delle cose del mondo, come potrebbe piacere alla moglie e i
suoi interessi sono divisi”
Tuttavia il cristianesimo ha pure esaltato, qualcuno dice
eccessivamente, la santità del matrimonio e della famiglia.: la santità
infatti può essere perseguita in ogni condizione sociale e in ogni
condizione sociale si possono seguire anche eroicamente i suoi principi
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