Vicino a mamma e papa
Giovanni De Sio
Lunedi,13 febbraio 2012
Una dichiarazione di un ministro ha innescato una ennesima polemica sul
lavoro giovanile e sulla asserita poca voglia che i giovani avrebbero di
affrontare sacrifici e disagi per averlo: in particolare si è fatto
riferimento allo scarsa voglia che i giovani avrebbero di spostarsi e al
loro desiderio di voler rimanere vicini a papa e mamma, i soliti
mammoni ,insomma, eterni adolescenti
Esaminiamo più approfonditamente il problema.
Gli economisti sono portati a credere che tutto debba ruotare intorno
alla legge della domanda e dell’offerta: se il lavoro si trova a
Pordenone e l’aspirante lavoratore a Palermo allora quest’ultimo deve
spostarsi da Palermo e Pordenone altrimenti dobbiamo dire che egli NON
vuole veramente lavorare. Il discorso è senza altro valido ma
presuppone però una astrazione: considera il lavoratore come una
monade, un singolo libero da ogni legame che segue semplicemente il
suo miglior interesse come è nelle leggi della economia liberista. In
realtà le persone concrete, giovani e meno giovani, non sono affatto
delle monadi ma fanno parte di una fitta rete di legami affettivi
solidaristici e soprattutto familiari. Gli spostamenti non sono affatto
cosi facili e a volte sono effettivamente impossibili.
Mettiamo infatti che il lavoratore di Palermo abbia già una famiglia
con coniuge che ha un lavoro a Palermo. Spostarsi a Pordenone
significherebbe in concreto rompere l’unita di una famiglia. Mettiamo
che a una moglie palermitana venga offerta una opportunità a Pordenone:
è veramente immaginabile che ella lasci i suoi figli a Palermo o se li
porti con se a Pordenone? e chi se ne prenderebbe cura? Quando le mogli
erano casalinghe lo spostamento lavorativo del capo di casa era
abbastanza semplice perche tutta la famiglia si trasferiva: ma da
quando anche le donne lavorano e anzi il loro apporto economico è
indispensabile per mantener un livello economico appena sufficiente gli
spostamenti sono divenuti oltremodo difficili. Fra l’altro deve
considerasi che il lavoro femminile comporta una lunga assenza da casa:
esso è reso possibile, in pratica, dall’apporto che i nonni ( e altri
parenti) possono prestare. Una donna che lavora sola in una città nuova
difficilmente sarebbe in grado di lavorare e prendesi cura dei figli.
D’altra parte anche dal punto di vista puramente economico nel momento
in cui una famiglia debba dividersi le spese aumentano : in pratica la
moglie palermitana a Pordenone spenderebbe tutto quanto guadagna e
quindi l’apporto al benessere della famiglia sarebbe pressochè nullo
Si dirà che ovviamente i giovani sono tali se non hanno ancora una
famiglia. Puo essere vero anche se fino a un certo punto: i giovani
hanno pure un certo progetto di famiglia, una persona con la quale
vorrebbero formare famiglia: debbono tener conto della attività che
svolge il futuro coniuge e inoltre della effettivo aiuto che la nuova
famiglia potrebbe ricevere da parenti e amici vicini
Da tutto questo appare chiaro la difficoltà che si trova nella maggior
parte dei casi nello spostarsi per lavoro in luoghi lontani dai propri
Si osserverà allora che un tempo si emigrava nelle lontane Americhe o
anche semplicemente dal sud al nord e che cosi fanno tanti che vengono
in Italia da paesi dell’est e del sud. Certamente è vero: però bisogna
tener conto dello enorme sconquasso che questi fatti determinavano nelle
famiglie di origine . Le mogli dovevano affrontare da sole tutte le
difficoltà della vita e della educazione dei figli che in pratica
crescevano orfani di padre. Tanto spesso gli emigranti in America si
facevano nuove famiglie e dimenticavano quelle che avevano lasciato in
Italia. Ma in ogni caso erano tempi in cui le mogli non svolgevano
attività lavorative: prima o dopo, se tutto andava bene, i mariti poi le
richiamavano e la famiglia si riformava cosi come avviene tuttora per
gli emigranti in Italia
Con tutto questo non si vuole negare che per trovare lavoro bisogna
pure a spostarsi , se necessario, dai luoghi natali: ma lavorare in
luoghi vicini a papa e mamma non è una questione di bamboccione ma una
esigenza pratica molto concreta ,spesso insuperabile
Il problema è che l’uomo non lavora per vivere da solo perchè da solo
in fondo potrebbe sempre arrangiarsi in qualche modo: il benessere
economico è essenzialmente considerato la condizione necessaria (anche
se non sufficiente) per aprirsi una famiglia: se allora il lavoro
distrugge la famiglia cosa bisognerebbe scegliere?
Forse gli economisti non si sono posto abbastanza chiaramente questo problema ma l’uomo concreto se lo pone
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