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Problemi e società

I ristoranti pieni

Giovanni De Sio

Lunedi, 14 novembre 2011
Per mostrare che l’Italia era un paese ancora prospero e affidabile Berlusconi affermava che i ristoranti erano sempre pieni e i biglietti aerei sempre esauriti Nello stesso momento la Caritas rendeva noto che il numero dei bisognosi di assistenza dei bisogni primari aumentavano sempre i più D’altra parte è comune esperienza di chiunque si occupi di volontariato, cattolico o laico, che le file dei bisognosi si allungano sempre più drammaticamente con l’arrivo di persone da ambienti che fino a qualche tempo erano considerati benestanti: insomma molta gente è passata da assistenti ad assistiti il che non è certo cosa piacevole e consolante.
Tuttavia bisogna pure ammettere che effettivamente i ristoranti sono sempre pieni (ovviamente solo un esempio di non prendere alla lettera). Come si spiega una tale contraddizione ?
Il fatto è che la crisi non colpisce tutti allo stesso modo. Sarebbe ben poco in fondo che noi riducessimo il nostro tenore di vita di un poco, tutti insieme, ugualmente: anzi magari sarebbe anche opportuno. Il fatto invece è che alcuni settori sono colpiti come quelli esposti alla concorrenza estera, quelli che aspirano a un lavoro pubblico che ormai non esiste più. Altri invece non ne risentono come gli impiegati pubblici, quelli dei settori protetti. Qualcuno addirittura migliora Abbiamo quindi il dualismo tra garantiti e non garantiti che nel nostro mondo prende il posto di quello fra dipendenti e autonomi del secolo scorso. Tuttavia man mano la crisi tende sempre più ad allargarsi con un effetto domino coinvolgendo sempre altre categorie.
Per esemplificare : gli avvocati non sono toccati dalla crisi, non sono impiegati pubblici, non hanno concorrenza dai cinesi. Però prima la grande maggioranza dei laureati in legge trovava collocazione nel pubblico impiego: ora non c’è più questa possibilità e tutti a fare gli avvocati, in pratica ultima possibilità rimasta Fra qualche anno saranno troppi e resisteranno solo i grandi studi più o meno collegati con il potere. In realtà è lo stesso processo che avviene nella crescita economica: solo alcune categorie si avvantaggiano mentre altre no o magari perdono: con il tempo, però, la ricchezza tende a ridistribuirsi coinvolgendo man mano sempre altri settori.
Purtroppo lo stesso avviene per la povertà ; ora, non credo si possa dubitare che la nostra economia, anzi l’economia di tutto l’Occidente è in difficoltà e rischia un processo involutivo dagli effetti drammatici e imprevedibili.
Si allarga soprattutto la dualità fra giovani e non giovani. Si preferisce infatti non assumere anzicchè licenziare ed è comprensibile. Questo significa che la crisi finisce con il gravare essenzialmente sulle nuove generazioni mentre le più anziane mantengono i loro diritti che ormai finiscono con l’apparire quasi dei privilegi
Si forma allora una massa di giovani che non trova lavoro,che non riesce a formarsi una famiglia per la precarietà dilagante E peggio ancora quelli che si sono costruiti una famiglia e all’improvviso non hanno più i mezzi per mantenerla. Tragedie improvvise, c’è chi si suicida, purtroppo. Tanti giovani che non trovano un lavoro stabile vedono rotolare gli anni senza potersi fare una famiglia e le donne più in angustia perche l’età fertile ormai diventa una finestra che si chiude rapidamente.
C'è un esercito di giovani che si arrangia , si arrabatta, umiliato e depresso. dei veri eroi misconosciuti del mondo moderno che per di piu sono pure chiamati "fannulloni" Non mi pare per niente che i giovani d'oggi siano dei fannulloni che si approfittino della famiglia: ve ne sarà pure qualcuno certamente , ma certo non è la regola
Che ci siano file sia nei ristoranti che nelle mense della Caritas non solo non è cristiano, o più semplicemente non è giusto, ma anche alla fine
insostenibile: prima o dopo, per effetto domino, anche i ristoranti resteranno vuoti.

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