Etica e tecnologia
Giovanni De Sio
Giovedi,30 giugno 2011
Secondo alcuni la tecnologia ci ha fatto perdere i valori, ci ha reso
cioè peggiori mentre secondo altri ci ha fatto aggiungere mete di
valore etico e sociale. cioè ci ha fatto diventare migliori
Vediamo la questione
Per la seconda tesi notiamo che lo sviluppo tecnologico (economico)
sia la condizione necessaria (ma non sufficiente) per le conquiste
sociali Per la quasi totalità dell’uomini in età preindustriale la
differenza era fra quelli che avevano cibo sufficiente, quelli che
pativano la fame e quelli che morivano per fame per qualche carestia
(l’ultima in Occidente in Irlanda a meta ottocento). C’erano poi un
piccolissimo numero di ricchissimi che avevano di tutto e usavano il
cibo per ostentazione di ricchezza.
Lo sviluppo tecnologico ha prima fatto sparire lo spettro della fame e
della carestia poi ha permesso che un numero sempre più grande di
uomini avessero una infinità di altri beni che hanno permesso le
conquiste sociali ; emancipazione della donna, diffusione della
cultura, cure per handicappati, liberta, democrazia
Tutte le nostre conquiste sociali sono rese possibili dallo sviluppo
economico: se questo venisse meno verrebbero meno anche quelle : la
crisi economica già ci sta portando via i diritti sindacali
faticosamente conquistati.
Non è possibile la emancipazione della donna se questa è impegnata
nel disperato tentativo di far sopravviver i propri figli senza
antibiotici, analisi , pannolini, acqua calda, omogeneizzati ecc Non è
possibile la istruzione universale se i bambini debbono aiutare in
famiglia, se non ci sono le risorse per le immense spese necessarie per
la scuola .
E come prendesi cura degli handicappati, dei malati, degli anziani senza
i ritrovati tecnologici e soprattutto le grandi spese che queste
comportano in genere sostenute dalla collettività ( purtroppo non
sempre )
Tuttavia questo non significa che lo sviluppo tecnologico e economico
possa risolvere i problemi umani
L’idea che la scienza possa portare di per se al bene e alla felicità
universale fu una illusione del positivismo che si perse sui tragici
campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale. Cosi anche l’illusione
marxista che il male nell’uomo sarebbe stato per sempre estirpato dalla
Rivoluzione si è persa irrimediabilmente nei gulag sovietici, nei
logai cinesi, nei “campi della morte” della Cambogia
Il male dell’uomo non è effetto della ignoranza (positivismo) e
nemmeno un effetto della società (marxismo): fa parte della sua natura
come il bene
Credo che questo sia un fatto condiviso dalla nostra cultura che orami
ha posto da parte sia l’una che l’altra illusione. che comunque
rinascono pur sempre inevitabilmente come è sempre avvenuto, d’altronde
L’uomo è sostanzialmente sempre lo stesso dal punto di vista etico:
peggiore assai ma anche migliore assai di quello che si crede, sempre,
in tutte le epoche e in tutti il luoghi , e analogamente la felicità e
l’infelicità sono sempre, dappertutto
La tecnologia quindi non rende l’uomo buono o felice ma comunque
permette certe conquiste eticamente apprezzabili
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