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Problemi e società

Dio è donna?

Giovanni De Sio

Giovedi,30 giugno 2011
Spesso si sente dire che “Dio è donna”. Nulla di blasfemo come potrebbe sembrare a prima vista, a meno che non ci sia questa intenzione esplicita in chi fa questa affermazione: però certamente qualcosa che va contro una lunga e incontrastata tradizione. Esaminiamo il problema
Evidentemente la divinità non può essere nè donna nè uomo, non ha sesso. Tuttavia la divinità può essere rappresentata al maschile o al femminile. Nei politeismi, in genere, abbiamo ambedue le rappresentazioni (Marte e Venere)
Nel cristianesimo ( e nelle altre religioni bibliche. islam e giudaismo) non esiste un rappresentazione iconografica, quindi nessuna figura di Dio come uomo o donna (e nemmeno dello Spirito Santo): solo il Cristo appare come figura maschile ma solo in quanto incarnato in un uomo. Ma sotto l’aspetto linguistico la designazione è sempre rigidamente al maschile. Si ritiene che ciò avvenga per effetto di una società che concepiva l’autorità come prettamente maschile: il padre incarnava l’autorità, la madre la affettività.
Quando si dice allora che “dio è donna” si vuole quindi simbolicamente rifiutare la concezione maschilista per riaffermare una parità che è uno dei principi lla società moderna. Tuttavia, perè, si passerebbe così, a una concezione opposta: la donna è l’autorità: non tanto un femminismo quindi quanto una matriarcato.
Bisognerebbe quindi rappresentare Dio insieme al maschile e al femminile: Dio padre e madre o meglio usare una parola che non abbia genere maschile o femminile ma al neutro. Ma le nostre lingue non si prestano facilmente Al posto di Dio si potrebbe dire : la “divinità” che in effetti è inteso come neutro
pero è difficile proprio linguisticamente, apparirebbe astratto, indefinito Tuttavia bisognerebbe tener fermo e chiarire il concetto che il Dio di Abramo e di Isacco non è certamente un essere che possa essere identificato in uno dei due sessi.
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