Intelligenza diffusa
Giovanni De Sio
Lunedi, 31 gennaio 2011
Sembra avere un certo successo di pubblico la teoria della “intelligenza
diffusa” nell’universo. Secondo essa l’universo non è un cieco
meccanismo che agisce a caso ma in essa sarebbe diffusa una
intelligenza: non una mente ordinatrice al di sopra o al di fuori di
essa ma essa stessa forma una sorta di intelletto che guida gli
accadimenti che quindi non sarebbero puramente meccanici e casuali.
Talvolta questa teoria è presentata come una teoria scientifica. ma
certamente non si può parlare di scientificità perche manca dei criteri
di falsificazione ( o di verificazione empirica) che è il criterio
distintivo della scienza. Tuttavia possiamo considerarla una teoria
filosofica
La teoria a ben vedere è una variante moderna delle antichissime
teorie che concepivano la natura come un essere animato ( un grande
animale),concezione tramontata con l’affermarsi della scienza galileana
che concepisce invece la natura in modo causalistico e meccanico : un
grande orologio, come si disse
La teoria dell’intelligenza diffusa è quindi una sorta di ritorno a
quelle concezioni pre scientifiche che vedevano il mondo animato da cui
discendeva la visione di un natura piena di spiriti, di ninfe e satiri
(antico paganesimo) Ma una idea de genere cozza contro tutte le
acquisizioni della scienza moderna che spiega ogni avvenimento
particolare secondo precisi meccanismi
Rimane il problema che poi tutto l’ordine del mondo possa essere
effetto del semplice caso e quindi secondo le visioni religiose occorre
postulare una mente ordinatrice. Ma non si può pensare che questa mente
sia l’universo stesso che certamente non è una mente.
E’ un modo per superare la contraddizione fra l’uomo pensante e la
natura meccanicistica, fra anima e corpo , possiamo dire :ma non si
vede come una materia possa poi pensare
In realtà è una teoria molto suggestiva ma priva di chiarezza, si basa
su confusioni linguistiche e concettuali.
L’universo è pieno di cose meravigliose ma c certamente queste ci
ignorano del tutto, anzi, per essere più precisi, ignorano tutto di
tutto anche di ignorare tutto di tutto
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