Il Papa e la Hack
Giovanni De Sio
Lunedi,17 gennaio 2011
Nell'omelia della messa dell'Epifania, Benedetto XVI, prendendo spunto
dalla cometa dei Magi, ha polemizzato contro le teorie scientifiche
che negano l'esistenza di un disegno divino nella creazione
dell'universo: "L'universo non è il risultato del caso, come alcuni
vogliono farci credere Non dovremmo lasciarci limitare la mente da
teorie che arrivano sempre solo fino a un certo punto e che - se
guardiamo bene, non sono affatto in concorrenza con la fede, ma non
riescono a spiegare il senso ultimo della realtà",
Al papa ha replicato l'astrofisica Margherita Hack: "Certamente il Papa
vede l'Universo come opera Dio, mentre gli scienziati cercano di capire
come esso possa essersi originato a partire da particelle elementari. E
naturalmente si tratta di punti di vista diversi: quello del Papa è
basato sulla fede, quello degli scienziati è invece fondato
sull'osservazione.la differenza non è solo nel metodo, ma nello scopo
della ricerca, diverso per la scienza rispetto alla religione. Gli
scienziati non pretendono di rispondere alla domanda su che senso abbia
l'Universo, ma lo accettano così com'è e cercano di capire come
funziona”
La affermazioni di Margherita Hack ci sembrano corrette e non in
contrasto con le affermazioni del papa ma occorre comprendere bene cosa
esse significano
In realtà non c’è nessuna contrapposizione fra scienza e religione
perche si occupano di campi diversi La scienza si occupa infatti delle
cose che sono empiricamente rilevabili; se affermasse anche che ciò che
non è empiricamente rilevabile non esistesse diventerebbe essa stessa
una religione ( e di fatto spesso lo è diventata). La religione invece, e
la filosofia in genere, cerca di andare al di la della leggi
empiricamente verificabili per comprendere il senso ultimo, l’origine
prima della realtà e non può porsi come conoscenza immediata della
natura sostituendosi alla scienza ( come qualche volta pure è fatto,
vedesi l’esempio storico di Galilei)
Questo non può però significare un’altra cosa ben diversa che cioè solo
quello che è scientifico, in quanto basato sulla rilevazione empirica,
ha valore e senso mentre, quindi, ciò che esce fuori dal campo della
scienza non ha senso
In altri termini esemplificando: un medico dice correttamente che
l'anima, non essendo per definizione rilevabile con l'esperienza
sensibile, è fuori del campo della scienza: ma se dicesse pure che “non
esiste” si metterebbe lui stesso fuori del campo della scienza facendo
una affermazione filosofica e non scientifica. Che quindi nell’universo
esiste o meno un disegno intelligente non è un fatto scientifico in
quanto empiricamente non può essere nè dimostrato e, si badi bene,
nemmeno negato: questo non significa, però, che l’ipotesi del disegno
intelligente sia soltanto possibile come atto di fede, che non si possa
razionalmente esaminare e discutere in qualche modo dimostrare a
livello non scientifico: la stragrande maggioranza delle nostre
conoscenze non è di carattere scientifico.
L’idea che solo la scienza dia la verità è un errore logico comune nel
Positivismo e in alcune movimenti filosofici che si richiamano in
seguito ad esso positivismo logico): è tramontata da tempo per la
intrinseche contraddizioni e limiti e orami superata dalla scienza
stessa nel suo evolversi: tuttavia l’idea che solo la scienza possa dare
la verità è rimasta abbastanza diffusa nelle coscienza comune.(
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